La madre viene operata a Pisa, la figlia scrive: "Grazie al reparto di Neurochirurgia"

"Grazie dottore". Arriva dalla provincia di Pisa una lettera di ringraziamento al reparto di Neurochirurgia di Pisa. La scrive Simona Caroti, che racconta quel che è successo alla madre. La donna si è aggravata dopo giorni di malessere e, al Lotti di Pontedera, le è stata trovata una massa che comprimeva il cervello. Dunque è stata operata a Pisa e la figlia Simona ha deciso di scrivere le seguenti parole.

Conosco il dottor Lupi da moltissimi anni e ho sempre apprezzato la sua etica, la sua dedizione al lavoro, le sue competenze, frutto di studio e di esperienza, il suo modo di essere, non ‘solo’ di fare, il medico, e la sua umanità. Se avessi immaginato di vivere un dramma simile avrei voluto, senza dubbio, affidare mia madre a lui, alla sua professionalità. Al suo cuore. 
Mi ha vista e ha capito, spiegandomi nei dettagli la situazione. Mamma aveva un tumore infiltrante, di grandi dimensioni, responsabile del grave malessere. Avrebbe dovuto fare una risonanza magnetica e poi essere subito operata. Nonostante il buio di quel momento per la prima volta non mi sono sentita più come dall’inizio di quell’incubo: sola. Tutt’altro. Finalmente sapevo cosa stava succedendo, e, soprattutto, sapevo che mamma era nelle mani migliori. 

E così è stato. La differenza fra curare e prendersi cura di una persona all'interno del reparto è stata da subito evidente. 

Mia madre ha sempre tratto forza e sicurezza dalle parole e dalla presenza del dottor Lupi e, a parte una notte di comprensibile crisi e di cedimento alla paura di non farcela, è andata incontro all’operazione con serenità, ha voluto vedere i suoi familiari, mi ha chiesto di ‘ sistemare’ le cose – la parte più dura – nel caso non ce l’avesse fatta o non fosse stata più lucida. Un passaggio necessario in quel viaggio inatteso. Ma la maggior parte del tempo ha voluto fare progetti, non solo perché la esortavo a pensare al ‘dopo’, ma perché sentiva la carezza della loro realtà, e questo dal momento che avvertiva fiducia dentro di sé, perché capiva che era in un luogo e con professionisti che avrebbero fatto tutto il possibile per farla stare bene. Il male era brutto, chi e ciò era intorno a lei e se ne prendeva cura, invece era bello e la tranquillizzava. 
L’intervento è andato avanti una intera giornata. Quando il dottor Lupi è uscito dalla sala ed è venuto a parlarmi mi ha detto che era stata un’operazione complessa, come previsto, che il tumore era molto diffuso e infiltrato, ma che era stato tolto. La TAC alla testa fatta subito dopo l'intervento si è rivelata, infatti, ‘pulita’ nonostante l'interessamento di aree come: insulsa, corona radiata, nuclei della base, capsula interna ed esterna e il tratto e chiasma ottico, termini, fino ad allora, per me quasi sconosciuti. Questo risultato è stato possibile grazie a tutta l’équipe della sala operatoria: anestesisti, infermieri e personale di supporto. Durante l'intervento, mi ha poi spiegato il dottor. Lupi, è stato usato un tracciante tumorale, visibile al microscopio operatorio, e il sistema di neuronavigazione che hanno permesso una maggiore capacità di discrimine tra tumore e tessuto sano, durante tutta la procedura.
Mamma, in coma farmacologico e sotto anestesia, ha ripreso coscienza ed è stata estubata già la mattina dopo e portata in terapia subintensiva. Subito reattiva, sebbene leggermente confusa sulle tempistiche, felice di aver superato l’intervento, di rivedere le persone che ama, il personale medico, il neurochirurgo che l’ha operata, ancora più piena di progetti. 

È stata dimessa il 5 aprile e tutto sta procedendo bene, dovrà fare un percorso di radioterapia e chemioterapia, ma visto che è stato asportato tutto il tumore e che le sue condizioni sono buone, potranno iniziare subito a curarla. 

 Un ringraziamento infinito al dottor Giancarlo Lupi, al personale dei reparti di neurochirurgia diretta dal dottor Liberti, di terapia intensiva diretta dal dottor Francesco De Masi, della neuroradiologia, diretta dal professor Mirco Cosottini, e della sala operatoria dell'Ospedale di Cisanello e a tutti e tutte coloro che continueranno questo percorso di cura. Grazie anche alle cure prestate, inizialmente, dal personale dell'Ospedale Lotti di Pontedera e a tutti quei volontari e volontarie che, quotidianamente, garantiscono i servizi accessori alle cure. 

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