Il Comitato gestori Rsa private della Toscana ha presentato proposte alla Regione per far fronte all'emergenza gestionale e finanziaria. Proseguono i presidi fuori dal Consiglio regionale
Nella mattina di ieri, lunedì 21 novembre, i presidenti delle associazioni rappresentative dei gestori delle Rsa e dei Centri diurni accreditati del Terzo settore, del privato e del sistema pubblico, dopo la manifestazione in piazza Duomo a Firenze del 27 ottobre scorso e un successivo incontro in prefettura con la Regione Toscana, sono stati ricevuti dall’assessore regionale al Sociale Serena Spinelli e dal direttore generale dell’assessorato alla Sanità, Federico Gelli, per esaminare la grave situazione emergenziale in cui si trovano le strutture sociosanitarie. Emergenza sia sul piano gestionale e finanziario, sia per la carenza di infermieri e di personale addetto alla diretta assistenza. Situazione grave, che tocca anche i lavoratori, discriminati negli stipendi rispetto ai dipendenti pubblici impiegati in analoghi servizi sociosanitari, sia le famiglie, chiamate a sostenere gli aumenti dei costi dei ricoveri per la quota di parte sociale.
Le Rsa in Toscana sono 322; sono 11.000 posti letto accreditati su 12.800 autorizzati. Le quote sanitarie effettivamente erogate dalle Asl sono circa 10.000 al giorno. Questo è un settore dell’assistenza che coinvolge direttamente e indirettamente oltre 90.000 persone: gli anziani ospitati, le rispettive famiglie, i lavoratori e i familiari, gli occupati dell’ampio indotto di fornitori di beni e servizi. Non dobbiamo poi dimenticarci delle persone in lista di attesa e quanti hanno rinunciato provvedendo alla meglio da sé.
Il quadro emergenziale presentato all’assessore Spinelli e al direttore Gelli dalle associazioni Uneba, Anaste, Arat, Arsa, Aiop, Agespi e delle Aret (Aziende sanitarie pubbliche - ex IPAB), non consente ulteriori rinvii: le spese che le strutture sociosanitarie stanno sostenendo, oltre al caro bolletta e all’inflazione che ha ulteriormente aumentato tutti i costi, ha reso la situazione insostenibile.
I gestori, per tutelare gli enti e le imprese, faranno certificare la situazione gestionale da un ente autorevole e terzo, per poi intraprendere tutte le iniziative necessarie per rimettere a posto i conti e assicurare così la continuità dei servizi, quindi l’assistenza agli anziani insieme ai posti di lavoro.
L’assessore Spinelli e il direttore Gelli hanno manifestato consapevolezza della situazione in cui versano le Rsa e verificheranno i margini di manovra economica nei prossimi giorni, sia per la richiesta di ristoro da parte delle associazioni per gli ultimi sei mesi del 2022, sia per la revisione della quota sanitaria, che in undici anni ha avuto un solo euro di aumento.
Le associazioni hanno fatto alcune proposte concrete alla Regione Toscana per trovare una soluzione. Proposte che saranno valutate e di cui sarà verificata la fattibilità. Queste proposte consentirebbero sia di far quadrare i conti alle Rsa che ai Centri diurni, non appesantendo ulteriormente il bilancio regionale, ma anche di far conseguire alla stessa Regione obiettivi di programmazione già propri, quindi previsti dal bilancio 2023.
Ci sarà un altro incontro a breve per esaminare quanto proposto.
Intanto i gestori dovranno aumentare di circa 13 euro la quota di parte sociale alle famiglie a partire dal 1 gennaio 2023; quota sociale che la Regione aveva calcolato e indicato ai Comuni, molti anni fa, in euro 53,32.
Le associazioni continueranno nelle prossime settimane le proprie manifestazioni, perché il problema sia ben compreso e per evitare di dover ridurre i servizi di assistenza e l’occupazione.
Oggi (martedì 22 dalle 14,30) e domani (mercoledì 23 dalle ore 9,30) i gestori e i lavoratori con i familiari degli ospiti presidieranno l’ingresso del Consiglio regionale, in occasione delle riunioni. Continueranno in tali manifestazioni finché non raggiungeranno adeguati risultati. Altre iniziative, di maggior rilievo politico, sono in fase di preparazione.
Consapevoli delle condizioni di difficoltà delle famiglie, le associazioni dei gestori incontreranno prossimamente i familiari degli anziani ospiti, per studiare insieme a loro come agire per evitare l’aumento delle rette sociali. Ma anche come avviare e sostenere un processo di cambiamento che renda le strutture sociosanitarie un Centro servizi territoriale. Un valido punto di riferimento per gli anziani soli e per le loro famiglie. Promuoveranno un movimento di partecipazione degli stessi interessati, perché siano co-produttori di un appropriato sistema di tutela, di cura e di assistenza, che sia di qualità, sostenibile e integrato con tutto il sistema delle cure territoriali della cronicità. In tal senso si proverà a dialogare anche con i medici di medicina generale. Proponiamo da anni che le Rsa e i Centri diurni siano Centri di servizi radicati nel territorio, partecipati, capaci di accompagnare gli anziani malati cronici, frequentemente con demenza, dall’ospedale a casa e viceversa, evitando ricoveri impropri, con conseguenze deleterie sulle condizioni di salute.
Aderiscono al Comitato:
AGESPI (Associazione gestori servizi sociosanitari e cure post intensive) TOSCANA
AIOP (Associazione italiana ospedalità privata) TOSCANA
ANASTE (Associazione nazionale strutture terza età) TOSCANA
ARAT (Associazioni residenze anziani Toscana)
ARET - ASP (Associazione regionale aziende pubbliche di servizi alla persona),
ARSA (Associazione residenze sanitarie assistenziali)
UNEBA (Unione nazionale istituzioni e iniziative di assistenza sociale) TOSCANA
Fonte: Comitato Gestori RSA Private
Notizie correlate
Tutte le notizie di Toscana
<< Indietro