Chi è Fabrizio Coli?
Chiederlo a Montelupo pare quasi una domanda retorica. Sono pochi gli abitanti del luogo che non lo conoscono e che non hanno memoria di questo artista, pittore, ceramista, archeologo per passione.
"La notte sognava giacimenti archeologici di ceramica di Montelupo, di giorno ripensava al sogno mentre era intento a pitturare sul suo tornietto in fabbrica e il sogno diventava una realtà nella sua mente. Dopo queste “rivelazioni” arrivava “al GAM” e ci diceva che bisognava fare un saggio, anzi una buca, nel tal posto 'dreto la casa di… o nell’orto di…o nel campo a…'. In realtà spesso, nel sogno, prendeva coscienza di quanto aveva intravisto nelle sue continue osservazioni, urbane o campagnole che fossero. Aveva un occhio indagatore, riconosceva in un campo arato o nei materiali di scavo per la posa di una conduttura urbana indizi che pochi avrebbero colto: un piccolo frammento di laterizio, un’argilla stranamente colorata in verde rame, un piccolo 'sasso scheggiato' rosso vinaccia o nero, per non parlare delle maioliche". Così Paolo Pinelli lo ricorda in un articolo scritto per il blog del Museo Montelupo.
A lui si devono molti dei ritrovamenti della ceramica di Montelupo, oggi esposti nel Museo.
Nato a Pulica nel 1948, era tra i volontari archeologi che nel marzo 1973 con lo scavo del Pozzo dei Lavatoi, quattro anni prima della nascita del Gruppo Archeologico di Montelupo, di cui poi fu fondatore; dette avvio alla riscoperta della storia della ceramica di Montelupo Fiorentino. Fino ad allora si attribuiva alle fabbriche di Montelupo una storia più recente e una subordinazione rispetto ad altri centri di produzione come Cafaggiolo, Faenza, Deruta.
I reperti trovati nel pozzo e poi in molti altri siti hanno invece documentato la grandissima produzione che dal primo rinascimento in poi caratterizzò la nostra cittadina, riscrivendo la storia e la provenienza, grazie anche alle pubblicazioni scientifiche di Fausto Berti, di molti manufatti presenti nei musei di tutto il mondo.
La stessa costruzione del Museo della Ceramica di Montelupo, collezione basata quasi interamente su reperti di scavo, e quindi di scarti di fornace, la si deve in buona parte all’operato di Fabrizio Coli. Di lui si ricorda la passione, l’etica, la capacità di stimolo e di aggregazione del volontariato archeologico finalizzato alla valorizzazione della storia artistico produttiva della ceramica di Montelupo Fiorentino. È morto nel nel 2007 e riposa nel cimitero di Pulica
La giunta ha scelto di intitolargli una salita pedonale tra le abitazioni più in alto nello storico borgo di Montelupo e la prima cerchia di mura che attornia il Castello e la prioria di San Lorenzo.
La scelta è ricaduta su questa zona in primo luogo perché si trova a pochi passi dal Pozzo dei Lavatoi e in sedondo luogo in relazione al fatto che quel tratto acquisterà a breve una grande importanza a seguito di un intervento di valorizzazione insieme ad un tratto delle mura e del belvedere del Castello.
La decisione della giunta è stata presa anche in considerazione della mozione del Consiglio Comunale approvata all’unanimità e proposta dalla consigliera Maddalena Pilastri nella quale si impegna la giunta a intitolare i luoghi del territorio a figure importanti della storia della ceramica di Montelupo.
"Chi sa se Montelupo sarebbe la città della ceramica apprezzata e conosciuta anche fuori dai confini nazionali senza Fabrizio Coli, grande trascinatore del Gruppo Archeologico di Montelupo? La sua opera per Montelupo è stata meritoria, la sua passione ci ha restituito la nostra storia, poi documentata e scientificamente descritta nelle pubblicazioni di Fausto Berti. Il luogo scelto per l’intitolazione è significativo proprio per la vicinanza al Pozzo dei Lavatoi e perché si colloca nella parte storica di Montelupo, presto oggetto di riqualificazione. Ci sembra importante tracciare la storia della nostra città con al toponomastica, con una particolare attenzione alla nostra tradizione ceramica" afferma il sindaco Paolo Masetti.
Fonte: Comune di Montemurlo - Ufficio Stampa
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