La figlia 13enne è stata violentata, lui ha mandato in ritardo il certificato di malattia al lavoro ed è stato licenziato. Una vicenda clamorosa arriva dalla provincia di Lucca, protagonista un operaio assieme alla figlia minorenne. Il tribunale del lavoro ha rigettato il ricorso dell'uomo contro il licenziamento e lo ha condannato a rimborsare la parte avversaria delle spese legali.
La storia risale all'autunno del 2020. L'uomo era in malattia per i postumi di un intervento chirurgico. In quei giorni la figlia 13enne ha vissuto l'orrore degli abusi sessuali e venne convocata in tribunale a Luca per l'incidente probatorio, dopo che il presunto responsabile era stato individuato.
La ragazzina è finita anche al pronto soccorso, mentre un'altra parente dell'operaio aveva accusato altri malori, In queste condizioni l'uomo, che sarebbe dovuto rientrare al lavoro, ha visto passare in secondo piano l'invio del certificato, avvenuto con pochi giorni di ritardo.
Pur avendo avvisato la responsabile sui problemi familiari, l'uomo si è visto inviare una lettera di contestazione dall'azienda, missiva peraltro arrivata in ritardo di oltre cinque giorni. L'uomo è stato licenziato e ha presentato ricorso alla Cgil.
Nel weekend è arrivata la decisione del tribunale del lavoro e adesso l'operaio deve scegliere se accettare o presentare ricorso.
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