Dal prossimo anno scolastico assisteremo nel nostro territorio alla nascita dell’Istituto Comprensivo di Fucecchio che per dimensioni diventerà uno dei più grandi della Regione con una popolazione scolastica di oltre 2000 alunni, 13 plessi tra infanzia, primaria e medie, dislocati su un territorio molto ampio e quindi lontani territorialmente tra loro.
Sebbene l’organico assegnato per il prossimo anno sia dato dalla somma matematica degli organici dei due istituti che si fonderanno tra loro, restano in piedi tutte le problematiche di sorveglianza, sicurezza, tempo-scuola, dal momento che il punto il partenza è comunque uno strutturale sotto organico del personale.
Le responsabilità e le problematicità che ne derivano non possono essere considerate solo una questione gestionale in capo alle scuole, ormai sottoposte a livelli di stress insopportabili come abbiamo più volte denunciato quest’anno.
Ciò che preoccupa è che già in passato dopo un primo periodo di assestamento abbiamo assistito, negli istituti comprensivi nati per fusione, ad una riduzione degli organici e alla chiusura dei plessi più piccoli e periferici. Non abbiamo alcuna garanzia che questo processo non riguarderà in un futuro prossimo anche Fucecchio.
Ricordiamo la scuola pubblica, in quanto tale, svolge una fondamentale funzione sociale oltre che culturale, rappresentando un presidio di democrazia sui territori in particolare quelli periferici. Ecco perché la chiusura anche di un solo plesso, a volte con investimenti economici ingenti da parte dei Comuni, rappresenta l’immagine della mortificazione di quegli stessi territori.
Per il prossimo anno scolastico si stima fin d’ora che per le scuole dell’area metropolitana ci sarebbe bisogno di almeno 250 unità di personale ATA in più, mentre per quelle toscane di almeno 1200.
nonostante questo l’Ufficio Scolastico Regionale toscano è particolarmente restìo a concedere personale ATA in deroga alle scuole. Già nell’anno scolastico in corso ne ha concesso una media poco più di 1 ad istituto (una media 4 volte inferiore a quella di altre regioni come Piemonte ed Emilia-Romagna).
Numeri del tutto insufficienti rispetto alle necessità delle scuole, che denotano un non volersi rendere conto delle condizioni in cui versano gli istituti scolastici. Ci si chiede se finalmente finalmente un cambio di rotta oppure continueremo a far finta che tutto vada bene? Pur non avendo risposte abbiamo continuato a dire che gli organici sono drammaticamente sottodimensionati e le scuole vivono una situazione di perenne emergenza.
Noi saremo sempre al fianco di lavoratrici e lavoratori nel denunciare la mancanza di scelte e ascolto da parte dell’ Ufficio Scolastico Regionale e nel fare appello a Regione Toscana, Comuni e opinione pubblica a intervenire a ogni livello per rendere più sicura l’esperienza scolastica delle bambine e dei bambini. La mobilitazione è solo all’inizio.
Fonte: Cgil Empolese Valdelsa - Flc-Cgil Firenze
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