Ho dedicato diversi anni allo studio dei riti della Settimana santa in Italia, con particolare attenzione alle forme artistiche ad essa legate. Oggi questo periodo di festività è al margine poiché ha perso gran parte del significato e della ritualità. Peccato, perché scavando a fondo in questi riti, forse oggi un pò demodè, si trova tutta la spontaneità artistica della cultura occidentale.
Si può credere in Dio ed avere Fede, oppure, si sceglie di essere atei. La fede non si sceglie, è un dono, almeno così si dice. In entrambi i casi, quando si parla della vita di Gesù il Nazareno, le scorciatoie sono poche e la Storia, quella con la s maiuscola, resta un pilastro invalicabile per atei e credenti.
Al di là della fede e della spiritualità, il Crocifisso resta un simbolo potentissimo senza il quale la nostra civiltà, la nostra cultura occidentale non si comprende. La Croce è la base sulla quale si regge la nostra storia. La storia d’Italia, soprattutto. Non dell’Italia in quanto Paese politico ma in quanto cultura.
I riti secolari legati alla Settimana Santa e alle vicende storiche della Passione di Cristo, nell’Occidente cristiano, hanno plasmato in nuce tutte le espressioni della civiltà: il germe del teatro, della iconografia, della storia dell’arte e della musica.
I luoghi in Toscana dove trovare la Croce di Cristo
Se volessimo tracciare una mappa per seguire le tracce che Cristo ha lasciato lungo il suo cammino, allora dobbiamo essere pronti a viaggiare parecchio. Non penso ai già noti scenari che hanno visto le vicende del Gesù uomo, mi riferisco ai luoghi ove gli uomini che lo hanno creduto e sono sopravvissuti alla sua morte, hanno percorso lasciando la propria testimonianza.
Poi ci sono i luoghi dove è apparsa la Croce. Che si sia trattato di reliquia, di una immagine, di testimonianze, la nostra mappa si estende per ripercorrere tutti i luoghi dove il rapporto Gesù e Croce si è fatto più importante. Andremo in Samaria, a Gerusalemme, in Francia sulle orme dei Templari e seguendo i Crociati fino alla Sindone di Torino; ci fermeremo al porto di Bari, da qui risalire la penisola per fermarci in Toscana, a Lucca, dove esiste l’immagine storicamente più attendibile del volto di Cristo ed a Pisa dove si trovano le tombe di antichi seguaci di Gesù.
In ogni angolo dell’Europa troviamo qualcosa che ci riporta alla Croce di Cristo: reliquie miracolose, manoscritti, tesori nascosti. L’incontro con Gesù è stato un innesco per chiunque lo ha incontrato. Nessun personaggio che entra in contatto con questo enigmatico protagonista della storia, cambia la sua vita e diventa qualcos’altro.
Restano famose le cronache dei cavalieri crociati, molti dei quali si fanno portatori di oggetti, autentici o falsi, che riempiono l’Europa di reliquie, sacre immagini, chiodi della croce, pezzi di legno… Intorno al vuoto fisico del Cristo si costruisce una bisogno tangibile della trascendenza. Prendono forma immagini e sculture. Intorno al Crocifisso si ramifica la curiosità per l’uomo. Nasce l’umanesimo e con lui nasce gran parte della storia dell’arte e tutta la simbologia che ne deriva.
Nel Medioevo nasce il dramma teatrale
Gli ultimi giorni di vita di Cristo, quella che si chiama “passione”, diventano lo spunto per costruire un mondo di immagini e relazioni. Nel primissimo Medioevo le prime forme di dramma teatrale, ad esempio, nascono intorno al “Quem quaeritis in sepulchro”, ovvero, la messa del mattino di Pasqua. Qui le donne, e solo loro, sono le prime a scoprire la Resurrezione e, addirittura, è la Maddalena per prima a vedere Gesù risorto. Immaginiamo nel X e XII secolo, compagnie di viandanti che giravano l’Italia e l’Europa, recitando e cantando. E cosa fosse all'epoca inscenare la questione in un mondo dove le donne erano escluse dal teatro!
Nel Rinascimento nascono le reliquie ed il mondo esoterico
Cosa custodiva a Firenze Piero il Gottoso de Medici, padre del Magnifico Lorenzo nel suo studiolo privato? All’interno di una armadio reliquiario, posto al centro della magnifica Cappella dei Magi, affrescata nel Quattrocento da Benozzo Gozzoli, si trovava una preziosa reliquia di Cristo, forse un pezzo di Croce e dei chiodi.
Giovanni Rucellai, eccelso mecenate del Rinascimento fiorentino, chiese a Leon Battista Alberti di realizzare una copia del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Oggi è ancora visibile nella ex chiesa di San Pancrazio. Quanta sapienza è necessaria per decifrare il criptico rapporto tra le figure della decorazione ed i rapporti geometrici tra l’architettura e i simboli che lo decorano?
La Sindone è la reliquia più importante ma a Lucca c’è il vero volto di Cristo
A Lucca esiste la più antica immagine di Gesù crocifisso, il famoso Volto Santo di Lucca: una scultura lignea rarissima, la più antica conosciuta in Occidente, ma anche una reliquia che conteneva il sangue del Redentore. Un'opera d’arte e che ci racconta una storia meravigliosa ed affascinante.
Il Volto Santo di Lucca è un Santo Graal
La scultura conteneva, all’epoca dell’arrivo a Lucca, due ampolle di vetro che contenevano del sangue. Era il sangue di Cristo? Se così fosse il Volto Santo di Lucca farebbe pensare ad una sorta di Santo Graal
Posta sulla via Francigena, la strada che collegava nel Medioevo la Francia a Gerusalemme, Lucca è la città che può svelare uno dei più affascinanti enigmi della storia, come vedere il volto di Dio. Forse per questo motivo la città Toscana offre numerosi luoghi pieni di testimonianze della presenza dei Templari e dei numerosi cavalieri crociati che hanno attraversato la Toscana.
La scultura miracolosa di Lucca è conservata nella Cattedrale di San Martino. Il volto Santo è un'antichissima scultura in legno di noce, anteriore all’XI secolo. Il Cristo più grande del naturale non è rappresentato morto, come siamo abituati noi, ma si rifà ad un'antica iconografia di un Cristo vivo. Solo le mani sono inchiodate alla croce e la figura veste un lungo abito annodato con una cintola
Il primo ritratto di Gesù, lo stesso volto che si trova impresso nella Sindone
L’aspetto più affascinante di questa scultura però non è solo la qualità artistica e rarità dell’opera d’arte ma in ciò che essa raffigura. La Croce di Lucca rappresenterebbe le fattezze reali di Cristo: un ritratto eseguito dal suo discepolo, Nicodemo. Gesù è qui un uomo dai tratti mediorientali, dalla barba fluente. Un volto quasi iconico ma che rivelerebbe, forse con maggiore fedeltà di qualsiasi altra testimonianza, il viso di Gesù. Proprio come la Sindone di Torino, la scultura oggi conservata a Lucca testimonia in concreto un fatto storico ed un'immagine irripetibile.
Nicodemo, discepolo di Gesù è lo scultore del Volto Santo di Lucca
L’autore secondo la leggenda l'autore del crocifisso sarebbe Nicodemo. Una figura singolare che compare insieme a Giuseppe di Arimatea, entrambi discepoli di Gesù. Senza questi due personaggi tutta la parabola della Sepoltura e Resurrezione di Cristo avrebbe preso altre forme. Giuseppe chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse.
Seguiamo le fonti: “Vi andò anche Nicodèmo e portò circa trenta chili di una mistura di mirra e di àloe. Essi presero allora il corpo di Gesù e lo avvolsero con teli, insieme ad aromi, come usano fare i Giudei per preparare la sepoltura. Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora posto. Là dunque, poiché era il giorno della Parasceve dei Giudei e dato che il sepolcro era vicino, posero Gesù”.
Il più antico ritratto di Gesù è stato realizzato dai suoi discepoli in Israele subito dopo la sua morte.
Secondo alcune fonti antiche e ufficiali, Nicodemo, citato tre volte nel Vangelo di Giovanni, sarebbe la figura chiave per capire la storia del corpo di Gesù crocifisso. Fonti successive a Giovanni, di natura più incerta e leggendaria, raccontano che Nicodemo sarebbe l’autore della prima e più autentica immagine di Dio. Gesù fu ritratto proprio da Nicodemo. Il volto del Cristo rimase impresso nella mente e nel cuore di questo discepolo segreto. La storia narra che Nicodemo fu privato dei suoi averi e flagellato per essere stato un discepolo e seguace del Nazareno, evitando la morte grazie all'intervento di Gamaliele, forse un dottore della legge, che lo ospitò nella sua dimora a Ramla ( Israele).
A Ramla Nicodemo scolpì il Volto Santo di Gesù. Un ritratto post mortem. Si tratta del crocifisso di Lucca?
Non possediamo notizie certe ma non abbiamo nemmeno altre sculture che potrebbero essere sovrapposte a quella di Lucca. La sacra Sindone è l’altra fonte per la Croce di Lucca. L’immagine impressa sulla Sindone è sovrapponibile alla scultura come se l’autore del crocifisso ligneo di Lucca fosse stato a conoscenza del sacro sudario di lino.
Il volto Santo di Lucca confermerebbe l’ipotesi di alcuni studiosi che già pochi anni dopo la morte di Gesù, alcuni suoi seguaci utilizzassero la sua immagine per venerazione. Non solo il volto di Gesù. Le fonti antiche parlano già della Sindone, ovvero, il Sudario, raccolto dal sepolcro dopo la Resurrezione che fu tenuto in gran segreto da Giuseppe d’Arimatea, seguace di Cristo e padrone della tomba usata per la sepoltura del crocefisso.
Il Volto Santo di Lucca è l'unica immagine originale di Gesù?
Chi può dirlo con esattezza. Seguendo sempre la leggenda, Nicodemo avrebbe affidato il Volto Santo a Isacar (Ysachaar), suo discepolo, ma sotto le persecuzioni di Traiano perdiamo qualsiasi traccia della statua. Esistono, però, altre fonti che ci raccontano di un crocifisso eseguito da Nicodemo. Si tratta delle vite di santi composta dal domenicano Jacopo da Varazze nella metà del XIII secolo in cui si cita il Crocifisso di Beirut, comunemente detto di Beirito. E’ un altro crocefisso ligneo medievale, forse coevo a quello di Lucca.
Il corpo di Nicodemo, discepolo di Cristo, è ancora sepolto nel Duomo di Pisa
Pisa diede un enorme contributo alla lotta contro gli infedeli partecipando alla prima Crociata in terra Santa, Molti cavalieri erano fiorentini e pisani. Questi ultimi chiesero ed ottennero dal patriarca di Gerusalemme, Daimberto, il permesso di trasportare a Pisa i corpi di alcuni santi. Tra questi vi erano Nicodemo e Gamaliele e furono seppelliti a Pisa. Si, all’interno del Duomo di Pisa si trovano proprio le ossa di Nicodemo.
Siamo nel 742 d.C e la nave misteriosa resta ferma nel porto per alcuni giorni. Tutto tace fino all’arrivo di un altro Angelo divino. Questa volta appare al vescovo di Lucca, Giovanni. Il Vescovo viene informato della presenza della reliquia che si impegna a far arrivare a Lucca.
La chiesa di San Frediano a Lucca racconta il mistero del Volto Santo e del sangue di Cristo.
La Croce di Lucca conteneva, all’epoca dell’arrivo a Lucca, due ampolle di vetro che contenevano il sangue del figlio di Dio. Una delle ampolle, però, resta alla città di Luni. Il Vescovo Giovanni pensò bene di pagare così il pegno per portare a Lucca la croce. I Lunesi ci ripensano e reclamano la Croce, Allora Giovanni, lega la scultura lignea ad un carro di buoi che, lasciati liberi, decideranno il destino della reliquia. La coppia di animali scelsero provvidenzialmente Lucca.
La croce con la vera ed autentica immagine del Volto Santo, scolpito da Nicodemo, arriva a Lucca. Ma le sorprese e i fatti misteriosi non cessano di manifestarsi. La reliquia, infatti, è prima custodita nella chiesa di San Frediano ma da qui scompare quasi subito per riapparire in un giardino adiacente alla Cattedrale di San Martino. E’ qui che si conserva ancora oggi la Croce di Lucca.
libri sull’argomento:
I. Sabbatini, Lucca, il Volto Santo e la Via Francigena 2020
Mantelli L.;Agnoletti S. I fiorentini alle Crociate, Ed. della Meridiana, Firenze 2007
A. D’Orsi, Le Sculture della Passione, memorie della settimana santa, Napoli 2012
L. Allegri, Teatro e spettacolo nel Medioevo, Bari 1988
www.guiaturisticadeflorencia.com
Alfonso D'Orsi
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