Domani, martedì 16 maggio, esce in libreria il volume “I ‘quadernucci’ di Niccolò Machiavelli. Frammenti storici Palatini”, con introduzione, edizione critica e commento di Daniele Conti. Il libro, pubblicato nella collana ‘Incipit’ dalle Edizioni della Normale, la casa editrice della Scuola Normale Superiore, in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento, raccoglie alcuni testi inediti attribuibili a Machiavelli, risalenti al periodo a cavallo tra Quattro e Cinquecento (1497-1515), quando il futuro autore del Principe e dei Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio era segretario (fino al 1512) della seconda Cancelleria della Repubblica fiorentina. Il corpus di scritti scoperti (o, in un caso, riscoperti) comprende tre testi: un frammento storico precedentemente pubblicato ma di cui si ignorava la provenienza; una ignota schedatura di corrispondenza diplomatica e infine una altrettanto sconosciuta versione di una cronaca fiorentina ben nota. Tutti e tre rientrano nella tipologia delle scritture incompiute, dallo statuto ibrido, al confine tra compilazioni storiografiche e appunti di governo.
I fatti a cui fanno riferimento le circa 100 carte del manoscritto ritrovato concernono episodi della storia della Repubblica fiorentina, che il segretario della seconda Cancelleria, un Machiavelli all’epoca tra i trenta e i quarantacinque anni, registrava con l’aiuto di vari collaboratori nella modalità tipica degli Annali, ovvero con un intento prima di tutto cronachistico. Alleanze, conflitti, guerre, strategie riguardanti le conformazioni politiche italiane ed europee, da quella imperiale a partire da Massimiliano I, alla Francia dei Carlo VIII e Luigi XII, fino alla Repubblica di Venezia, il Regno di Napoli, il Ducato di Milano, la Repubblica pisana… avvenimenti noti e meno noti, personaggi di primo piano e secondari, principi, ambasciatori, uomini d’armi, si ritrovano in queste raccolte: una sorta di laboratorio storiografico conservato tra i quaderni di lavoro che l’ex segretario portò con sé all’uscita dalla Cancelleria nel 1512, continuando a incrementarne il contenuto e fissando così sulla carta una parte di quella «lunga esperienza delle cose moderne» che fu guida essenziale per una più matura riflessione politica concretizzatasi più tardi nei capolavori per cui Machiavelli è tuttora considerato il fondatore della scienza politica moderna.
Editati dal codice Palatino E.B.15.9 striscia 1413 della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, i testi appaiono in edizione critica e commentata a cura di uno studioso, Daniele Conti, filologo dell’Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento ed ex allievo della Scuola Normale del corso di perfezionamento, con uno scritto di David Speranzi, responsabile del settore Manoscritti, Rari e Fondi Antichi della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze.
Fonte: Scuola Normale Superiore - Ufficio stampa
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