Prosegue nella commissione Istruzione e Cultura, presieduta da Cristina Giachi (Pd), il lavoro di approfondimento sugli Stati Generali della Cultura. Questo pomeriggio, giovedì 9 marzo, il riflettore è stato puntato sullo stato dello spettacolo dal vivo, con l’audizione dei rappresentanti di Federvivo, la federazione che riunisce la principale rappresentanza del comparto. Beatrice Magnolfi, presidente di Federvivo Toscana e gli altri rappresentanti hanno delineato il quadro del settore dopo la pandemia e fornito numerosi spunti e suggerimenti su temi nodali.
Lo spettacolo dal vivo è in forte ripresa, grazie alla resilienza degli operatori e alla voglia degli spettatori di tornare a teatro. Ma dopo la pandemia è cambiato lo scenario: gli abbonamenti sono calati sensibilmente (fino al 60 per cento nelle grandi città e del 15 per cento nei centri minori) e gli spettatori scelgono piuttosto di comprare il biglietto per il singolo spettacolo. Questo provoca incertezza e dunque più difficoltà nella programmazione, oltre a creare l’esigenza di conquistare lo spettatore di volta in volta, puntando su produzioni di grande richiamo, con nomi conosciuti e di conseguenza molto costose, a scapito delle novità.
C’è inoltre il problema della manutenzione dei teatri, per cui non sono previsti appositi fondi di sostegno, a fronte di un’aumentata richiesta di servizi di qualità.
La Toscana può contare su una quantità di sottosistemi validi, hanno spiegato ancora gli operatori, ma occorre puntare ancora di più su un sistema organizzato in cui si lavori in modo complementare risparmiando risorse e senza farsi concorrenza inutile.
Importante inoltre incrementare, anche tramite la legge regionale, il rapporto tra scuola e teatro, con l’obiettivo di formare il pubblico di domani e di combattere la povertà culturale.
Da più parti è stato puntato il dito contro il ritardo con cui vengono erogati i sostegni economici regionali, per cui gli operatori riescono a conoscere solo a fine anno la quantità di fondi di cui possono disporre per l’anno già trascorso.
Ancora, è stata posta l’attenzione sulla mancanza di strutture territoriali di riferimento, in particolare dopo l’abolizione delle Province, e della prevalenza del Firenze-centrismo negli investimenti culturali, chiedendo interventi che possano portare a un riequilibrio territoriale. Così come, in materia di art bonus, è stata avanzata la proposta di dare la possibilità di cedere il credito.
“Anche durante questa seduta sono arrivati contributi preziosi, che ribadiscono come il sistema della cultura non sia un accessorio, per quanto importante, ma uno strumento fondamentale per promuovere l’economia della Toscana” ha commentato la presidente Cristina Giachi.
Luciana Bartolini (Lega) ha sottolineato come sia necessario “trovare soldi per la manutenzione dei teatri” e per coinvolgere i più giovani.
Elena Rosignoli (Pd) ha ribadito l’importanza di superare la frammentazione dell’offerta culturale in Toscana e ribadito l’importanza degli investimenti in cultura.
Gabriele Veneri (Fratelli d’Italia) ha osservato che sarebbe necessario delineare un identikit di coloro che non vanno a teatro e lavorare per un’offerta diretta che sia per loro attraente.
Jacopo Melio (Pd) ha invitato ad esaminare il tema della presenza delle persone con disabilità all’interno dei teatri.
Successivamente è stata ascoltata Chiara Gribaudo, deputata del Pd alla terza legislatura, relatrice della legge sullo spettacolo dal vivo che ha introdotto elementi di welfare per i lavoratori del settore. Gribaudo ha riassunto i risultati di una lunga indagine fatta dalle commissioni Cultura e Lavoro della Camera sui lavoratori dello spettacolo, un microcosmo in cui prevalgono precariato e lavoro grigio (i rapporti di lavoro a tempo indeterminato non superano il 5 per cento) e il lavoro fatto per l’introduzione dell’indennità di discontinuità.
Per quanto riguarda lo stato di attuazione dei decreti legislativi da parte del nuovo governo, la deputata ha affermato che “purtroppo non ci sono novità”. “Abbiamo ricevuto la disponibilità del governo ad occuparsene – ha detto – ma al momento non ci sono né una bozza né direttive chiare”. Gribaudo ha infine sottolineato l’importanza anche di un percorso regionale: “C’è bisogno di buone pratiche a livello regionale per continuare a incalzare il governo regionale su questioni come l’indennità di discontinuità e l’equo compenso” ha detto.
Da parte delle rappresentanze sindacali è stata sottolineata l’esigenza di un’interlocuzione con il governo per “dare gambe alla legge” e proporre alcuni correttivi.
Cristina Giachi ha lanciato a questo punto l’idea di una proposta di risoluzione urgente in materia per sollecitare il governo nazionale.
Fonte: Toscana Consiglio Regionale
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