L'azienda sanitaria tranquillizza i cittadini: all’interno del presidio è stata effettuata l’inchiesta epidemiologica insieme all’igiene pubblica
"Nessun allarme scabbia nel presidio ospedaliero di Empoli e nessuna conseguenza di emergenza del personale, nè di difficoltà dei reparti". Lo precisa l’Azienda Sanitaria in particolare per tranquillizzare i cittadini che devono recarsi in Ospedale.
Per prevenire la diffusione dell’infestazione all’interno dell’Ospedale, la Direzione Sanitaria, insieme all’Igiene Pubblica di Empoli, ha attivato l’inchiesta epidemiologica per individuare i contatti sia fra gli operatori che fra i pazienti, come da procedura aziendale, che sono stati tempestivamente sottoposti a profilassi o sorveglianza sanitaria.
Sono stati 9 gli operatori (e non 15) che hanno contratto la scabbia ed hanno già effettuato la terapia fra il 20 e il 21 dicembre rientrando a lavoro, come da linee guida ministeriali, 24 ore dopo il trattamento e pertanto le attività nei reparti interessati si sono svolte regolarmente e senza alcuna interruzione nè ripercussione per i pazienti ricoverati.
La scabbia, evidenza l’igiene pubblica, è purtroppo altamente contagiosa e, di solito, viene trasmessa attraverso un contatto prolungato tra epidermidi (occorrono da 15 a 20 minuti di contatto pelle a pelle perché si verifichi la trasmissione).
I parassiti non sopravvivono più di 3-4 giorni nell’ambiente al di fuori della pelle.
Gli acari non possono volare, nè saltare e questo significa che il contagio può avvenire solo solo attraverso un contatto diretto con il parassita, il quale provoca il grattamento della pelle. La scabbia è patologia banale e il sintomo più comune è, quindi, il prurito.
Il trattamento della scabbia è facile ed efficace; si basa su terapie orali o sull'applicazione di prodotti che uccidono l’acaro responsabile (acaricidi), che vengono utilizzati anche per la profilassi. In genere per i soggetti infetti con scabbia è previsto l’allontanamento dal lavoro fino al giorno successivo a quello di inizio del trattamento.
Per prevenire la diffusione del parassita è necessario evitare il contatto diretto con le persone infestate. Inoltre è opportuno trattare tutti i familiari e chi abita nello stesso locale, anche se apparentemente queste persone non manifestano i sintomi della malattia.
Il rischio di diffusione tramite indumenti, biancheria da letto e asciugamani è molto difficile e tuttavia comunque è sufficiente lavare lenzuola, coperte e asciugamani con acqua a temperatura maggiore di 60 °C; i vestiti non lavabili con acqua calda e gli oggetti che non possono essere lavati vanno tenuti da parte per una settimana, per evitare reinfestazioni.
Tutte precauzioni già in essere all’interno del presidio ospedaliero.
Fonte: Azienda Usl Toscana Centro - Ufficio stampa
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