I diorami di Michele Deri: Volterra protagonista tra storia e fantasy

La torre del guardiano di anime

Un’arte in equilibrio tra Storia e Fantasy, che tiene come massima fonte di ispirazione la città di Volterra. I diorami di Michele Deri, 47enne residente nella celebre città etrusca, rappresentano infatti tutto l’amore che l’autore prova verso la propria città, spesso soggetto principale o comparsa di sfondo nei lavori di fantasia.

“Non è da molto tempo che mi dedico ai diorami, circa 4 o 5 anni — racconta Michele —. Ho sempre avuto una forte passione per le miniature, interesse maturato fin da giovane, quando frequentavo la scuola d’arte. ‘Da grande’ ho deciso di riprendere in mano quanto avevo appreso durante quegli anni, anche se con materiali differenti: se allora utilizzavo alabastro e creta, adesso mi servo esclusivamente di polistirene estruso. Il desiderio era costruire miniature che potessero ricreare i monumenti e gli edifici storici della mia città.”.

Volterra è spesso al centro delle sue opere. Da novizio del modellismo, infatti, Michele è partito proprio da ciò che gli era più familiare e caro: la Porta all’Arco, il Teatro romano, la Fonte medievale di Docciola, fino alle tante chiese in stili diversi che caratterizzano Volterra. In seguito — grazie al gruppo Minimondi di Capochino, che si dedica a costruzioni fantasy medievali, con le quali partecipa ad eventi prestigiosi come il Milano Wargames — è passato a opere più fantasy, sempre di genere medievale, ma senza dimenticare “la realtà” volterrana.

“Volterra offre tanti spunti, storia e cultura abbondano. Etruschi, romani, medioevo. Cerco sempre un piccolo dettaglio per poi costruirci intorno — afferma Michele —. Nelle mie opere inserisco quasi sempre un elemento, una sorta di citazione, alla mia Volterra: una casa, una torre, un arco o un vicolo. Persino nei miei presepi l’influenza di Volterra è fortissima. Nel mio ultimo lavoro di grandi dimensioni compare la torre medievale del centro storico; da lì ho cercato di ricostruire un villaggio medievale così come me lo immaginavo, lavorando di fantasia ma partendo da basi ‘concrete’. Non nego — ammette — che mi piacerebbe trasformare la mia passione in qualcosa di più che un semplice hobby, ma credo che poi ne andrebbe della semplicità con cui mi approccio al mondo dei diorami. Diverrebbe quasi un obbligo e forse se ne andrebbe il divertimento”.

D’altronde, come passatempo, un diorama richiede manualità, dedizione e tanta, tanta pazienza. Se per realizzare un piccolo presepe è necessaria una decina di giorni, per un lavoro di dimensioni più ragguardevoli potrebbero volerci anche tre mesi.

Michele ha partecipato anche in eventi di settore, come il Trofeo Minimondi di Capochino, in cui ha portato un diorama al quale è molto legato: Ipogeum. Vi sono rappresentati il battistero di Volterra, gli interni degli edifici — ma sempre in stile molto fantasy — nonché un sotterraneo con tombe, cunicoli e una serie di situazioni che rievocano la storia della città etrusca.

“L’altro lavoro a cui tengo moltissimo è La torre del guardiano di anime: la rappresentazione di un libro aperto, con tanto di pagine scritte, nella parte sinistra, mentre nella parte destra, ‘si erge’ in maniera tridimensionale la torre di un mago. In quest’opera c’è poco di Volterra e tanto di mio: la storia raccontata nel libro, infatti, è opera di mia figlia”.

Giovanni Gaeta

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