“La decisione del Governo di bloccare le cessioni del credito e gli sconti in fattura creerà anche in Toscana una vera catastrofe sociale”. A dirlo è il presidente di CNA Toscana Luca Tonini subito dopo aver appreso che il Consiglio dei Ministri ha approvato nella serata di ieri il decreto legge in materia di Superbonus edilizio che, di fatto, blocca i sistemi di cessione del credito e dello sconto in fattura. Oltre a questo il Decreto Legge blocca la cessione dei crediti a regioni ed enti locali. “Questo provvedimento – aggiunge Tonini - fa sì che migliaia di imprese della nostra regione rischino seriamente di chiusura, aziende artigiane che hanno lavorato nel rispetto della legge, hanno anticipato i costi dei materiali si sono adattate a tutte le modifiche in corso d’opera che le normative richiedevano. La chiusura di migliaia di imprese significa anche la perdita di numerosi posti di lavoro con centinaia di famiglie che perderanno il sostentamento. Questo provvedimento avrà ripercussioni importanti su tutti noi, per questo chiediamo allo Stato un intervento definitivo che dia risposte anche alle imprese che hanno già crediti ‘incagliati’, a quelle che stavano per aprire nuovi cantieri e a tutto l’indotto. Altrimenti ci troveremo di fronte a una vera catastrofe sociale”.
ANCE Siena: "Soluzione o sarà tracollo"
Con la decisione del Governo di bloccare l’acquisto dei crediti da parte delle Regioni senza una soluzione strutturale alternativa ci sarà una grave crisi sociale ed economica per famiglie e imprese senesi”. Lo sottolinea il presidente Ance Siena, Giannetto Marchettini, dopo che l’Esecutivo ha inserito nel decreto-legge sul Pnrr una norma che di fatto blocca la facoltà degli enti pubblici di acquistare i crediti incagliati derivanti dai bonus edilizi.
“Dall’osservatorio della nostra Cassa edile registriamo già un forte rallentamento delle attività lavorative con una diminuzione delle ore lavorate e la sempre maggiore difficoltà di liquidità delle imprese della provincia di Siena” aggiunge Marchettini.
Secondo le stime dell’Associazione nazionale costruttori edili in Italia ci sono oltre 15 miliardi di crediti bloccati e gli effetti macroeconomici potrebbero essere estremamente preoccupanti: 25.000 imprese a rischio fallimento e 130.000 posti persi nel settore delle costruzioni. Una situazione che, anche nel Senese, provocherà problemi su centinaia di cantieri, imprese, lavoratori e famiglie.
“Con il blocco dell’acquisto dei crediti da parte degli enti pubblici, che si stavano facendo carico di risolvere un’emergenza sociale ed economica sottovalutata dalle amministrazioni centrali, migliaia di imprese rimarranno definitivamente senza liquidità e i cantieri si fermeranno del tutto con gravi conseguenze per la famiglie”, aggiunge Marchettini.
“E’ da ottobre che aspettiamo di capire come si pensa di risolvere una situazione che è diventata drammatica: non ci rendiamo conto delle conseguenze devastanti sul piano economico sociale di una decisione del genere – prosegue ancora il presidente Ance Siena - “Senza un segnale immediato da parte del Governo su una soluzione concreta e strutturale per sbloccare i crediti rischiamo una reazione dura da parte di cittadini e imprese disperati. Abbiamo il dovere di dare risposte e di individuare una soluzione”.
Confartigianato Firenze: "Gravi ripercussioni su tutto sistema-Paese"
È già allarme rosso per le imprese dell’edilizia, settore a forte trazione Mpi e Pmi. “Dopo lo stop alla proroga per le unifamiliari che non avrebbe creato nuovi crediti ma avrebbe permesso di finire i lavori già avviati in tranquillità, arriva lo stop totale alla cessione dei crediti e anche lo stop all’acquisto da parte della pubblica amministrazione: questo vuol dire cancellare le aziende dell’edilizia per decreto”. È la posizione di Jacopo Ferretti, segretario generale di Confartigianato Firenze, l’associazione di categoria che conta circa 1500 associati del sistema casa. “Prendiamo atto – incalza Ferretti – che, invece di risolvere o al più mettere una pezza, si è scelto di aggravare un problema conclamato e già grave. Prendiamo atto che, tra mille cambi in corsa e circolari più o meno bizzarre, si è scelto di cancellare un incentivo, tra i tanti, veramente utile. Prendiamo atto che non si è scelto di sostenere l’efficientamento energetico e il contrasto al rischio sismico, non proprio problemi minori. Il governo deve prendere atto che questa decisione, per quanto giustificata, avrà profonde ripercussioni economiche, sul piano dell’occupazione nonché ripercussioni sul bilancio, quindi anche su quel settore che si è scelto di tutelare in via privilegiata”.
CNA: "Mette in sofferenza le imprese"
È lapidario Giacomo Cioni, presidente CNA Firenze Metropolitana, sul DL che è intervenuto, per l'ennesima volta, sulla questione Superbonus e cessione dei crediti, vietando la cessione e lo sconto in fattura e bloccando l'acquisto dei crediti già in circolazione da parte degli enti locali.
“Una decisione che mette in sofferenza le imprese, le famiglie che stanno dietro a queste imprese e tutti i cittadini che hanno colto questa occasione per efficientare il loro patrimonio edilizio - prosegue Cioni - Lato imprese si tratta di un esercito: considerando solo il comparto costruzioni, 15.304 nella Città Metropolitana di Firenze, impegnate, per grandissima parte, con i lavori di Superbonus e bonus edilizi. A maggior ragione le pmi di settore (solo le imprese artigiane costituiscono il 67% del totale del comparto), che, come noto, hanno scarsa possibilità di accesso ad altri tipi di lavori, come quelli legati agli appalti pubblici” prosegue Cioni.
“La norma, poi, non guarda solo al futuro, ma interviene paradossalmente anche sul passato bloccando l'acquisto dei crediti già in circolazione da parte degli enti locali. CNA è già al lavoro per tentare di rimediare a questo disastro. A tal proposito lunedì incontrerà il Governo” conclude Cioni.
A livello regionale, il comparto costruzioni è costituito da 58.176 imprese, artigiane al 65%.
Marras: “Danno enorme per piccole imprese e famiglie”
Un danno enorme per tante imprese e famiglie e la richiesta, diretta a Roma, di rivedere la situazione ed adottare strumenti per consentire a Regioni ed Enti locali di acquistare i crediti fiscali. L’assessore alle attività produttive Marras commenta così la scelta fatta dal governo attraverso l’approvazione del decreto che impone lo stop alla cessione del credito e allo sconto in fattura relativo al superbonus. Decreto che stabilisce anche il divieto per le pubbliche amministrazioni ad acquistare i crediti derivanti dai bonus edilizi. Per i nuovi interventi edilizi (ad eccezione di quelli già avviati) resta solo la strada della detrazione d’imposta.
“Con questa decisione – spiega Marras - il governo rischia di mettere sul lastrico piccole imprese e famiglie italiane. Insieme ad altre Regioni, proprio in questi giorni, avevamo chiesto linee guida che consentissero, con adeguate garanzie, di sbloccare la situazione ed aiutare imprese e privati che si trovano in una situazione oggettivamente difficile e dalle possibili pesanti ripercussioni, economiche e sociali. Oggi invece tutto è bloccato”. Quindi gli appelli al “Parlamento affinché riapra la partita della cessione dei crediti fiscali anche concedendo strumenti e garanzie a Regioni ed enti locali per poterli acquistare", ed ai consiglieri regionali del centrodestra che, "invece di ritirare in tutta fretta mozioni ed interrogazioni che ci chiedevano di attivarsi per l'acquisto dei crediti, cosa che stavamo appunto facendo, ci aiutino ora a far cambiare idea al governo”.
Fossi: "Governo di cialtroni"
“Eccola qui la destra che parla di patria e poi punisce famiglie, piccole e medie imprese, professionisti italiani. Lo stop all’acquisto dei crediti da parte degli enti locali deciso dal governo produrrà una tragedia sociale ed economica”.
A dirlo è Emiliano Fossi, deputato Pd e candidato alla segreteria dei Democratici toscani, commentando la decisione del governo sul superbonus.
“Il ministro Giorgetti - dice Fossi - definisce ‘scellerato’ il superbonus, ma scellerata e cialtronesca è la mossa del governo, che mette a rischio migliaia di posti di lavoro e migliaia di imprese. Le famiglie meno abbienti non saranno in grado di pagare, ma questo pare non interessare ad un governo che liscia i ricchi e punisce i poveri”.
Massai: "Provvedimento insensato"
“E’ un provvedimento insensato, che colpisce le imprese quanto le famiglie; perché le aziende rimarranno definitivamente senza liquidità e i cantieri si fermeranno, con pesanti conseguenze anche per i privati che hanno commissionato i lavori”. Così il presidente di Ance Toscana Rossano Massai commenta il decreto legge, pubblicato stanotte in G.U., che vieta la cessione dei crediti da bonus per i lavori futuri e impedisce agli enti locali di acquisire i crediti maturati.
“Se non si trova una soluzione rapida, al grave problema dei crediti incagliati, a cui si somma anche quello dei crediti maturati con i lavori in corso, per i quali la cessione è ancora possibile, si aggiungerà anche l’impossibilità da parte delle famiglie di pagare i lavori futuri con lo sconto in fattura – continua Massai -. Decisioni del genere avranno conseguenze devastanti sia sul piano economico che sociale”.
“Sul problema dei crediti incagliati è da ottobre che come Ance abbiamo lanciato l’allarme e avevamo anche fatto proposte insieme ad Abi per trovare soluzioni al problema, ma siamo stati inascoltati; il Governo deve trovare soluzioni con la stessa rapidità con cui ha cancellato la cessione”, prosegue il presidente dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili della Toscana.
“Con i lavori del Pnrr da avviare; e questa transizione ecologica in corso, di cui tanto si parla, come possiamo permetterci di far fallire le imprese? Da tempo chiediamo – prosegue Rossano Massai - di lavorare ad una normativa stabile e strutturale, che valga nel tempo, e sia sostenibile per i privati e per lo Stato e che permetta alle nostre imprese di programmare e svolgere i lavori in tranquillità . E' tempo di trovarla e attuarla al più presto, se vogliamo far crescere stabilmente questo paese".
“E parliamo anche, una volta per tutte, di norme chiare per la qualificazione delle imprese – conclude Massai -, perché il problema che si è creato, in buona parte, è stato causato anche dalla scarsa professionalità di alcuni operatori improvvisati. Infatti, non va dimenticato che quello dell’edilizia è forse l’unico settore dove oggi chiunque può aprire una impresa, anche se è senza alcuna qualificazione e alcuna preparazione professionale”.
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