È stato convalidato l'arresto del 25enne tutt'ora ricoverato nel reparto di Psichiatria dopo l'aggressione che ha causato la morte del 74enne neurologo in pensione Piero Orsini. Il fiorentino si trova ancora piantonato dalla polizia in attesa del trasferimento. L'accusa nei suoi confronti è di omicidio oltre che di lesioni gravi nei confronti del 36enne pisano intervenuto per aiutare l'anziano.
Per l'aggressione si parla di raptus senza apparenti motivi, ai danni di Orsini, che stava passando in quel momento di là. I due non si conoscevano. Il giovane lo ha dapprima colpito con un pugno violento al volto, per poi accanirsi con calci e pugni sempre alla testa. Il trentenne intervenuto in soccorso è stato invece ferito al volto e ha riportato la frattura di alcuni denti.
Custodia cautelare in struttura psichiatrica per il 25enne
Da quanto si apprende, il Gip del tribunale di Pisa ha sciolto la riserva e disposto la custodia cautelare presso la struttura psichiatrica dell'ospedale Santa Maria Nuova di Firenze per il 25enne fiorentino che nei giorni scorsi è fuggito da uno studio psichiatrico privato e ha aggredito senza apparente motivo il medico pisano 74enne, causandone la morte per le ferite riportate. Il giudice ha dunque accolto le istanze della difesa del 25enne che aveva richiesto la custodia presso una struttura sanitaria, il pm aveva chiesto la custodia cautelare in carcere.
La lettera di ricordo del dottor Piero Orsini
Riceviamo e pubblichiamo dall'Aoup una lettera di commiato da parte degli ex colleghi di Piero Orsini, la vittima di questo assurdo fatto di sangue.
Abbiamo appreso dalle cronache locali che lunedì 9 gennaio è stato aggredito in strada il dottor Piero Orsini, fino a provocarne il decesso avvenuto in ospedale.
Ciò che gli è accaduto ha sconvolto tutte le persone che, avendo lavorato con lui durante la sua carriera di medico fisiatra in Aoup, lo hanno incontrato e conosciuto come una persona, gentile, educata, sensibile, seriamente impegnata nel lavoro e nella ricerca scientifica. Interagiva con gli altri sempre con massima gentilezza ed era immune dall’uso anche della minima violenza: non lo abbiamo mai sentito alzare la voce, né parlare male di colleghi.
Laureato in Medicina e chirurgia, specializzato in Neurologia e riabilitazione, Piero Orsini ha lavorato diversi anni nell’Ospedale di Pisa come medico della riabilitazione fino al raggiungimento della messa in quiescenza.
In questa attività ha curato con diligenza e dedizione molte persone con disabilità conseguenti a lesioni neurologiche e ortopediche sia ricoverate nel reparto riabilitativo, sia in consulenza in tutto l’ospedale; inoltre lavorava anche nell’ambulatorio divisionale. Nei primi anni di carriera ha fatto parte del gruppo di lavoro della Scuola di Fisioterapia nata a Pisa negli anni ’70; in particolare era docente esperto nelle funzioni corticali superiori. Svolgeva con grande entusiasmo questa attività lasciando un’impronta significativa nel percorso di formazione di molti fisioterapisti.
Ha sempre studiato e partecipato a gruppi di ricerca sulla riabilitazione, in particolare negli ultimi anni ha collaborato con scienziati afferenti al Cnr e al Centro Piaggio, pubblicando lavori sulla valutazione e riabilitazione strumentale dell’arto superiore compreso l’utilizzo di robot e realtà virtuale. Nonostante l’alto profilo professionale, Piero ha mantenuto sempre una grossa disponibilità ed umiltà con tutte le persone che incontrava nel suo percorso lavorativo, compresi anche i giovani studenti.
Lo ricordano in particolare la dottoressa Giulia Stampacchia, direttore dell’Unità operativa Mielolesi che, in passato, ha lavorato con lui, il dottor Paolo Bongioanni, la dottoressa Adriana Gerini, le fisioterapiste Alessandra Franchini, Mirella Ferrari, Giovanna Mencarini, i medici dell’Unità operativa Malattie infettive Laura Del Bono, Roberta Doria, Simone Ferranti, Silvia Fabiani, Riccardo Iapoce, Andrea Nuccorini, Marina Polidori, Eliana Savalli, Enrico Tagliaferri e il dottor Mauro Giraldi, già direttore medico di presidio, per la grande disponibilità e serietà di approccio nelle consulenze in reparto. Oltre a loro tanti altri operatori sanitari che l’hanno conosciuto nel lavoro in ospedale.
Ai fratelli, uno dei quali è stato a lungo dirigente in Aoup, giungano i sentimenti della più profonda solidarietà e umana vicinanza da parte di tutto l’Ospedale in un momento così terribile.
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