Dal giorno in cui venne istituito il Parco naturale di Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli, fu chiaro che fra i motivi per cui si stabilivano i confini dell’area protetta c'era soprattutto quello di salvare un territorio dalla “naturale” cementificazione e pressione del mondo antropizzato che da sempre preme contro boschi e aree umide, e in definitiva la costa.
Non si trattava solo di salvaguardare dall’estinzione delle specie, ma di preservare un’area, con tutte le sue caratteristiche uniche nel suo genere, da una cementificazione che già negli anni ’70 sembrava schiacciante.
Per questo i confini dell’area protetta sono a tutti gli effetti parte integrante e difesa “estrema” di quell’habitat, altrettanto ricchi di biodiversità e luoghi spesso unici nel loro genere nella costa pisana e non solo.
Per questo ci ha sconcertato alcuni giorni fa, in occasione di un escursione presso la zona boschiva e palustre denominata “L’Ulivo”, di riscontrare una grave situazione di degrado ambientale.
Tale zona ha un’alta valenza ambientale, con i suoi boschi allagati e di leccio e la sua area palustre, all’interno della quale si trova anche un interessantissimo insediamento di Salicornia pressoché unico in tutta la costa tirrenica, nonché un interessante presenza faunistica.
L’area è delimitata da un corso d’acqua denominato “Fossa Chiara”, che oltre a rappresentare il confine sud del Parco segna anche il confine comunale di Pisa. Lungo il suddetto corso d’acqua, nella parte di competenza del parco e ricadente nel comune di Pisa, tutta la ripa e la golena sono interessate da un forte degrado determinato da continui scarichi di masserizie e di materiali edili, nonché da una serie di numerosi retoni oramai per lo più abbandonati e fatiscenti (facciamo presente che quasi tutte le coperture di questi manufatti ormai degradati sono costituti da Eternit). Tale specifica area, lo ricordiamo, è tutta di proprietà demaniale e, al pari della tenuta di Tombolo, è data in gestione all'Università di Pisa.
Quello che più colpisce all’interno di questo degrado è una recinzione in parte schermata da ombreggianti che è completamente ricoperta per almeno 80-100 mq da un alto strato di rifiuti di ogni genere. Non conosciamo l’origine di tale recinzione, peraltro chiusa da lucchetto.
Il materiale al suo interno arriva, come da foto allegate, ad occupare la golena fino allo zoccolo ripario e al pelo dell’acqua. Facciamo presente che la zona, pur essendo parte integrante del Parco Naturale, non presenta né perimetrazioni né pannelli esplicativi dell’ambiente circostante, cosa che avviene in tutte le altre zone dell’area protetta.
Ignorando l’origine di questa discarica abusiva, come delle altre e la composizione del materiale abbandonato, che oltre a rappresentare un oltraggio al parco può caratterizzarsi come un pericolo per la natura circostante e per la salute dei cittadini, tramite il nostro consigliere Francesco Auletta abbiamo effettuato una segnalazione alle autorità del Parco, alla Provincia di Pisa, al Comune di Pisa, al Consorzio di Bonifica e alle altre autorità competenti.
Il Parco e la Città intera meritano molto, molto di più.
Alessandro Spinelli – Unione Popolare
Claudia Gazineo – Una Città in Comune
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