Scoperta dalla guardia di finanza di Prato un'impresa "apri e chiudi" che in soli cinque mesi, da luglio a novembre 2022, ha emesso oltre 100 fatture per un totale di circa 3 milioni di euro. Come ricordato dalle fiamme gialle, si tratta di un noto fenomeno "particolarmente diffuso nell’ambito del "Distretto parallelo" del tessile-abbigliamento; soggetti economici - spesso intestati a "teste di legno" - il cui utilizzo è non di rado strumentale all’evasione fiscale e contributiva, l’emissione di fatture per operazioni inesistenti, la contraffazione, il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, il riciclaggio ed il trasferimento all’estero di proventi illeciti".
Da ulteriori accertamenti è emerso che la ditta in argomento non aveva nessuna struttura aziendale, poiché nel luogo di esercizio dichiarato non è stata rilevata alcuna attività di impresa e il titolare era irreperibile. È stato poi accertato che il titolare di fatto della ditta era un altro soggetto, che si era avvalso della collaborazione di un prestanome che utilizzava una carta di identità elettronica falsa, e che non erano mai stati effettuati acquisti o importanzioni di merce. I controlli svolti nelle imprese clienti della ditta, tutte nella provincia di Prato, hanno portato alla luce la finta cessione di merce e dunque che le fatture emesse fossero riferibili a operazioni inesistenti, oltre a constatare che il conto corrente era esclusivamente utilizzato per l'incasso di fatture e l'invio della relativa provvista all'estero attraverso bonifici. Sulla base delle indagini e dell'ipotesi di reato di emissione di fatture per operazioni inesistenti la procura ha emesso un provvedimento, confermato dal tribunale di Prato, di sequestro preventivo d'urgenza disponendo il sequestro del saldo attivo del conto corrente della ditta di oltre 300mila euro.
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