I Medici e il Barocco di Luca Giordano a Firenze

luca giordano

La mostra sarà aperta fino al 5 settembre 2023 a Palazzo Medici Riccardi


L’inventario dei quadri e delle opere d’arte presenti nella collezione fiorentina di Lorenzo, Ottaviano ed Andrea Del Rosso nel 1689, denota un gusto ed una passione per l’arte di Luca Giordano (1634-1705) . I quadri del Giordano, pittore napoletano eccelso, esponente di spicco della pittura Barocca, nella collezione di questa nota famiglia fiorentina sono moltissimi e confermano quanto siano stati importanti per la conoscenza del pittore a Firenze, presso la corte dei Medici. L’artista napoletano trovò subito terreno fertile nelle opere pubbliche, come dimostra la Cappella Corsini a Firenze commissionata da Bartolomeo di Filippo e Neri di Andrea, ed in quelle private più raffinate, come ad esempio, dell'abate Pietro Andrea Andreini (1650-1729), nobile prelato che condivideva la stessa passione antiquaria e numismatica del Cardinal Leopoldo de Medici.

Riferisce Bernardo De Dominici, biografo napoletano, che la prima opera di Luca Giordano arriva a Firenze nel 1685 proprio per il Cardinal Leopoldo de Medici L’artista inviò al Medici un Autoritratto (già in collezione Medicea, poi esposto nel Corridoio Vasariano).

L’opera fu probabilmente il passepartout per Giordano a Firenze che giunse nella città medicea, grazie soprattutto alla mediazione di Andrea e Lorenzo Del Rosso, due agenti della corte dei Medici di stanza a Napoli.

Nella città partenopea i due fiorentini si innamorano del linguaggio fresco e sprezzante dell’arte di Luca Giordano che, proprio a Napoli si era già fatto interprete della grande eredità della pittura naturalistica di Caravaggio e del tenebrismo di Jusepe de Ribera.

Luca Giordano si ferma, infatti, a Firenze dal febbraio al dicembre 1682 e poi dall’aprile del 1685. Sono due soste importanti perché hanno rappresentato un momento vitale del tardo barocco a Firenze, ma anche perché il clima intellettuale della città ha permesso al pittore di raggiungere livelli artistici nuovi: introdotto a Firenze, l’artista napoletano si allinea subito alle tendenze luminose di Pietro da Cortona ed a un linguaggio figurativo più purista alla Carlo Dolci.

La mostra a Palazzo Medici Riccardi, a cura di Riccardo Lattuada, Giuseppe Scavizzi e Valentina Zucchi, attraverso disegni e bozzetti, documenta l’opera più rappresentativa del soggiorno fiorentino del pittore: il grande ciclo di affreschi della Sala degli Specchi e della Biblioteca Riccardiana. La mostra si concentra anche  anche su l'immensa produzione del Giordano nell’ambiente religioso, del tema sacro realizzato a pittura a fresco.

C’è anche l’aspetto del collezionismo privato, non solo della famiglia del Rosso; in esposizione troviamo opere legate alla committenza della famiglia Riccardi ( Atalanta e Ippomene, già in inventario Riccardi quando questi furono proprietari del Palazzo), committenza medicea, in particolare di Vittoria della Rovere, moglie di Ferdinando II de Medici ( Fuga in Egitto, oggi di proprietà delle Gallerie degli Uffizi).

Non solo soggetti religiosi, lungo il percorso troviamo anche dipinti che attestano il grande livello che l'artista ha raggiunto nel concetto di figura, attraverso la messa in scena di ritratti e soggetti storici, come ad esempio, il Lucio Giunio Bruto (proveniente dal Museo di Casa Martelli a Firenze).

Il percorso offre la visione di opere distribuite in varie collezioni private europee e poi quadri provenienti da prestigiosi musei italiani come le Gallerie degli Uffizi, il Museo dell’Opera del Duomo di Siena, il Museo Stibbert di Firenze e il Museo di Palazzo Mansi a Lucca oltre ad opere provenienti da collezioni private italiane e americane.

Luca Giordano e il Trionfo della Casa Medici

Ricordiamo che gli affreschi di Giordano si trovano nella Biblioteca Riccardiana e nella Galleria degli Specchi, ad oggi gli unici ambienti rimasti intatti dal Seicento. Trattano l’Apoteosi dei Medici e una Allegoria della Giustizia. Sono pitture strepitose realizzate con una personale tecnica che mescola fresco e pittura a calce. La luminosità di queste scene è dovuta soprattutto all’impiego sapiente di blue oltremare e lapislazzuli. Intensità cromatiche che Giordano realizza in una fase matura del suo percorso e possono considerarsi un unicum rispetto a tutta la decorazione a fresco di epoca barocca presente a Firenze.

Il nucleo più interessante della mostra sono i dieci bozzetti che documentano il working in progress della Galleria degli Specchi e della volta della Biblioteca Riccardiana, oggi di proprietà della National Gallery di Londra. E’ la prima volta che i disegni tornano così vicino agli affreschi.

Il tema centrale delle storie affrescate da Giordano in queste volte luminosissime è la celebrazione della casata dei Medici attraverso un vasto e dottissimo apparato iconografico che si snoda tra miti e leggende antiche. Quali sono state le fonti d’ispirazione? Certamente fonti letterarie che nel Seicento formavano la base di molti soggetti pagani: la Tabula Cebetis, La Sfera del Dati, Le Metamorfosi di Ovidio.

Le figure fissate da Giordano nella volta del Palazzo Medici vestono i panni di una Arcadia fresca e dinamica. L’aria che si respira nelle scene affrescate è quella delle passate feste medicee; la malinconia non manca, visto che di quel fasto e di quella  grandezza ne rimarrà poco.

La mostra offre, inoltre, uno spaccato di libri e testi antichi  che si ricollegano alle fonti: tra queste, la Flora di Giovan Battista Ferrari con le bellissime incisioni tratte da disegni di Piero da Cortona.

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Alfonso D'Orsi

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