Sotto indagine 30 imprenditori, 28 cinesi e due campani, che lavorano nel settore del commercio all'ingrosso di abbigliamento e calzature. La procura di Firenze avrebbe infatti messo sotto la lente di ingrandimento una possibile organizzazione a delinquere che riciclava denaro in criptovalute. Associazione per delinquere, riciclaggio e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte: questi i reati contestati.
Da quanto ipotizzato tra il 2018 e il 2020 gli imprenditori avrebbero riciclato circa 10 milioni di euro proveniente da evasione fiscale. I proventi dell'evasione fiscale sarebbero stati trasferiti da 26 titolari di aziende con diversi bonifici, tra il 2018 e il 2020, al conto estero dei quattro artefici dell'organizzazione, i quali, per mascherarne l'origine, provvedevano sistematicamente a trasferire le somme verso conti esteri, intestati a società dedite all'exchange, ovvero all'acquisto di criptovalute, come i Bitcoin.
Per ricostruire i movimenti illeciti la Procura fiorentina ha dovuto trasmettere ordini europei di indagine in Germania, Lituania, Slovenia, Estonia, Liechtenstein e Seychelles. La Cina, secondo quanto emerso, non avrebbe mai risposto alle rogatorie della procura fiorentina.
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