Ogni settimana in viaggio con beni per l'Ucraina, la storia di Anyta e Slavik

La solidarietà non si ferma. Da mesi dalla parrocchia della Resurrezione di via Tommaso Pini, ogni venerdì, Anyta e Slavik partono con un furgone carico di beni umanitari alla volta dell'Ucraina. A coordinare il tutto è don Gabriele Bejenaru, direttore della Pastorale migranti della Diocesi di Prato e vice parroco della Resurrezione.

Fin dall'inizio della guerra in Ucraina il sacerdote si è prodigato per far arrivare beni di prima necessità agli sfollati in fuga dal conflitto, sia tramite la Caritas diocesana di Prato che un’associazione rumena, e ora anche grazie all’ausilio di due collaboratori ucraini. «Già da tempo mandiamo questi aiuti in Ucraina con i nostri collaboratori ucraini Anyta e Slavik. Grazie a loro stiamo aiutando, come possiamo la popolazione ucraina che soffre», dice don Gabriele.

Le richieste di aiuto sono ancora tante, da qui il nuovo appello dell’Ufficio per la pastorale dei migranti per aiutare il popolo ucraino. «In questo tempo di avvento l’appello è quello di aiutare il popolo ucraino all’inizio dell’inverno – spiega ancora il sacerdote -. Stiamo raccogliendo aiuti economici e beni di prima necessità per aiutare i profughi ad affrontare il gelido inverno senza luce, gas e acqua. Tutto è benvenuto».

In particolare è possibile donare coperte, calzini invernali da donna e per bambini (età 1-7 anni), cibo in scatola (fagioli, riso, carne, tonno), biscotti, latte a lunga conservazione, latte in polvere e pannolini (età 1-3 anni). Il punto di raccolta è la parrocchia della Resurrezione. Da qui, ogni venerdì, Slavik e Anyta caricano il furgone e partono. Ventiquattro ore di viaggio per arrivare in Ucraina. Una volta sul posto il materiale viene distribuito tra le varie realtà del territorio. «Dividiamo le cose un po’ per tutti, famiglie, scuole, ospedale – aggiungono Anyta e Slavik -. L’importante è avere qualcosa da portare. Ci sono tante persone che chiedono aiuto». Tempo un paio di giorni e Anyta e Slavik tornano in Italia, per poi ripartire nuovamente la settimana successiva.

Fonte: Diocesi di Prato - Ufficio stampa

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