Impianto rifiuti Empoli, il braccio di ferro c'è ma è sottotraccia

(foto gonews.it)

L'unica tregua nel confronto sull'impianto rifiuti Alia previsto al Terrafino arriva con la festa dell'Immacolata.

Ma le critiche non sono mancate in questi giorni a mezzo stampa, seppure i toni siano stati sommessi e forse anche il linguaggio sia rimasto il 'politichese' che lascia spazio a interpretazioni diverse.

Quest'oggi con una nota il comitato Trasparenza per Empoli annuncia con giubilo che il sindaco Brenda Barnini ha fatto retromarcia sulla possibilità dell'impianto.

"Siamo comunque contenti che la prima cittadina di Empoli abbracci di nuovo il suo ruolo di rappresentante della comunità e che si faccia portavoce del giusto dissenso che è emerso nella popolazione", afferma la nota. Ma è così?

Nell'intervista rilasciata ieri a La Nazione, alla domanda "Ora che succede?" Brenda Barnini risponde: "Mi sono presa un po' di giorni di tempo per capire se ci sono condizioni per proseguire nella fase di progettazione o se, al contrario, debba dire alla Regione e ad Alia che no, a Empoli non ci sono le condizioni per accogliere questo impianto". Niente di nuovo rispetto a quanto affermato nei giorni precedenti anche in sede pubblica, una variante del "Vediamo le carte" affermato già ad aprile, agli albori della proposta di Alia. Ma non si può leggere un no chiaro e netto, che se fosse stato annunciato avrebbe avuto ben altra risonanza, anche alla presenza di una comunicazione più chiara e puntuale.

La risposta di Monia Monni, assessore regionale all'ambiente, presente alla riunione carica di tensione al circolo di Marcignana, è invece più dura. Anche questa risposta è da masticare e digerire per essere compresa a pieno.

"Prendo atto della scelta della sindaca di riavviare il confronto con le parti sociali e le categorie economiche per valutare se c’è ancora la disponibilità del Comune ad ospitare l’impianto proposto da Alia". Questo era già stato annunciato anche dalla stessa azienda dei rifiuti, che aveva dato tempo e disponibilità per un confronto sul progetto.

"Si devono tenere in forte considerazione le legittime preoccupazioni dei cittadini che chiedono garanzie di sicurezza e di compatibilità, ma per dare queste garanzie serve la valutazione puntuale di un progetto, che ad oggi non è stato presentato". Tradotto: ancora è presto per dire di no visto che un progetto, come è stato detto e ripetuto, non è stato ancora presentato.

Poi arriva il rimpallo di responsabilità. Barnini dice "La Regione ha ribaltato il normale percorso che prevede che sia lei a decidere, pianificare e localizzare". Monni replica: "Il Comune insieme al proponente Alia, che è peraltro società partecipata dal Comune stesso ha scelto in autonomia di considerare questa ipotesi progettuale, impostando un lavoro di confronto con la cittadinanza aperto e trasparente. La Regione, come noto, non ha competenze sui rifiuti speciali e quindi su impianti di riciclo e recupero, ma ho sempre guardato con attenzione a questa iniziativa, che ha caratteristiche tecnologiche e di circolarità di assoluto interesse. Alla Regione spetta il compito di individuare gli impianti finali del ciclo dei rifiuti, come sono ad esempio le discariche, mentre ai Comuni è affidato l’onere, insieme alle Autorità di ambito e ai gestori, di organizzare il sistema di raccolta".

Se Barnini chiude l'intervista dicendo che "questa ipotesi di progetto non è richiesta dal sindaco", Monni ribatte: "Se un impianto è compatibile e sicuro non lo valuta l'assessore regionale, ma gli uffici tecnici della Regione, dei Comuni, l’Asl, l’Arpat e tutti gli altri enti titolati ad esprimersi. Su questo, non sulla localizzazione di questi impianti, la Regione ha una competenza e assicuro che affronteremo come sempre ogni iter autorizzativo con il massimo rigore e nel segno della trasparenza e della partecipazione. Rilevo infine che porre il tema della mancata localizzazione nel piano non è solo giuridicamente non corretto, ma non lo è nemmeno politicamente perchè è ininfluente sotto il piano della possibilità di realizzazione, a ricordarcelo c'è Case Passerini, localizzato da lungo tempo e non per questo realizzato".

Il botta e risposta manca il punto fondamentale: l'impianto va avanti o no? Barnini si è presa tempo, la Regione ne ha preso atto. Alia, nelle parole del presidente Nicola Ciolini al giornale Il Tirreno, dice che la progettazione non si è fermata e va avanti. Il comitato Trasparenza per Empoli rimette la decisione agli organi competenti, dicendo che Empoli già sta dando tanto con la raccolta differenziata, l'impianto di Casa Sartori (che però è a Montespertoli), il biodigestore e il secondo progetto all'interno del bando per il Distretto Circolare legato al recupero del vetro, anch'esso nell'area di via del Castelluccio.

Il braccio di ferro, se non è evidente, esiste sottotraccia. I confronti pubblici dei cittadini continuano nelle case del popolo, ma la 'svolta di Marcignana' c'è stata e non ha completato ancora di mostrare le sue conseguenze.

L'impianto rimane un'opportunità per i proponenti (e una minaccia per i contrari), ma le condizioni sono cambiate.

Nessuno vuole più assumersi il costo 'politico' di una decisione alle condizioni poste finora. Qualcosa deve dunque cambiare prima di tornare di nuovo sul tema. L'area? Il comune di localizzazione? Il tipo di impianto? C'è ancora tempo per scegliere, discutere e confrontarsi, speriamo senza fumogeni e insulti (di una strettissima minoranza, c'è da dirlo, a confronto con chi aveva intenzioni pacifiche di dialogo) come avvenuto a Marcignana.

Elia Billero



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