Natale si avvicina, le Feste sono dietro l'angolo. La domanda è d'obbligo: cosa regalare per il 25 dicembre? La risposta è scontata: un libro. Ma anche se avete già fatto i regali, un bel libro è un modo piacevole di passare le festività. La redazione di gonews.it ha deciso di venirvi incontro, vi consiglia infatti dei libri da leggere o regalare per Natale. Un consiglio a testa, si parte, e buone feste.
Ferrovie del Messico (Gian Marco Griffi, Laurana Editore, 22 euro) - Oltre ai saggi che riguardano giornalismo e società, affronto la letteratura solo in occasione di romanzi che mi incuriosiscono per trama o personaggi. Ma pure con storie talmente assurde che leggi solo per vedere come va a finire. O anche tutte e due le cose. Per questo ho raccolto l'invito di Gianmarco Lotti, 'pusher' di nuove uscite, per buttarmi nella lettura di Ferrovie del Messico, oltre 800 pagine fitte di personaggi inverosimili (dal 'fascista per caso' Cesco Magetti fino a Adolf Hitler) ambientate nella Asti della Repubblica Sociale Italiana. Tutto collegato con il Messico e la sua rete ferroviaria. Una storia assurda ma che meritava di essere scritta e merita di essere letta. Ci si stupisce, si ride e ci si compiace per la poesia che trabocca da molte pagine. - Elia Billero
Niente di nuovo sul fronte occidentale (Enrich Maria Remarque, Biblioteca Neri Pozza, 12 euro) - Scoppia la Prima Guerra Mondiale e in Germania un gruppo di giovanissimi si ritrova in trincea a combattere. Paul Bäumer, protagonista e voce narrante, e i suoi amici si arruolano come altri compagni di classe dopo i discorsi sulla patria in pericolo e sulla grandezza del servire lo Stato impartiti dal professore durante le ore di ginnastica. Al fronte toccheranno con mano il terrore e la morte, fino ad essere privati della propria gioventù e dei propri sogni. Un racconto toccante, che scorre per immagini attraverso le parole di Bäumer: "Io sono giovane, ho vent'anni, ma della vita non conosco altro che la disperazione - racconta in un passaggio Remarque, autore che prese parte in prima persona alla Grande Guerra - Io vedo popoli spinti l'uno contro l'altro, e che senza una parola, incosciamente, stupidamente, in una incolpevole obbedienza si uccidono a vicenda". In 207 pagine è possibile comprendere le atrocità della guerra, un racconto che rimanda a oltre 100 anni fa reso purtroppo tristemente attuale dai conflitti presenti nel mondo anche oggi, compreso quello alle porte dell'Europa scoppiato nel febbraio 2022 in Ucraina. Sempre quest'anno "Niente di nuovo sul fronte occidentale" è diventato anche un film, prodotto e disponibile sulla piattaforma Netflix. - Margherita Cecchin
Terroni (Pino Aprile, Piemme, 9,90 euro) - Tutti conoscono, o almeno hanno studiato sui banchi di scuola, la Storia dell’Unità d’Italia. A partire dal Risorgimento, siamo portati a pensare che al grido di “O si fa l’Italia o si muore” la trasformazione della Penisola da espressione geografica a Regno vero e proprio sia stata un processo glorioso, fatto di battaglie epiche (non sempre finite bene), e soprattutto unitario. Tutti gli abitanti della Penisola si sentivano italiani e desideravano vivere da tali insieme come fratelli, liberi dall’oppressione dello Straniero. D’altronde, se Garibaldi con i suoi Mille ha abbattuto il secolare Regno delle Due Sicilie senza incontrare troppa resistenza, se non addirittura accolto come un liberatore, vuol dire che, davvero, l’Unità era il sogno più grande. Purtroppo, come spesso accade, la storia la raccontano i vincitori che si premurano bene di fissarla nei libri che, decenni dopo, saranno studiati dai loro giovani pronipoti. Sicuramente, nell’epopea dell’Unità ci fu una grande vittima: il Sud. 'Terroni' di Pino Aprile offre una prospettiva “altra” rispetto a quella mainstream su cosa fosse il Regno delle Due Sicilie prima della celeberrima Spedizione, cosa accadde davvero in Meridione tra il 1860 e il 1861 e cosa comportò l’Unità per i fratelli italiani annessi al Piemonte. Una sorta di “lezione alternativa”, in cui il brigante non è necessariamente il cattivo e l’eroe di guerra si è macchiato di crimini indicibili. Perché con l’Unità la vita nel Mezzogiorno cambiò; in certe occasioni non in meglio. - Giovanni Gaeta
La lingua che cambia (Manuela Manera, Eris Edizioni, 6 euro) - Il mondo cambia, la lingua cambia. Se siete stanchi o stanche di chi sui social network crea dal nulla crociate contro l'inclusività nel linguaggio, allora questo piccolo saggio di Manuela Manera può fare al caso vostro. La collana BookBloc - curata dagli inizi fino a qualche mese fa dalla santacrocese Rachele Cinerari - offre molti spunti d'attualità e anticipa temi della futura attualità, se così si può dire: la lingua non è esente, perché negli ultimi anni la discussione sull'uso di schwa o asterisco è entrata a far parte del dibattito quotidiano. L'italiano non può essere considerato una lingua chiusa e immutabile, deve stare al passo coi tempi. 'La lingua che cambia' è una più che valida e utile porta d'ingresso per il tema di un linguaggio più aperto. - Gianmarco Lotti
I sotterranei del vaticano (André Gide, Universale Economica Feltrinelli, 6,65 euro) - Questo romanzo sembra un libro scritto per provocare il lettore, renderlo inquieto, costringerlo a inseguire i pensieri che il narratore non ha alcuna intenzione di rendere palesi. La storia si muove senza fili narrativi chiari, intrecciando flussi di coscienza dei personaggi a colpi di scena, momenti di profonda riflessione filosofica a veri e propri vuoti narrativi. Il romanzo ruota intorno alla falsa notizia dell'imprigionamento del Papa nei sotterranei del vaticano e alla storia di una famiglia parigina, i de Baraglioul. Il lettore viene strattonato in una serie di avvenimenti che intrecciano bande di truffatori, borghesucci ferventemente cattolici e scienziati atei ma capaci di fanatiche conversioni religiose, storie di massoneria e un omicidio privo di alcuna motivazione. Il libro è una critica sociale alla borghesia ipocrita del tempo, e ad un certo tipo di religiosità, ma anche un'analisi psicologica dell'affascinante Lafcadio, protagonista del romanzo alle prese con quelli che sembrano veri e propri disturbi di personalità; è anche una riflessione filosofica sulla natura umana, e sui turbamenti di una società che si stava avviando alla grande tragedia collettiva della Prima Guerra Mondiale. I sotterranei del vaticano sono infine un grande testo metaletterario, un romanzo che intende essere un manifesto su come l'artista deve rappresentare la modernità, uscendo dai canoni letterari del tempo per abbracciare stilisticamente il disordine e l'inafferrabilità delle società contemporanee. - Giovanni Mennillo
L'ultimo Freddie Mercury (Roberto De Ponti, Sperling & Kupfer, 19,90 euro) - Per quanto mi riguarda ci sono tre Freddie Mercury: quello degli anni '70, con le tute attillate e i capelli lunghi, gli occhi truccati. Quello iconico, riconosciuto da tutti, con i baffi, nel periodo che va dal 1980 circa fino ai primi mesi del 1987. Infine c'è quello dal 1987 al 1991 senza più i baffi, con il volto scavato dalla malattia, fino alla morte. Grazie al libro del giornalista Roberto De Ponti possiamo conoscere appunto l'ultimo Freddie Mercury, quello più intimo e meno conosciuto, quello che ha combattuto negli ultimi anni con l'Aids conclamato che l'ha segnato, scavato e infine ucciso. Fino agli ultimi mesi Freddie però è riuscito a cantare, magari aiutato da un paio di bicchieri di vodka, lasciando intatta la sua arte anzi, trovando nel buco nero della malattia altre profondità e altre canzoni che sono diventate indimenticabili. Consigliato. - René Pierotti
Eccomi (Jonathan Safran Foer, Guanda, 20,90 euro) - Questo è il romanzo con cui Jonathan Safran Foer ritorna in libreria dopo undici anni dall’ultimo che aveva scritto. E come gli altri due, sembra essere un pugno nello stomaco di chi l’apprezza, perché riesce ad affondare nel lettore in maniera diretta. Sarà che l’ho letto in un periodo particolare per la mia condizione di neo papà, sarà che è ambientato in un luogo che mi piacerebbe visitare e conoscere (la Washington vissuta da una famiglia ebraica di cui il protagonista fa suo malgrado parte), ma 'Eccomi' lascia sedimentare qualcosa nel setaccio della vita di tutti i giorni. Un libro che esalta la normalità dei propri personaggi, delle proprie difficoltà a mantenere retta una linea vitale che pone le basi sulla onestà dei rapporti con il proprio io a confronto con quello degli altri. - Christian Santini
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