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La coppia si separa ma l'amore per i figli non finisce mai. Di Moira Checcucci

Moira Checcucci

Oggi affrontiamo un argomento delicato: parleremo di separazione e soprattutto come dirlo ai figli.

I genitori possono non amarsi più ma continueranno ad amare i figli. Sembra scontato, ma vi assicuro, che per i bambini non lo è. Addirittura pensano, che se i genitori si lasciano è colpa loro. Pensano di non essere stati abbastanza buoni e hanno paura di essere abbandonati e lasciati, come i genitori si stanno lasciando o si sono già lasciati.

Lavoro in ambito socio-educativo-relazionale e ogni giorno aiuto persone che vivono situazioni dove la coppia o uno dei due, decide di chiedere la separazione o sono già separati.

Forse questi contenuti non vi interessano direttamente, ma indirettamente potreste avere qualcuno nella cerchia dei vostri amici e parenti che, sta attraversando un momento di coppia un po' burrascoso.

Se ancora non si sono separati, è necessario, prima di fare questo passo, che chiedano una consultazione per confrontarsi con un esperto/a qualificata, che ispiri fiducia, in modo da procedere con prudenza, per non pentirsi della scelta in futuro, oppure per separarsi in modo meno conflittuale.

Vi dirò di più, è importante non fermarsi al primo professionista consultato, bensì chiedere un confronto almeno a due esperti della relazione di aiuto: almeno fra due possibilità, si fanno le scelte, altrimenti non si può parlare di scelta.

Ho sempre pensato che nessuno si sposi per separarsi, a meno che non viva il matrimonio con immaturità e superficialità. Escluso questo caso, quando la coppia arriva al punto di separarsi, vuol dire, che c’è stata tanta incomprensione fra i coniugi, tanto dolore, per la coppia, ma anche tanto dolore per i figli, se ci sono. Anzi spesso, proprio per le litigate dei genitori o perché sono troppo impegnati con il lavoro, i figli si sentono molto trascurati e non capiti.

Agire in prevenzione è l’unico modo per non far peggiorare la situazione e le relazioni. Non ce ne sono altri. Durante i colloqui molti genitori mi chiedono come fare, per farsi ascoltare dai figli e vi dico che, tocca al genitore mettersi in discussione perché “se il figlio non ascolta” dipende dal modo in cui gli si dicono le cose. Se il genitore cambia atteggiamento, toglie i pregiudizi sul figlio (figlio reale vs figlio ideale etc…)i rapporti migliorano.  Parte tutto da te che sei genitore. Chiedimi come fare e avrai indicazioni preziose.

Leggete adesso queste frasi, sono state dette da alcune persone durante i colloqui.

“Forse non mi sarei separata, se avessi avuto prima queste informazioni,”

“Mi si è aperto un mondo”

“Se me l’avessero detto prima, che lei aiutava le coppie in crisi,  prima di chiedere il divorzio ci avrei pensato un po’ meglio”

“Adesso mi sento più consapevole, prima credevo di esserlo”

Se la tua relazione di coppia non ti appaga più, chiedi aiuto, anche singolarmente, perché le cose possono migliorare, ma di sicuro non miglioreranno da sole. E se, sei già separato o separata ricorda che, firmare il documento del divorzio, anche se impegnativo, è sempre più facile che divorziare psichicamente ed emotivamente. Separarsi psichicamente vuol dire arrivare a sciogliere quel legame umano e relazionale che si era creato con l’unione. Divorziare è un momento molto stressante emotivamente e psicologicamente ed è segno di responsabilità verso sé stessi e verso i figli, prendersene cura. In che modo? Che significa prendersene cura?

La separazione è un momento della vita molto complesso: i figli mai vorrebbero che i genitori si separassero: con molta sofferenza nascosta, sono i figli anche se piccoli, a farsi carico della situazione; possono anche arrivare a dire: “se separarvi vi rende più felici, allora fatelo”

Sì, perché i figli hanno bisogno di vedere genitori felici e anche se emotivamente costa loro moltissimo, riescono ad arrivare a dire tanto. Nel cuore, tuttavia, vivono anch’essi una lacerazione.

L’evento separativo implica molte variabili per i figli: le due case, i giorni da trascorrere con l’uno o l’altro genitore e la capacità di ognuno di riorganizzarsi. Il trasloco degli oggetti è uno stress; la riorganizzazione emotiva, è ancora più complicata. I genitori hanno bisogno di sapere che cosa comporta globalmente questo evento per muovere passi più consapevoli e c’è bisogno di darsi un tempo di transizione per consentire a tutti gli interessati di ricostruire un nuovo modo di relazionarsi. Se questo tempo non viene impiegato per elaborare le perdite, i distacchi, sarà un tempo che passa solamente e accumulerà difficoltà non risolte.

I genitori devono essere emotivamente maturi per non far sì che i figli non diventino messageri/intermediari della loro comunicazione: per esempio con frasi del tipo “dici a papà, dici a mamma che…”.  I figli non possono fare da staffetta, bensì sono i genitori che se non hanno comunicato bene in precedenza, devono imparare a farlo adesso.

Spesso il dolore e la rabbia, fa alzare dei muri nella comunicazione ma non possono essere i figli a farne le spese. I genitori, come li hanno alzati, li possono almeno abbassare.

Ogni giorno, con brevi percorsi, accompagno gli ex coniugi a comunicare meglio,a rielaborare ingiustizie e torti subiti, per un buon clima e benessere di tutti i componenti delle famiglie allargate.

Attenzione anche alle mamme che si relazionano con i figli maschi. Non possono diventare per esempio  l’”omino” di casa, “sei il mio omino”. Sento o vedo pubblicate queste frasi.  Attenzione, quindi, ai ruoli che si danno ai figli, perché le parole hanno un peso e orientano in una direzione. Alcuni figli, dopo che il padre esce di casa possono assumersi delle responsabilità che non spettano loro. Attenzione anche ai ruoli che i figli si attribuiscono da soli vedendo le mamme sole e sofferenti.

Attenzione anche ai ruoli che si danno alle figlie   Le conseguenze si vedono dopo molti anni, quando i ragazzi e le ragazze avranno le loro prime storie e le future relazioni di coppia.

Se sei interessato/a ad approfondire adesso che sei adulto/a contattami! Ci sono molte implicazioni su questo aspetto che riguarda la sessualità.

Sono anche formata presso l’università del Sacro Cuore di Roma, per accompagnare i bambini e le bambine che vivono la separazione dei genitori. Perché vi dico questo? Perché se non viene data loro la possibilità di esprimere completamente il dispiacere che provano per la separazione dei genitori, questo dolore creerà dei disagi: se non vengono aiutati, in modo professionale, sotto forma di letture, disegni e quant’altro, a esprimere quello che provano, possono ritirarsi in un silenzio, possono anche smettere di dare fastidio, cercando di essere bravi a casa e a scuola e di non disturbare.

I genitori spesso sottovalutano la paura e la tristezza di un bambino apparentemente tranquillo, perché pensano, che se non crea problemi, vuol dire che è sereno: quindi tutto bene. In realtà è così maturo che non vuole disturbare, perché vede i genitori già tanto indaffarati e alle prese con i loro problemi. Ma quel disagio prima o poi potrebbe sfociare in un comportamento particolare o in disturbi psicologici. Quindi il mio consiglio è di non sottovalutare questo atteggiamento.

Oppure si agitano ancora di più. Vi viene in mente qualche bambino, bambina?

In entrambi i casi, sia iperattivi e oppositivi, sia isolati e silenziosi, hanno bisogno di uno spazio personale, per poter dire quello che pensano in sicurezza emotiva. Non lo possono fare a casa, perché sanno che causerebbero dispiaceri al padre e ai parenti del padre o alla madre e ai suoi familiari.

Si tratta di solo 4 incontri di 2 ore ciascuno e i bambini vivranno questo cambiamento familiare, con maggiore serenità. Non è psicoterapia, hanno solo bisogno di essere aiutati a capire meglio la situazione e supportati in questa fase di passaggio. Hanno bisogno di contattare le loro emozioni, come la rabbia, la tristezza per come sono andate le cose e questo migliorerà anche il rapporto con i genitori e di tutto l’entourage. Spesso dopo, vanno anche meglio a scuola, perché hanno meno pesi emotivi da portare, nel breve percorso si sono alleggeriti.

Dal canto loro, i genitori devono trovarsi d’accordo nelle decisioni da prendere, in modo che i figli non manipolino, prima un genitore e poi l’altro, per ottenere ciò che vogliono.

Tutti i genitori possono essere un po’ manipolati dai figli se vedono che i genitori non sono d’accordo. Uno dice di sì, l’altra dice di no.  Questo del resto succede anche per le coppie che non sono divorziate: i figli si alleano con il genitore che acconsente sempre. E anche questo è causa di litigi.  

Vorrei sottolineare, dunque, l’importanza, che i genitori, sposati o separati, facciamo comunque fronte comune. Fa bene ai figli vedere che i genitori sono compatti anche se separati. Dà loro stabilità e sicurezza interiore, anche se protestano o fanno vedere il contrario.

Ricordate infine, che le maniere forti non servono, anzi peggiorano i rapporti di sicuro. Ci vuole autorevolezza nello stile genitoriale. L’autorevolezza è una fusione fra la permissività e l’autorità. E tu che genitore sei?  Autoritario, permissivo o autorevole?

Metti a punto il tuo stile, perché essere in un modo o essere in un altro, non è uguale, non dà lo stesso risultato. Contattami, ho per te alcune strategie educative da dirti!

Ancora una sottolineatura importante: alcuni genitori, per tanti motivi, che adesso non posso prendere in considerazione, desiderano anche inconsciamente, che i figli crescano alla svelta ma i bambini non sono adulti, né piccoli adulti, sono bambini e sono più sensibili degli adulti, vanno trattati da bambini. Non si può presentare loro subito la fidanzata di papà o il nuovo amico della mamma. I genitori possono fare quello che vogliono ma ci vuole tatto e fare le cose per gradi quando sono coinvolti anche i figli.

E’ più faticoso? Costa qualche rinuncia? Sì ma è necessario, dare il tempo ai figli di assimilare il cambiamento. Non è un bell’impatto vedere un altro uomo o un’altra donna accanto al papà o alla mamma. L’empatia è una qualità che manca spesso nei genitori e quindi va acquisita perché senza empatia le relazioni non funzionano e fanno stare male.

Se vuoi costruire una buona relazione, che duri anche durante l’adolescenza e anche quando sarete entrambi adulti, va costruita in modo sano e responsabile fin da subito.

E se i figli sono più grandi, mai è troppo tardi! Non perdere le speranze e agisci, chiedi un confronto!

Carissime e carissimi, siamo giunti alla fine dei nostri 4 incontri. Adesso ci dobbiamo salutare, moltissime altre cose avrei da dirvi, l’argomento è molto vasto, come tutti quelli di cui mi occupo, cioè delle relazioni buone che generano benessere fisico psichico ed emotivo.

Spero che anche questo articolo vi sia stato utile! Con tanta gioia, Vi ringrazio per tutti i messaggi, mail e telefonate che ho ricevuto, continuate a farmi avere i vostri feed-back su whatsapp, e-mail, telefono: risponderò a tutti! E se hai bisogno io ci sono!  Vi auguro di cuore, un felicissimo anno nuovo! E soprattutto ricco di ottime relazioni!

Contatta Moira Checcucci dal vivo (riceve a Pontedera e Ponte a Egola) oppure online, per un confronto immediato sui tuoi problemi


Moira Checcucci

Tel. 339 5029111
www.moiracheccucci.it
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