Essere indotti alla proclamazione di uno sciopero nel giorno della festa del lavoro, giornata così universalmente carica di significati storici internazionali, è sintomo di un profondo malessere che monta fra le fila di lavoratori e lavoratrici dell’igiene ambientale di Alia Servizi Ambientali, azienda che effettua la raccolta rifiuti per le province di Firenze, Empoli, Prato e Pistoia.
A distanza di poche settimane da un analogo sciopero, i problemi che continuiamo a denunciare sono tuttora vivi, anzi, si è posto carico ulteriore con comandi al lavoro proprio nel giorno della festa del lavoro, in particolar modo nell’Empolese che registra una presenza in servizio quasi del 100%, cosa mai successa in precedenza, ma con significativi numeri di presenze al lavoro, (cooperative appaltatrici incluse) in tutte le province servite da Alia.
In conseguenza alla proclamazione dello sciopero del 1 maggio, oggi l’azienda con nuovo Ods datato 24 aprile 2023 ha ridotto il numero dei servizi dell’empolese.
La lotta che stiamo portando avanti sulle festività domenicali e infrasettimanali oltre ad essere una questione di dignità e rispetto dei tempi di vita dei lavoratori, sembra stia facendo emergere, anche grazie alle interpellanze fatte alla giunta comunale da parte di Sinistra Progetto Comune, quello che avevamo ipotizzato: cioè come il comune di Firenze non avesse attivato una richiesta formale di servizi aggiuntivi nel domenicale, con relativo calcolo di costi aggiuntivi, ma semplicemente chiesto ad ALIA di implementare la pulizia della città nel fine settimana, con facile giochino di spostare lavoratori sulla domenica, sottraendoli al normale lavoro delle giornate infrasettimanali in virtù del riposo compensativo, a costi praticamente inesistenti. Inesistenti per azienda e comune, ma pagati con l’isolamento sociale di lavoratori e lavoratrici, chiamati al lavoro nel giorno in cui la società civile, inclusi i propri familiari, sono in riposo festivo domenicale.
In tutto questo, le OO.SS hanno deciso di concordare ridicoli aumenti sulle domeniche senza chiedere ai diretti interessati se fossero disposti a vendersi per pochi euro (aumenti che rispetto all’ultimo accordo siglato nel 2017 vanno dagli 87 centesimi del livello 4A, ai 3,37 euro del 1A), mentre proprio in questi giorni il cda di ALIA ha approvato il progetto di bilancio del gruppo per l'esercizio 2022 con un utile netto di 22,4 milioni di euro, che segue quello consolidato dell’anno precedente chiuso con un utile netto di 9,92 milioni.
La disparità di queste cifre salta agli occhi e non necessita di alcun commento ulteriore.
Poi abbiamo il problema di una profonda ristrutturazione digitale ed unificazione dei sistemi organizzativi che, invece di portare beneficio al personale aziendale, lo penalizza, costringendolo a relazionarsi in rete con l’azienda per qualsiasi esigenza personale e lavorativa, ultimo arrivo in ordine di tempo la consegna di telefoni cellulari a tutto il personale senza alcun Ods. che ne regoli l’uso, soprattutto se rivolto a personale alla guida di mezzi pesanti.
Denunciamo anche un grosso problema di rappresentanza dei lavoratori: in un periodo in cui, decadute dal Gennaio 2021 le rsu aziendali, la direzione di Alia si relaziona al di fuori delle normali sedi rsu esclusivamente con i sindacati stipulanti di contratto nazionale, senza concedere alcuna apertura né ai lavoratori costituitisi in gruppi autonomi di lavoro per portare idee e proposte, né ad un sindacato di base come il Cobas del Lavoro Privato che si fa carico di portare avanti le istanze presentate da tanti lavoratori e lavoratrici senza più diritto di parola, privati di assemblee generali che siano aperte a tutti, iscritti e non iscritti alle diverse sigle sindacali.
Chiediamo che in tutti i prossimi tavoli di contrattazione anche i Cobas siano rappresentati e che gli accordi siano sottoposti a giudizio di assemblee aperte a tutti i lavoratori e lavoratrici.
Per ultimo c’è diffuso in azienda, così del resto come nel panorama generale italiano del lavoro subordinato, il senso di forte e continuo impoverimento economico per salari del tutto insufficienti, fortemente erosi da rinnovi calcolati ovunque al ribasso, ed a maggior ragione in lunga presenza di una spirale inflazionistica che crea nuove sacche di povertà anche all’interno di chi un lavoro ce l’ha.
Diamo appuntamento al corteo del 1 Maggio ad Empoli dalle 9,00 P.zza Don Minzoni (fronte stazione ferroviaria).
Fonte: Ufficio Stampa
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