Dolciumi e piccoli doni sotto il Ceppo - l’antico albero di Natale ‘alla fiorentina’ - uomini e donne bendati che si rincorrono per la piazza, carrozze e maschere per il centro di Firenze, lanterne di carta e cerbottane per colpirle. Una serie di 24 acqueforti, pubblicata nel 1790 nel libro di Giuseppe Piattoli e Carlo Lasinio Giuochi, Trattenimenti e Feste Annue che si costumano in Toscana specialmente in Firenze, racconta con stile satirico e burlesco, tipico della tradizione toscana, il lato più scanzonato e giocoso delle Feste di Natale vissute dai bambini nel Granducato. Tutto questo diventa adesso una mostra virtuale, da oggi online e liberamente visitabile sul sito del museo.
Il Ceppo era il gioco di tradizione natalizia per eccellenza per i bambini toscani e consisteva nell’abbellire un piccolo tronco con decorazioni e candeline. Solo dopo aver completato l’albero i piccoli avrebbero potuto ricevere i doni che la famiglia vi nascondeva sotto.
Il giovedì grasso di Carnevale il lungarno si riempiva di carri e persone in maschera che bevevano e mangiavano a volontà: Berlingaccio, infatti, significa proprio “bere e parlare”. La schiacciata alla fiorentina, il dolce tipico di quella occasione, concludeva ogni banchetto.
Ancora oggi l’8 settembre in Piazza Santissima Annunziata a Firenze si festeggia la Rificolona o fiera per la festa della Madonna. In città arrivavano dalle campagne donne vestite a festa e portavano con sé alti bastoni con lanterne per farsi luce durante il cammino. I bambini più monelli si divertivano tirando sassi per farle cadere e bruciare.
Nella mostra online, oltre a questi divertimenti tipici sono illustrati anche altri come il Beccalaglio, cioè la classica “Mosca Cieca”: ad un partecipante bendato e posto in mezzo al campo da gioco veniva chiesto “Che sei venuto a fare in mezzo alla piazza?”, al che lui rispondeva “A beccar l’aglio!” e dopo aver ricevuto il primo colpetto da un compagno iniziava il gioco vero e proprio con il bendato che doveva afferrare i compagni che lo circondavano.
Famoso anche quello del Pallone, che due squadre di quattro giocatori si passavano e colpivano con un guanto di legno verso il muro. E ancora le “Pallottole”, oggi chiamate “bocce”, passatempo che coinvolgeva persone di ogni estrazione sociale e censo, e che fu addirittura limitato per il livello di disordini che era in grado di generare. Ancora oggi vicino alla cattedrale di Santa Maria del Fiore, una piazzetta detta delle Pallottole, testimonia la grandissima popolarità di questo passatempo tradizionale fiorentino.
Il Direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt: “Oltre a mettere in luce una serie di stampe appartenenti alla collezione del Museo, questa mostra virtuale ci fa riflettere sulla ricchezza delle tradizioni popolari in toscana. Molti giochi si sono persi, altri si sono evoluti. E mentre il ‘ceppo’ è stato soppiantato dall’albero di Natale, tipico della cultura nordica, altre feste sono giunte intatte fino a noi e si celebrano ogni anno con lo stesso spirito e una freschezza rimasta intatta nei secoli”.
Fonte: Ufficio Stampa
Notizie correlate
Tutte le notizie di Firenze
<< Indietro