"In questa fase di cambiamenti e incertezze tutta la categoria deve riconoscersi nei valori del buon giornalismo, con l’obiettivo di alzare il livello qualitativo del nostro lavoro e quindi garantire il diritto dei cittadini a essere informati."
Con queste parole il presidente dell’Ordine dei giornalisti della Toscana, Giampaolo Marchini, è intervenuto al convegno dal titolo “60 anni dell'Ordine dei giornalisti. Il futuro della libertà di stampa nell'era digitale”. L’evento - parte delle celebrazioni per la Festa della Toscana 2022 dedicata alla libertà di espressione - si è tenuto oggi a Firenze nell’Auditorium del Consiglio Regionale. Un evento che dato il via in Toscana alle celebrazioni per i 60 anni della nascita dell’Ordine dei giornalisti. A organizzarlo l’Ordine dei Giornalisti della Toscana con la Fondazione Odg Toscana e in collaborazione con il Consiglio Regionale della Toscana. In apertura del convegno i saluti istituzionali. Il presidente del Consiglio Regionale della Toscana, Antonio Mazzeo, ha ricordato le tante realtà in cui diritti come la libertà di espressione sono a oggi ancora calpestati. «E’ necessario non dare mai per scontati i valori contenuti nell’articolo 21 della nostra Costituzione» ha detto.“Viviamo un tempo in cui l’informazione e la comunicazione stanno cambiando sempre di più ed è proprio adesso che il ruolo dei giornalisti diventa ancora più importante rispetto al passato. Circolano oggi miliardi di informazioni, dilagano le fake news. È sempre più necessario saper elaborare e verificare le informazioni che si veicolano”. Così, il presidente del Consiglio regionale della Toscana, Antonio Mazzeo, nel suo intervento di saluto al convegno dell’Ordine dei giornalisti, che si è svolto questa mattina nell’Auditorium ‘Spadolini’ del palazzo del Pegaso. “L’Ordine dei giornalisti ha scelto il Consiglio regionale per dare avvio alle celebrazioni dei suoi 60 anni di vita. Una scelta non a caso, figlia della nostra decisione di dedicare l’ultima Festa della Toscana proprio alla libertà di stampa e di espressione sancita dall’articolo 21 della nostra Costituzione. La libertà di informazione non può essere mai data per scontata ma, anzi, va difesa e alimentata giorno dopo giorno”.
Le istituzioni, dice il presidente, “devono fare la loro parte. Servirebbe un grosso sostegno pubblico al mondo dell’informazione, se vogliamo che rimanga libera. Come Consiglio regionale investiamo tanto a sostegno dell’informazione locale: riteniamo che sia importante sostenerla, perché ogni pezzetto di informazione in più costituisce un pezzetto in più di libertà. Non è scontato, non è banale, mentre le risorse a disposizione si riducono, ma abbiamo deciso di confermare il nostro impegno. Si tratta di un obiettivo centrale e fondamentale”.
Il presidente della Corte d’Appello di Firenze Alessandro Nencini ha portato i saluti del sistema giudiziario toscano, puntando l’accento sui rischi di impoverimento della qualità dell’informazione nell’era digitale. In rappresentanza della Federazione Nazionale della Stampa è poi intervenuto il presidente dell’Associazione Stampa Toscana, Sandro Bennucci, che ha fatto il punto sul ruolo del sindacato in un contesto di crisi dell’editoria. «Il nostro impegno non è solo a tutela dei posti di lavoro, ma anche per la tenuta dell’intero sistema democratico» ha sottolineato Bennucci. «La Costituzione è il punto di riferimento delle nostre battaglie».
Subito dopo si sono alternati gli interventi dei relatori: Carlo Bartoli, presidente dell'Ordine Nazionale dei Giornalisti, ha sottolineato come l’informazione soffra il ritardo atavico di una legislazione non al passo con i tempi. «Norme come quella presunzione d’innocenza o sul diritto all’oblio hanno reso inoltre più difficile il lavoro dei giornalisti» ha detto Bartoli. «In uno scenario complesso come quello attuale, nostro compito è non demonizzare le nuove figure che ruotano intorno al mondo dell’informazione» ha detto, auspicando una riforma dell’accesso alla professione per includere nei binari di deontologia e formazione chi attualmente ne è lasciato fuori. Giampaolo Marchini, presidente dell'Ordine di Giornalisti della Toscana e di Fondazione Odg Toscana, ha sottolineato l’impegno nel creare un’offerta formativa gratuita e utile ai colleghi. «I valori della deontologia e il rispetto delle regole rappresentano l’aspetto distintivo del giornalista, che troppo spesso anche in Toscana si trova ad affrontare aggressioni e minacce: noi lavoriamo insieme al sindacato perché nessun collega sia lasciato solo». Le grandi possibilità legate al mondo dell’editoria digitale le ha ricordate Agnese Pini, direttrice de La Nazione, Il Resto del Carlino, Il Giorno e QN. «L’informazione, un tempo elitaria, non è mai stata così capillare e accessibile come oggi» ha detto Pini. «Anche se al pubblico mancano gli strumenti per gestire questo “potere”. Ecco perché l’Ordine è fondamentale: unico baluardo di qualità in un sistema così frammentato e complesso». Con un intervento video Paolo Borrometi, condirettore dell’Agi e giornalista sotto scorta, ha ricordato come l’articolo 21 non riguardi solo i giornalisti, ma tutti i cittadini che hanno il diritto di essere informati. «Ecco perché dobbiamo pretendere che l’informazione sia libera, indipendente e autorevole. Condannando sempre le minacce ai giornalisti , un enorme problema anche sotto il profilo delle querele temerarie». Di informazione all’epoca degli smartphone e non solo ha parlato il professor Carlo Sorrentino, Ordinario di Sociologia dei Processi culturali comunicativi all'Università degli Studi di Firenze. «L’informazione ormai non ha più limiti, ma il rischio è soccombere al disordine informativo. In questo contesto è sempre più importante la funzione di intermediazione dei giornalisti, che se da un lato hanno perso il controllo del processo informativo, dall’altro sono davanti a una grande occasione». Infine, si è parlato del progetto anti fake news portato nelle scuole dalla Fondazione Odg Toscana. Il coordinatore del progetto, il giornalista Andrea Schillaci, ha raccontato numeri e strumenti dell’iniziativa, tra i rischi del “Deepfake” e metodi di verifica delle fonti.Notizie correlate
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