C’è il volto di Aylar Haghi, morta a 23 anni uccisa dai cecchini del regime; quello di Shekari, giustiziato a 23 anni dopo 75 giorni di carcere; il sorriso di Hadis Najafi uccisa a 22 anni mentre manifestava; ci sono gli occhi grandi di Mona Naghib, che di anni ne aveva solo 8 ed è morta mentre era in gita con la scuola: le forze armate hanno sparato alla loro macchina e l’hanno colpita alla testa.
Sono solo alcune delle vittime del regime iraniano, oltre 40 volti sorridenti di ragazze, ragazzi, bambine, bambini che non ci sono più o che sono imprigionati nelle carceri iraniane. I loro ritratti stamani riempivano un lembo della Piazza del Comune di Prato.
Tra di loro e con loro si è svolta la manifestazione di solidarietà a fianco delle donne iraniane di “Donna, vita, libertà” a un anno esatto dall’inizio della guerra in Ucraina, un altro scenario di sangue e di repressione e di diritti violati.
Promosso dalla Regione Toscana nell’ambito della “Toscana delle donne” e dal Comune di Prato, l’evento si è svolto in una piazza popolata dagli studenti di molte scuole di primo e secondo grado pratesi.
“La Toscana è vicina a tutte e tutti coloro che, nonostante la dura repressione, continuano a chiedere, in Iran, il rispetto delle libertà fondamentali, l’uguaglianza, la giustizia sociale e la fine di un sistema patriarcale oppressivo – ha detto il presidente Eugenio Giani - La capacità di resistenza delle donne è emersa in più occasioni nella storia dell’Iran e la tenacia dimostrata adesso testimonia una consapevolezza e una strenua volontà di cambiamento che bisogna sostenere a livello internazionale. Per questo la Regione, con la Toscana delle donne, ha avviato questo percorso di vicinanza e solidarietà, di sostegno a una battaglia sacrosanta, che oggi è passato da Prato ma che passerà da tutte le città toscane”
“Vogliamo essere vicini così a chi sta combattendo una battaglia di libertà, un valore che per noi, per voi ragazzi sembra scontato, ma che invece non lo è – ha detto Cristina Manetti capo di Gabinetto della Regione Toscana che ha aperto la cerimonia - Sono molto contenta che questa iniziativa, nata in seno alla Toscana delle donne e partita dalla Regione e da Firenze, oggi sia arrivata a Prato e che Prato accolga, condividendola, questa grande battaglia condotta in prima persona dalle donne ma che vede al loro fianco moltissimi uomini. Forse è la prima volta che una battaglia femminista è sostenuta prima di tutto dagli uomini. Anche noi dunque dal Comune di Prato che ringrazio, vogliamo in qualche maniera lanciare un messaggio che sia di sostegno, anche se ideale, a questa grande e fondamentale battaglia”.
“Un’iniziativa importante a cui la Regione ha dato il via a Firenze e noi abbiamo chiesto passasse anche da Prato, come spero passi da tutte le città della Toscana – ha detto l’assessora alle pari opportunità del Comune di Prato Ilaria Santi - Credo che dobbiamo riflettere tutti, far riflettere i ragazzi e le ragazze delle scuole, quelli che oggi sono qua presenti, sull’esclation di violenze che sta avvenendo in Europa e fuori dall’Europa. Prato è una città multietnica, in cui convivono tante etnie, che deve saper riflettere su ciò che succede ai ragazzi e alle ragazze che siano vicini o lontani da noi. Dovremmo essere tutti coinvolti in questa rivoluzione di Donna Vita Libertà, e vorrei che continuassimo a lottare per l’indipendenza e l’emancipazione di tutte e di tutti”.
Quasi contemporanee “pietre d’inciampo”, come le ha definite la consigliera regionale Ilaria Bugetti intervenuta anche lei nei saluti, i manifesti hanno attirato la curiosità dei tanti studenti presenti, commossi, che si sono soffermati a leggere la storia e la fine di chi poteva essere quasi loro coetaneo.
“Siamo grati alla città di Prato per aver dato volto e voce alla nostra battaglia – ha detto Asia Raoufi, docente e attivista dei diritti umani dal 2016, rappresentante del movimento Donna Vita Libertà - Prato è molto attiva in queste battaglie e oggi, a un anno esatto dall’inizio della guerra in Ucraina, ci ha dato la possibilità di parlare ai giovani di quanta violenza, soprusi, morti, uccisioni che non dovrebbero più esistere nel nostro mondo, si stanno invece verificando poco lontano da qua”.
L’iniziativa ha visto Matilde Mochi leggere testi di Nilofar Dariugar e Rosaria Bux a cura dell’Angolo Teatro. Il Trio del Liceo Musicale ISISS Cicognini Rodari eseguire “Barayeh”. Ci sono poi stati gli interventi della Consulta Provinciale degli Studenti di Prato e de La Piazza degli Studenti e quindi le letture da “Volti” a cura de I Formaggini Guasti – testi di Asia Raoufi e una lettura a cura di Biribà APS – Teatro di natura.
Fonte: Regione Toscana - Ufficio stampa
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