Giorno della Memoria: Vera Vigevani Jarach, nel parco di San Rossore un albero in memoria di suo nonno deportato ad Auschwitz

L’attivista vittima delle leggi razziali e madre di Plaza de Mayo ha incontrato i rappresentanti degli studenti delle scuole pisane nel luogo dove furono firmate le leggi razziali


Una corona di alloro sulla targa che ricorda l’infausta firma delle leggi razziali è stata deposta questa mattina, venerdì 17 febbraio, nel Parco di San Rossore alla presenza di Vera Vigevani Jarach, attivista e scrittrice, che ha vissuto la discriminazione degli ebrei in Italia, la Shoah e la tragedia dei desaparesidos in Argentina. Una cerimonia che si è tenuta nel luogo che ha segnato l’inizio della sua dolorosa vicenda e che ha visto, a pochi metri dalla targa, anche la messa a dimora di un albero di melograno in memoria di Ettore Felice Camerino, il nonno di Vera, deportato e ucciso a Auschwitz nel 1943, senza una tomba che potesse accogliere il suo corpo. Nell’occasione, che si inserisce nell’ambito delle iniziative volute dal Consiglio regionale e realizzate con la collaborazione dell’Associazione 24marzo Onlus, Vera Vigevani ha potuto nuovamente dialogare con i giovani: a incontrarla nella Sala Gronchi la Consulta Provinciale degli studenti di Pisa e i rappresentanti degli istituti delle scuole superiori della città toscana. L’evento è stato organizzato grazie alla collaborazione dell’Ente Parco Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli, della Provincia di Pisa e dell’Ufficio scolastico territoriale di Pisa.

“Abbiamo voluto con forza questo momento – ha affermato il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo - invitando Vera a palare con le ragazze e i ragazzi nel luogo dove Vittorio Emanuele III ha firmato quelle leggi razziali che hanno portato il paese a vivere un tempo buio e poi la Shoah. Una storia che ci porta fino in Argentina e alla tragedia dei desaparecidos. Tutto si tiene insieme. Anche per questo voglio rinnovare l’impegno che consente di creare un ponte ideale tra la memoria della Shoah e quella delle vittime della dittatura argentina, tra cui c’è anche Franca Jarach, figlia di Vera: quello di aderire, come Consiglio regionale della Toscana, al sostegno alla candidatura a Patrimonio dell'Unesco del Museo ex-Esma di Buenos Aires, un tempo caserma della marina militare argentina, utilizzata dal 1976 al 1983 come centro segreto di detenzione, tortura e sterminio”.

“Oggi davanti a Vera e insieme alle ragazze e ai ragazzi delle scuole pisane – ha continuato Mazzeo – ci impegniamo a raccogliere il suo prezioso testimone e a portarlo avanti. Toccherà alle Istituzioni, soprattutto quando chi ha vissuto la violenza dell’epoca del nazifascismo non ci sarà più, essere amplificatori di memoria e non voltarci dall'altra parte. Dobbiamo fare in modo che la Toscana resti sempre dalla parte giusta della storia. L’albero di melograno che oggi abbiamo piantato insieme agli studenti, ricorda Ettore Camerino, la cui sofferenza continua a generare impegno per la giustizia, la libertà e l’affermazione della dignità di ogni uomo”.

A introdurre l’incontro Bruno Possenti, presidente dell’ANPI Pisa, che ha sottolineato l’importanza di far conoscere luoghi come San Rossore e l’Ex Esma di Buenos Aires “soprattutto ai giovani”. Possenti ha anche consegnato a Vera Vigevani Jarach la tessera dell’ANPI, a cui si era iscritta dall’Argentina. L’iniziativa è stata anche occasione per Vera di donare all’ANPI una lettera del padre Vittorio Vigevani, del 13 ottobre 1943, dopo la caduta di Mussolini, rivolta al “presidente dell’Italia Libera, in cui affermava: “Mi sento oggi più che mai italiano e vorrei poter dare ancora il mio sangue perché alla patria sia riservato quel posto nel consorzio futuro delle Nazioni libere”.

Vera Jarach ha invitato i giovani a prendere coscienza e a impegnarsi. “Tornando in Italia ho visto che il fascismo c’è ancora, e dobbiamo stare molto attenti, soprattutto se vicino a noi c’è chi lo rivendica”. Vera Jarach ha parlato anche della necessità di “affrontare il negazionismo”. E del suo viaggio in Italia, dove è tornata dopo tre anni, ha detto: “E’ stato importantissimo per me incontrare tanti giovani. E voglio ringraziare le tante Istituzioni italiane che mi hanno accolto e la Toscana, che secoli fa fu il primo stato al mondo ad abolire la pena di morte e la tortura”.

Vera ha parlato della vicenda di suo nonno. “Quando siamo partiti dall’Italia nel 1938 per scappare alle leggi razziali, ripeteva che non sarebbe successo niente ed è rimasto qui. Invece è avvenuta una delle peggiori tragedie della storia”. Vera ha anche ripercorso la storia del suo impegno come madre di Plaza de Mayo: “Dopo la scomparsa dei nostri figli scrivevamo lettere che restavano senza risposta. Allora andavamo in piazza, camminavamo due alla volta tenendoci il braccio. Il coraggio ci veniva dalle viscere. Eravamo compagne l’una dell’altra. Ma tutti guardavano dall’altra parte, c’era molto silenzio. Un po’ alla volta siamo riuscite a smuovere la situazione, anche grazie ai mondiali di calcio, che nel 1978 portarono nel paese tanti giornalisti stranieri. Noi siamo state un buon esempio. E anche voi abbiate coraggio, manifestate e realizzate i vostri sogni”.

Un “incontro estremamente toccante” lo hanno definito la presidente della Consulta degli studenti della provincia di Pisa Mila Granozio, e Giulio Birindelli, rappresentante del liceo scientifico Buonarroti di Pisa: “Vedere schiacciati costantemente i propri diritti, come è accaduto a Vera – ha detto – può far perdere la speranza e ogni fiducia. Invece Vera ci ha dimostrato non solo fiducia nel popolo, che esorta a scendere in piazza e a esercitare i propri diritti in ogni condizione politica del paese, ma anche nelle istituzioni, trasmettendoci una forte speranza. Si esce rafforzati da questo incontro, uno dei più intensi ai quali abbiamo mai partecipato”.

Lorenzo Bani, presidente dell’Ente parco Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli, ha ricordato come il melograno messo a dimora “nella tradizione ebraica sia simbolo di giustizia e onestà”. Il presidente della provincia di Pisa, Massimiliano Angori, ha sottolineato il compito delle istituzioni che è quello di ricordare “per non cadere negli stessi errori” e “l’importanza della presenza degli studenti e delle nuove generazioni a queste iniziative, perché sono loro i nuovi cittadini di domani. Presenti tra gli altri Lorenza Lorenzini, dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale di Pisa, Maurizio Gabbrielli, presidente della comunità ebraica di Pisa, Ruth Dinslage e Hugo Chuhan dell’associazione 24marzo Onlus, e l’ex consigliere regionale Tommaso Fattori che nella scorsa legislatura ha proposto il conferimento del Gonfalone d’argento a Vera Vigevani Jarach.

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