Monsignor Paccosi si presenta a San Miniato: "Ero prete, sono vescovo ma rimango lo stesso"

San Miniato accoglie il nuovo vescovo monsignor Giovanni Paccosi con il calore che purtroppo la condizione meteorologica non ha saputo restituire. Da oggi, domenica 26 febbraio, la comunità religiosa di San Miniato e della sua diocesi accoglie l'ex parroco di Casellina (Scandicci), con 15 anni di esperienza nel Perù, dove ha attuato la parola di papa Francesco che dice che "per capire la realtà bisogna guardarla dalla periferia".

Dopo la visita alla Casa Verde della Stella Maris e l'incontro con Nuovi Orizzonti nell'ex convento francescano, è stata la volta del vescovo Paccosi di incontrare la cittadinanza nella chiesa di San Domenico, luogo riparato dalla pioggia che ha purtroppo rovinato l'evento in piazza.

"La nomina del nuovo vescovo ci è arrivata come un dono alla vigilia di Natale, e di questo ringrazio Papa Francesco, a ridosso dell’apertura dell’Anno Giubilare diocesano, iniziato lo scorso 5 dicembre, con cui si celebrano i 400 anni di vita della nostra Diocesi (istituita il 5 dicembre 1622 con una bolla di papa Gregorio XV) e dell’acquisizione del titolo di Città - ha commentato il sindaco Simone Giglioli -. L’accoglienza è ciò che più di tutto ci lega a monsignor Paccosi, lui che ha fatto di questo valore un punto di riferimento nel suo percorso di crescita con la Chiesa, come missionario in America Latina".

"Come cristiano tutto il mondo è patria - ha risposto il vescovo - e qui mi sento come in famiglia. A Natale ho ricevuto questo regalo 'pesante' e alla mia comunità ho annunciato che sarei venuto qui nella messa della vigilia di Natale". Ricordando la Casellina e Scandicci, monsignor Paccosi ha rivolto parole affettuose verso il sindaco Sandro Fallani, con cui ha condiviso l'impegno per l'apertura della casa di accoglienza per migranti, le difficoltà del covid e le giornate tragiche della morte di Niccolò Ciatti e dei risvolti giudiziari tuttora aperti.

Monsignor Paccosi si pone con sincerità verso il suo auditorio: "Confesso che non conoscevo le città che compongono la diocesi e a San Miniato ero venuto in questa chiesa solo per un matrimonio".

E sul ruolo di vescovo, di fronte ai sindaci e alle autorità del territorio riuniti in sala consiliare del municipio sanminiatese, confessa che "guadagno gli stessi soldi da parroco, come vescovo 'guadagno in potere' ma non economico, ma come 'antipotere', cioé la possibilità di poter formare le persone, che vivano sentimenti e azioni di pace attente al bene comune".

"Ero un prete fino a 2 giorni fa, ora sono un vescovo ma rimango uguale. Mi dovrò abituare a essere un'autorità ma una che con la sua testimonianza aiuta gli altri per costruire una realtà migliore. In Toscana sembra una vita buona vista da altre latitudini, ma il nostro momento privilegiato non è dato come regalo, va costruito aprendolo agli altri".

E infine nell'omelia tratteggia il suo magistero ribadendo che "il cammino che iniziamo insieme parte dalla battaglia per essere veri, cioè per scoprirci piccoli e peccatori, ma oggetto di un amore così grande che possiamo ora e potremo sempre rimetterci in gioco".

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