Anche il Chianti in cammino verso i luoghi e gli spazi senza tempo della memoria. Sono partiti da alcune ore i sindaci Roberto Ciappi (Comune di San Casciano in Val di Pesa), David Baroncelli (Comune di Barberino Tavarnelle) e l’assessore Maria Grazia Esposito (Comune di Greve in Chianti), accompagnati da una delegazione costituita da studenti, insegnanti, dirigenti scolastici e volontari dei rispettivi territori. I comuni dell’Unione del Chianti fiorentino hanno aderito al Pellegrinaggio della memoria, organizzato dalla Sezione fiorentina dell’ANED-Associazione Nazionale Ex Deportati. Dopo la pausa dettata dall’emergenza sanitaria la delegazione è tornata a visitare i Lager di Germania, Austria e Italia. Dei trecento partecipanti complessivi sono una ventina i comuni dell’area fiorentina che hanno preso parte al viaggio ai quali si aggiunge il pullman organizzato dalla Città Metropolitana di Firenze con gli studenti delle scuole superiori, accompagnati da Matteo Mazzoni, Direttore dell'Istituto storico Toscano della Resistenza e dell'Età contemporanea, e da Sasha Volpi (consigliere ANED).
Gli amministratori chiantigiani fanno sapere che il programma della visita comprenderà da domani, venerdì 5 maggio, i campi di concentramento di Dachau, Ebensee, il Castello di Hartheim e il campo di Mauthausen. Domenica 7 maggio si terrà la cerimonia internazionale di Mauthausen in occasione del 78° anniversario della Liberazione del Campo. Nella tappa conclusiva, in programma l’8 maggio, è prevista la visita alla Risiera di San Sabba a Trieste. Gli amministratori chiantigiani ringraziano tutti i volontari dell’ANED di Firenze, rappresentata dal presidente Lorenzo Tombelli, dai vicepresidenti Alessio Ducci e Tiziano Lanzini, e dai consiglieri Melania Acciai, Riccardo Pierini, Tamara Tagliaferri, Giulia Romagnoli, Ginevra Rombolini, Paola Caridi, Carla Brotini, Fabio Fabiani, Luigi Dionisio. “E’ un dovere di tutti noi non dimenticare – dichiarano gli amministratori grevigiani - ricordare la Shoa nei luoghi sacri della memoria, in cui i segni del genocidio, una delle pagine più buie della storia dell'umanità, diventano le tappe difficilissime di un percorso interiore e un'esperienza da condividere. Ed è altrettanto fondamentale ribadire, proprio dai luoghi della morte, del dolore, dell'olocausto, che oggi, dopo 78 anni, si è liberi dall’oppressione nazifascista”.
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