Una 'Casa dei Disastri' nell'ex ospedale, la proposta di Empoli in Azione

Il rendering dell'ex ospedale di Empoli

Durante il Convegno tenuto il 16 dicembre del 2022, organizzato dalla Protezione Civile dell’Unione dei Comuni dell’Empolese Valdelsa, fu annunciato che a livello del Circondario si sarebbe dato avvio ad un percorso di protezione civile rivolto sia ai bambini che ai ragazzi.

Come partito politico Empoli in Azione, non possiamo che approvare questa iniziativa che aumenterebbe la resilienza nella nostra comunità.

Per questo motivo, nell’ottica di una fattiva collaborazione, vorremmo proporre all’amministrazione Comunale di creare all’interno dell’ex ospedale San Giuseppe un progetto di protezione civile a livello di Circondario rivolto ai bambini, ai ragazzi, alle famiglie e alle persone fragili.

Quello che proponiamo è una “house of disaster”, cioè creare all’interno della struttura del vecchio ospedale, più spazi dove sviluppare attività che illustrino quali sono i rischi e i pericoli presenti in una abitazione civile e nella comunità e soprattutto come diventare cittadini proattivi e non reattivi.

Questa “casa dei disastri” dovrebbe prevedere diversi tipi di programmi a seconda dell’età e più precisamente:

- Ai bambini (asilo-prime classi elementari), andrebbe loro mostrato i rischi di ogni ambiente domestico, dalla cucina al salotto, dal bagno ai balconi e alle finestre, le etichette più significative dei prodotti pericolosi, come giocare in sicurezza, ricreando realmente una abitazione e simulando i pericoli.
- Ai bambini di una maggiore età si potrebbe introdurre oltre ai rischi della casa, anche i rischi legati alla mobilità cittadina (cartelli stradali, come muoversi in bicicletta), a saper fare una chiamata telefonica al 112, a rispettare gli spazi e le attrezzature per le persone fragili o con mobilità ridotta.
- Ai ragazzi delle medie inferiori e superiori si potrebbero mostrare oltre ai rischi reali anche i rischi virtuali (cyberbullismo-truffe on line e strumenti per difendersi ad esempio la APP della Polizia di Stato YOUPOL), a saper effettuare una chiamata di soccorso al 112, a saper eseguire il BLSD, e le manovre di disostruzione. Inoltre, si potrebbe loro insegnare come comportarsi in caso di rischi presenti sul nostro territorio, (piano comunale di protezione civile e piano di evacuazione della propria scuola) a cosa mettere nella sacca di emergenza, a riconoscere le zone di attesa del proprio comune, ad avere alcuni rudimenti di Protezione Civile ,a conoscere quali strumenti informatici utilizzare per ricevere informazioni su allarmi in esigenze di protezione civile.
- Coppie in attesa di figli e nonni, a mostrare loro quali sono i rischi presenti in un appartamento con la presenza di neonati, a saper effettuare una chiamata al 112, ad effettuare un BLSD pediatrico, alle manovre di disostruzione, alle strategie per evitare le morti in culla, alla gestione di animali domestici (se presenti)con neonati. Inoltre, per quanto riguarda il trasporto andrebbe mostrato loro i modi corretti di trasporto dei neonati sui mezzi
di trasporto sia privati che pubblici, mostrando loro i rischi di un non corretto utilizzo dei dispositivi di sicurezza.
- Addetti all’assistenza anziani. Andrebbe mostrato loro come gestire le ondate di calore per sviluppare buone strategie domestiche. Andrebbe mostrata loro la casa “ideale dell’anziano”, quali rischi e quali pericoli corrono. Andrebbero informati su come creare una borsa di emergenza per un anziano, e come gestire una emergenza di protezione civile con la presenza di un anziano non autosufficiente o con difficoltà motorie o cognitive.

Questo tipo di esperienza fu proposta in modo itinerante in Svezia circa una ventina di anni fa e fu molto apprezzata dalla popolazione, perché permetteva ai futuri cittadini di venire a contatto con i reali rischi ma soprattutto ad essere proattivi nelle emergenze sia domestiche che di protezione civile.

Tutte queste attività, così come prevedeva l’esperienza svedese, andrebbero modulate anche per quei bambini con difficoltà motorie o relazionali, così come andrebbero sviluppati programmi informativi anche per quelle comunità straniere presenti nel nostro territorio.

Riteniamo che quest’iniziativa, potrebbe diventare un polo di eccellenza a livello regionale e comunque sicuramente aumenterebbe il livello di consapevolezza e di conoscenza dei rischi del nostro territorio.
Come sempre siamo disponibili a collaborare, consapevoli della validità del progetto.

Fonte: Empoli in Azione

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