“Un centinaio tra pizzerie a taglio, forni, rosticcerie e friggitorie senza somministrazione, ma con preparazione di alimenti, resteranno fuori dal piano comunale per i tavolini all'aperto. Non potranno fare domanda per i dehors. Non si tratta di un numero enorme, non credo faccia la differenza per Palazzo Vecchio dare loro questa opportunità in una fase che, nonostante il ritorno in massa dei turisti, resta difficile, soprattutto per i locali della periferia, che, come abbiamo già denunciato, sono tutti praticamente in vendita”, è quanto dichiara Raffaele Madeo, presidente di TNI Ristoratori Italia, il sindacato delle imprese del settore Horeca nato a Firenze nel 2020, in piena emergenza Covid, durante il primo lockdown con il nome di Ristoratori Toscana. “Stiamo assistendo senza poter fare niente alla chiusura di un'attività all'anno per quartiere, soprattutto piccole attività, come alimentari, panifici, gastronomie e pizzerie a taglio. In periferia per 20 metri quadrati si pagano mille euro di affitto al mese, ma un conto essere in via Torcicoda e un conto in piazza del Duomo. Il suolo pubblico, invece, in proporzione costa quasi uguale. Se il consiglio comunale – è l'appello di Madeo - vuole aiutare veramente le piccole imprese, allora applichi il primo piano dei tavolini, quello che risale all'emergenza Covid, ma con il suolo pubblico a pagamento”. "Per uscire dalla situazione drammatica che stanno vivendo le attività della periferia fiorentina torniamo a chiedere al Comune - conclude Madeo - il blocco per tre anni a nuove aperture di attività di somministrazione nelle periferie, così come deciso per l'area Unesco”.
Notizie correlate
Tutte le notizie di Firenze
<< Indietro