Fiaccolata a Pisa per la psichiatra Barbara Capovani

L’intersindacale della Dirigenza dell’Area Sanità Toscana ha indetto – in accordo con le rappresentanze sindacali nazionali della dirigenza, la Federazione Nazionale e Regionale degli Ordini dei medici e degli odontoiatri, la Federazione Nazionale e Regionale dei Medici di Medicina Generale - una fiaccolata a Pisa per Barbara Capovani mercoledì 3 maggio alle 20 in Piazza Vittorio Emanuele II.

“Cammineremo in silenzio, tenendo accesa quella fiaccola simbolo della speranza. Questo è il momento del lutto, non di altre riflessioni che sicuramente saranno necessarie sull'escalation delle aggressioni e della violenza verso gli operatori sanitari e nella nostra società! Morire sul lavoro e per il lavoro, uscire di casa la mattina e non farvi ritorno la sera non è tollerabile per una società civile che deve proteggere e prendersi cura di chi dedica la propria vita, il proprio tempo agli altri nel sistema sanitario regionale e nazionale”.

Si affianca l'Ordine dei Medici di Firenze

"Le parole non bastano più. Le voci di tanti colleghi sono piene di sdegno, di rabbia e di incontenibile costernazione. Quanto accaduto alla dottoressa Barbara Capovani è una violenza che non riusciamo ancora a comprendere e di certo non possiamo accettare".
A dirlo è Lucia Toscani, coordinatrice della Commissione pari opportunità dell’Ordine dei Medici chirurghi e odontoiatri della provincia di Firenze.

"Come troppo spesso accade, abbiamo assistito a un'altra aggressione verso un medico ed una donna, percepita per un problema culturale come più vulnerabile ed esposta. Il prossimo 3 maggio - aggiunge Toscani - a Pisa sarà organizzata una fiaccolata in onore della dottoressa e collega Capovani. Oggi allora vogliamo lanciare un appello ai cittadini e a tutti i professionisti sanitari e non solo della regione: partecipiamo alla manifestazione e dimostriamo che la sanità è unita in un momento così drammatico. Solleviamo una voce forte davanti a un problema concreto: la sicurezza sul posto di lavoro".

"I cittadini si schierino al nostro fianco, le istituzioni attuino quanto già previsto dalla legge 113, i sindacati interpretino la sofferenza dei colleghi con un blocco delle attività. La prevenzione - conclude - deve essere messa in atto subito e capillarmente, gli aggressori perseguiti per legge e le aziende devono difendere i loro operatori facendosi parte civile. Il 25 aprile insegna il valore della libertà. Ma la libertà deve essere anche quella di poter lavorare con serenità e libertà di giudizio. Va ricostruita la fiducia reciproca”.

Fonte: Ufficio stampa

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