Dup, Guazzini (CambiaMenti): "Covid, Keu e liceo i motivi del mio No"

Nella sessione di approvazione del DUP per il 2023 l'Amministrazione Comunale di San Miniato non si è smentita.

Ci domandiamo davvero se la maggioranza non si senta in imbarazzo a copiare e incollare tutti gli anni le stesse belle affermazioni di principio sotto il paragrafo “il bilancio si fa insieme”, quando quest'anno non è stata fatta neanche un'assemblea consultiva, e l'unica occasione di discussione preliminare sulle scelte di bilancio l'abbiamo determinata noi con la presentazione di una mozione in Consiglio Comunale sugli obiettivi del DUP.

Le dimensioni del bilancio si presentano pressoché invariate rispetto all'anno scorso per quanto riguarda le entrate e le spese correnti, poco più di 24 milioni di euro.

Sono previsti invece 23 milioni di euro di investimenti in gran parte legati alla previsione di finanziamenti esterni. Si pensa davvero di poter quadruplicare gli investimenti attivando finanziamenti dall'esterno, in una situazione di invarianza del personale, e quando ci viene presentato come proposto per l'anno prossimo la “predisposizione di un gruppo di lavoro che curi i finanziamenti del PNRR” che era già stata approvata lo scorso anno?

Del resto non solo nella relazione al DUP c'è scritto chiaramente che i numeri delle entrate sui trasferimenti statali sono incerti (il che lascia intendere anche per il 2023 una decina di variazioni di bilancio come nel 2022), ma addirittura, nello stesso Consiglio che ha approvato il DUP la maggioranza ha approvato una mozione che chiede di destinare uno stanziamento per la progettazione di un'opera, l'ampliamento del parcheggio del Bastione da tutti voluta e già contenuta nel Piano delle Opere Pubbliche “nella prima variazione di bilancio”: e tutto questo dopo che si era assentata l'assessora ai lavori pubblici. Quindi in un colpo solo si è dimostrato che l'Amministrazione tende a ridurre l'approvazione del bilancio a un adempimento formale da aggiustare in corso d'opera e si sono giustificati interrogativi sulle reali motivazioni di una scelta del genere, quando non si sono voluti trovare i soldi né per consentire il risanamento del bilancio della Casa di Riposo, né per avviare l'acquisto dell'area ex-Icla e rendere concreta la prospettiva, altrimenti destinata a rimanere scritta sulla carta, della delocalizzazione, né per avviare con l'intervento pubblico diretto su una conceria l'azione di rigenerazione urbana delle concerie di Ponte a Egola.

Il nostro voto contrario è motivato, oltre che da ragioni di merito e di metodo, da tre criticità molto rilevanti.

La prima è una concezione della fase della pandemia da COVID 19 come una parentesi dopo la quale tutto può ricominciare come prima: nonostante alcune aperture nelle formulazioni, continua a mancare un'idea di crescita del turismo che punti sull'integrazione diffusa con la residenza, in alternativa a quello che punta di fatto sulla movida notturna e festiva, nonostante le proteste dei residenti.

La seconda, non certo in ordine di importanza, è il fatto che, per la seconda volta consecutiva manca nel documento ogni accenno di riflessione sulla vicenda keu. Ciò è totalmente inaccettabile dopo che l'inchiesta ha superato il primo livello con la chiusura delle indagini preliminari e la notifica ai 29 che avevano ricevuto avviso di garanzia e ai rappresentati delle sette aziende coinvolte dell’avviso di conclusione delle indagini che è propedeutico alla richiesta di rinvio a giudizio.

Si è perso tempo prezioso per riflettere e cominciare a cambiare rotta, in una zona dove non siamo all'anno zero (c'è il keu anche perché c'è la depurazione), su come intervenire sui processi produttivi per rendere il più possibile i residui riutilizzabili correttamente come sottoprodotti, e su quali siano le dimensioni in cui questo si può fare, e su quali eventuali iniziative di innovazione e diversificazione andranno sostenute anche con soldi pubblici, e infine su quali garanzie si devono dare per smaltire correttamente i rifiuti non trasformabili in sottoprodotti: senza sconti o scorciatoie di alcun genere. E, anche se la zona industriale di Ponte a Egola è estranea alla vicenda keu, noi crediamo che sia necessario prevedere, sia attraverso disposizioni emanate dal Comune a tutela della salute pubblica che attraverso indirizzi rivolti alle rappresentanze del Comune nel Consiglio di Amministrazione di Cuoiodepur una più costante acquisizione di informazioni sulla qualità dei reflui in acque pubbliche. Questi argomenti non sono ostili alla presenza dei settori industriali tipici della nostra zona, ma indicano al contrario l'unica direzione di sviluppo possibile: l'attenzione alla qualità etica ed ecologica delle produzioni.

La terza è una palese contraddizione tra l'intenzione di insistere sulla progettazione di una nuova sede del Liceo a Ponte a Egola e l'impegno a risolvere le criticità della sede “provvisoria” de La Scala. Quante risorse pubbliche si vogliono ancora sprecare e quanto tempo si vuole ancora perdere?

Prendendo atto dell'indisponibilità della maggioranza consiliare alla soluzione di cui siamo ancora convinti, ci sembra giusto puntare in alternativa alla localizzazione proposta nella mozione approvata l'8 novembre, l'ottimizzazione della sede attuale della Scala che, oltre a consolidare una situazione ormai esistente e consentire la soluzione in tempi brevi e medi di problemi che si presentano continuamente per la funzionalità della scuola, non comporterebbe alcun ulteriore consumo di territorio, sarebbe molto meno dispendiosa, e in perfetta sinergia con interventi sulla viabilità già previsti, opportunamente contenuti in questo DUP, e che dovrebbero configurare una circonvallazione a Nord della Tosco-Romagnola.

 

 

Manola Guazzini, capogruppo Lista Civica CambiaMenti

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