"Sul futuro dello stadio di Empoli:
Ci siamo presi qualche giorno prima di intervenire sulla questione stadio. Dopo la commissione sul tema, tenuta il 5 aprile, e lette le dichiarazioni di altri gruppi consiliari (Lega e 5 Stelle), possiamo dire che condividiamo la ricostruzione della commissione fatta dalle altre forze politiche di opposizione ed esprimiamo soprattutto preoccupazioni sia per l'approssimazione dell'assessore (molti, troppi "non so") e sulla assenza della sindaca.
Sulla "faccenda" della possibile venuta della Fiorentina ad Empoli siamo convinti che anche solo la possibilità e le modalità con le quali la squadra viola possa venire in città, per l’impatto che può avere sulla vivibilità cittadina, debbano essere discusse quantomeno nel consiglio comunale.
Oltre a questo vogliamo però, come gruppo consiliare Buongiorno Empoli, utilizzare queste righe per esporre nuovamente, come già fatto in più occasioni sia nelle sedi istituzionali ma anche sulla stampa, quello che per noi dovrebbe essere il futuro dello stadio.
Negli anni 70/80 lo stadio di Empoli era concepito come un luogo pubblico dove i cittadini potevano avvicinarsi all’attività fisica anche senza essere iscritti a società sportive e senza che ci fossero fini agonistici, organizzare concerti e manifestazioni di vario genere. Una domenica su due lo stadio diventava il santuario della partita degli azzurri, militanti fissi della serie c.
Lo stadio era preservato e curato da dipendenti pubblici. I costi di manutenzione per il comune erano comunque contenuti sia perché la struttura era relativamente recente, sia perché buona parte dei costi veniva sostenuta dalla società di calcio professionistico in cambio dell’utilizzo della struttura.
Il cambio radicale degli anni 80/90 fu segnato dall'interdizione alla fruizione libera degli spazi dello stadio per ragioni di responsabilità assicurative, per la crescita di un tessuto di palestre private per ogni ordine di costo e di aspirazione agonistica e contemporaneamente l’approdo della squadra di calcio cittadina alle serie superiori del mondo calcistico. Non subito si è percepito che questi fattori avrebbero portato ad uno snaturamento dello stadio, da bene pubblico, assolvente ad una funzione pubblica, a struttura quasi esclusivamente necessaria per un business privato: quello del calcio professionistico. È bene precisare che il calcio è un business privato che però suscita dei sentimenti di appartenenza in buona parte dei cittadini ed ha una ricaduta sul tessuto produttivo dell’area, presente anche se difficilmente quantificabile. È un business privato diverso anche in un altro elemento che può essere dirimente nelle scelte che stiamo per intraprendere sul futuro dello stadio: non è legato ad una specifica società. L’Empoli f.c. potrebbe fallire (vedi la Fiorentina dei Pontello) e verrebbe in tal caso sostituita da una nuova società che ne prenderebbe il posto solo perché la collettività decide che quella è la continuazione della storia della squadra di calcio (vedi Fiorentina dei Della Valle). Stante queste premesse la soluzione del problema stadio potrebbe essere molto semplice: l'amministrazione non può e non vuole più utilizzare soldi pubblici per mantenere una struttura che è diventata di uso privato, quindi la cede in concessione alla società calcistica anche per un periodo lungo. La società dovrà investire nella nuova struttura e nella sua manutenzione con la clausola che qualora la società fallisca la struttura rientrerà nella disponibilità dell’amministrazione.
Il progetto dovrà essere condiviso con interventi adeguati alle esigenze del mondo del calcio, senza richieste per opere che non siano legate direttamente alla struttura stadio. Può, a nostro avviso, essere concesso uno spazio per attività commerciali contenuto, connesso alla squadra, allo sport, a ciò che esso richiama: palestre, centri benessere, spazi per i servizi pubblici, bar, Ristorante ecc.. Fino ad ora l’attuale società ha dimostrato la capacità di saper stare ai massimi livelli del calcio professionistico. L’Empoli f.c. ha bisogno di un stadio efficiente per continuare il suo percorso di azienda del calcio professionistico e l'amministrazione può darglielo risolvendo anche un proprio problema: disfarsi di una struttura costosa che non svolge più una funzione pubblica.
La soluzione della vendita, a nostro avviso, apre la possibilità dell'acquisto da parte di un soggetto che, se pur vicino, potrebbe non essere l’Empoli f.c.. L’eventuale compratore, acquisterebbe soltanto nel caso in cui guadagnasse dall’investimento affittando alla squadra di calcio e sfruttando ciò che l’Amministrazione permetterà di fare (spazi commerciali, servizi, ecc.). La cifra a cui sarà venduto l'immobile salirà in maniera proporzionale a ciò che verrà concesso.
Alcune domande che ci siamo posti e che a più riprese abbiamo posto all’attuale Amministrazione Comunale quindi sono:
- Quali diritti reali acquisisce chi comprerà lo stadio?
- Come gestiamo un eventuale fallimento della società di calcio?
- Chi detiene la proprietà avrà voce in capitolo su chi subentrerà?
- Quanti metri quadri di commerciale sono previsti? E per quali attività?
- Stiamo facendo un passo intelligente per l'urbanistica della città?
Queste invece le nostre proposte:
- Concessione alla società Empoli F.C..
- L’onere di concessione è costruire e mantenere la struttura, il cui progetto è concordato.
- Il rientro economico deve essere coperto dai proventi del calcio, dalle attività legate ad esso e allo sport in generale che gli permetteremo di gestire nella struttura.
- Concordare regole chiare per rientrare in possesso del bene in caso di eventuale fallimento della società.
Considerata l’importanza urbanistica dell’intervento riteniamo inoltre assolutamente sbagliata la scelta anticipatoria rispetto al Piano Strutturale intercomunale e al Piano Operativo Comunale".
Fonte: Gruppo consiliare Buongiorno Empoli
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