Salvò una famiglia ebrea, il lucchese Umberto Paradossi è Giusto fra le Nazioni

Conferita dall'ambasciata di Israele la più alta onorificenza civile alla memoria di Paradossi: durante la persecuzione nazifascista rischiò la vita per trovare rifugio ai suoi amici, la famiglia Fernandez Affricano


Nel drammatico periodo degli anni quaranta, l'Italia era sotto l'occupazione tedesca e gli ebrei correvano un grave pericolo a causa delle leggi razziali promulgate nel 1938. Nel 1942, per via degli incessanti bombardamenti, la famiglia Fernandez Affricano si rifugiò a Guamo in provincia di Lucca. In virtù di una solida amicizia e una consolidata collaborazione commerciale, Umberto Paradossi, abile imprenditore toscano che gestiva un'azienda di produzione e vendita di olio d'oliva, si rivelò un vero e proprio salvatore quando venne a sapere, tramite una confidenza, che i tedeschi avrebbero catturato di lì a poco i Fernandez Affricano per deportarli in Germania.

Nonostante l’intensificazione delle retate per catturare gli ebrei della zona, Umberto organizzò velocemente e con perizia la fuga a Roma della famiglia ebrea, procurando loro dei documenti falsi, e dette momentaneo rifugio al capofamiglia Paolo nella sua casa di Arsina. Una volta arrivata a Roma, la famiglia perseguitata trovò rifugio presso alcuni amici di Umberto disposti a proteggerla e a sostentarla grazie alla collaborazione di un commerciante di carbone che, a suo rischio e pericolo, trasportava da Lucca a Roma viveri per i Fernandez Affricano.

Dopo la fine della guerra, la famiglia Fernandez Affricano tornò a Livorno e continuò a mantenere i consueti buoni rapporti con la famiglia Paradossi, rafforzati da un sentimento di riconoscenza per i fatti avvenuti durante la persecuzione nazifascista. Umberto Paradossi dimostrò di essere un amico fedele e di grande cuore che rischiò la vita per aiutare i propri amici in un momento così difficile.

Negli anni più orribili della storia italiana, alcune persone eccezionali decisero di opporsi alla legislazione antisemita e alla politica di sterminio nazifascista, mettendo a rischio la propria vita in nome di alti valori etici e morali. Sono i Giusti fra le Nazioni, individui che si rifiutarono di rimanere in silenzio di fronte alle atroci sofferenze che il popolo ebraico subì durante la Seconda Guerra Mondiale.

I cittadini italiani riconosciuti con il titolo di "Giusto fra le Nazioni" dallo Yad Vashem di Gerusalemme sono circa 700. Da oggi all'elenco si aggiunge anche il nome di Umberto Paradossi.

Le vicende ricordate oggi riguardano il salvataggio della famiglia Fernandez Affricano da parte di Umberto Paradossi, amministratore di un'azienda di produzione e vendita di olio d'oliva.

È per questi fatti che lo Yad Vashem ha riconosciuto a Umberto Paradossi il titolo di "Giusto fra le Nazioni". Mettendo a rischio la propria vita, infatti, Umberto Paradossi si oppose alle politiche nazifasciste e, senza mai ricevere un compenso, garantì la salvezza della famiglia ebrea.

A rievocare i fatti storici, nell'emozione collettiva degli invitati alla cerimonia, i racconti di Enrico Fernandez Affricano e Alberto Paradossi.

Come ha sottolineato Alon Simhayoff, Vice Ambasciatore dello Stato di Israele in Italia, nel corso del suo intervento: "Il titolo di Giusto tra le nazioni è il riconoscimento civile e l’onore più alto che lo Stato d’Israele possa conferire. Ricordiamo sempre chi è stato al nostro fianco in particolar modo nei momenti di grande difficoltà. Una delle lezioni dell’Olocausto è l’importanza dell’esistenza di uno Stato Ebraico, lo Stato d’Israele. È nostro dovere come Stato, ricordare i Giusti tra le nazioni che hanno rischiato la propria vita proteggendo quella degli ebrei perseguitati".

"Ospitare il conferimento del titolo di Giusto tra le Nazioni a un nostro concittadino è un momento altissimo, presenziare istituzionalmente in veste di sindaco uno degli onori più grandi che può verificarsi all’interno del mandato di governo della città. Il riconoscimento ad Umberto Paradossi è infatti riservato alle persone non ebree che hanno aiutato o protetto le vittime dell'Olocausto, un’onorificenza attribuita a coloro che si sono distinti per umanità e spirito di giustizia. È con immenso orgoglio che saluto e do il benvenuto a Lucca al rappresentante dell’Ambasciata di Israele in Italia, certo che questo giorno rimarrà scolpito nella storia della città" ha dichiarato Mario Pardini, Sindaco di Lucca, presente alla cerimonia di commemorazione.

Hanno inoltre preso parte alla cerimonia: il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo, la Vicesindaco di Livorno Libera Camici e il Presidente della Comunità ebraica di Livorno Vittorio Mosseri.

Fonte: Comune di Lucca - Ufficio stampa

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