Come si crea un nuovo mondo libero da inquinamento, disastri ambientali, riscaldamento globale? L’artista libano-canadese Marya Kazoun lo spiega attraverso un’installazione ispirata al presepe: ne sono protagoniste le sagome quasi arboree dei Magi, realizzate in ovatta – alte 2,60 metri – e rivestite da una stoffa bianco latte. Non portano in dono oro, incenso e mirra ma energia pulita, rappresentata dalle pale eoliche montate sulla loro sommità. First Act, questo il nome dell’opera, trasmetterà il suo messaggio ambientalista per tutte le Feste di Natale e fino al 29 gennaio dalla Sala Bianca, lo spazio più prestigioso di Palazzo Pitti a Firenze.
Il vento, che rappresenta il transitorio e l'inafferrabile, è in quest’opera il respiro vitale dell'universo e di chi lo abita. In opposizione ad esso, la presenza minacciosa di uno sciame di locuste, realizzate in vetro a Murano, simboleggia la rovina climatica sempre più incombente sul destino del pianeta.
L'artista associa così l’antico disastro biblico a quello ecologico attuale, per spingere lo spettatore a riflettere e agire. La nascita di un mondo nuovo - la scultura sferica al centro - è ammirata da sei figure disposte a coppie, che rappresentano l’unione tra gli esseri umani. Non mancano, seguendo la tradizione cristiana, le figure della Madonna e san Giuseppe, del bue e dell’asinello, che vegliano premurosamente sul nuovo nato. Lo spazio metafisico della Natività di Marya Kazoun - dove incubi, simboli e utopia si fondono - è abitato da creature che aprono una finestra su futuri possibili, da cui lo spettatore può affacciarsi per indagare sé stesso e la realtà che lo circonda.
Il direttore delle Gallerie Eike Schmidt: “Proteggere il patrimonio artistico e conservare l’eredità paesaggistica e ambientale sono doveri seri e urgenti che non devono mai entrare in conflitto, ma favorirsi a vicenda. Nell’installazione First Act, Marya Kazoun prende avvio dalla tradizione presepiale e ci fa riflettere sul più grave pericolo che il nostro pianeta sta correndo: quello di perdere l’equilibrio ecologico, mettendo pertanto a rischio la sopravvivenza del genere umano. L’opera evidenzia ed esemplifica come la natura naturans, insita in ogni atto creativo, necessariamente invoca il massimo rispetto e impegno per il creato, mentre la natura naturata a sua volta fa risplendere e promuove l’azione miracolosa della natura naturans”.
Aggiunge l’artista Marya Kazoun: “I sussurratori del vento hanno sempre abitato questo luogo, e sono un’estensione delle voci del passato”.
Fonte: Gallerie degli Uffizi - Ufficio stampa
Notizie correlate
Tutte le notizie di Firenze
<< Indietro