"Ho voluto richiamare la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia, quella europea sull’esercizio dei diritti dei minori, le “Regole minime per l'amministrazione della giustizia minorile” dell’ONU, la Convenzione Europea sui Diritti dell'uomo, la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea e gli Artt. 2/3/27/31 della Costituzione, oltre a Leggi su Infanzia e Adolescenza per affrontare un tema spesso ignorato: la presenza di bambini in carcere" scrive in una nota il Consigliere Regionale Iacopo Melio.
"La custodia in carcere di genitori, infatti, coinvolge spesso le vite dei minori, che vedono a rischio il diritto alla protezione e alle cure necessarie per il proprio benessere, a scapito della tutela dell’interesse superiore del bambino ritenuta in assoluto preminente, mentre le Linee Guida Internazionali indicano come rendere più marginale il ricorso al carcere, individuando alternative come case-famiglia protette.
Peccato però che questo raramente accada - continua Melio - La presenza di bambini in carcere risulta ancora frequente, considerato che nel numero delle madri detenute con figli a seguito rientrano anche quelle collocate negli ICAM (istituti penitenziari a tutti gli effetti), mentre secondo la Corte di cassazione “sarebbe in contrasto con la costituzionalità far dipendere un regime carcerario dalla mancanza di strutture alternative”.
"Ecco perché - conclude - attraverso questo mio ultimo atto, ho chiesto che la Giunta regionale si attivi nei riguardi del Governo e del Parlamento per far sì che sia di nuovo promosso un percorso legislativo di modifica della Legge 62/2011 volto ad impedire, nell’interesse dei minori e di un equilibrato sviluppo delle relazioni genitoriali, l’accesso dei bambini nel carcere mediante una disciplina tesa a rafforzare l’utilizzo di strutture esterne quale modalità di esecuzione della pena".
Notizie correlate
Tutte le notizie di Toscana
<< Indietro