La commissione regionale Aree interne, presieduta da Marco Niccolai (Pd), ha tenuto ieri pomeriggio, lunedì 14 novembre, un’audizione dei rappresentanti dell’Associazione bancaria italiana (Abi) e della Federazione toscana BCC Credito Cooperativo sul fenomeno della desertificazione bancaria, con particolare riferimento alle aree interne della Toscana. Prosegue così il percorso già avviato nella seduta del 18 ottobre, quando sono state sentite le organizzazioni sindacali confederali.
“Il tema è molto rilevante e ci sta fortemente a cuore – ha spiegato il presidente Niccolai – riguarda una parte molto importante del territorio regionale. Siamo spesso interrogati rispetto a questi temi dalle amministrazioni locali. Il venir meno dello sportello bancario o dell’Atm, oltre al depauperamento del servizio – al cittadino così come alle piccole e medie imprese che hanno maggiori difficoltà di accesso al credito – dà un senso di perdita di identità e di attrattività del territorio. La Toscana ha molte aree interne e una popolazione sensibilmente maggiore rispetto alla media nazionale. Il tema impatta fortemente in termini sociali ed economici”.
Per l’Associazione bancaria italiana, accanto alla commissione regionale toscana, è intervenuto anche il livello nazionale, con il vicedirettore vicario Gianfranco Torriero, che ha portato il saluto e il ringraziamento “anche del presidente Patuelli per la riflessione avviata. Ne stiamo parlando da tempo – ha spiegato Torriero –, il tema è molto diversificato, però ogni Regione rappresenta questa minor presenza rispetto al passato”. Dopo il boom iniziati negli anni Novanta, la tendenziale diminuzione è cominciata nel 2008: “L’attuale presenza è in diminuzione significativa rispetto al 2008, ma è ancora superiore a quella dei primi anni Novanta”.
Nel frattempo, “è cambiato l’utilizzo della banca, con una forte riduzione dell’utilizzo dello sportello (si è passati dal 91 per cento quattordici anni fa, al di sotto dell’80 per cento oggi). E si va meno volte in banca. Le nuove tecnologie consentono al cliente varie modalità di accesso alla banca; il numero di operazioni bancarie con strumenti diversi dal contante è aumentato del 160 per cento”. E l’Italia sta vivendo una fase di “forte recupero della digitalizzazione della popolazione”, anche grazie agli Atm evoluti che oggi permettono di effettuare un’ampia serie di operazioni.
“Aspetto cruciale – ha proseguito Torriero – è capire qual è il bisogno di quelle aree che non vedono la presenza bancaria. I bisogni espressi dalla popolazione sono rilevati come prevalentemente strumenti di base (strumenti di pagamento e acquisizione somme in denaro) senza implicazioni sulle attività di finanziamento”. L’associazione bancaria, ha ricordato il vicedirettore, “non può dare indirizzi sulle scelte commerciali delle singole banche, ma può fare attività di analisi”. C’è una questione aperta, legata alla “nostra richiesta di rimuovere una norma che consente a Poste italiane di poter essere assegnataria senza gara della tesoreria comunale, Riteniamo che si debba ripristinare soprattutto per i piccoli Comuni la possibilità di partecipare alle gare pubbliche, all’interno delle quali anche l’approccio tramite sportello può diventare una componente. Di recente c’è stata una decisione della Commissione europea, che il 31 ottobre ha considerato coerente una misura agevolativa nei confronti di Poste per l’attivazione di Atm evoluti in concorrenza con le banche che già offrono questo servizio”. Serve nel complesso, secondo Torriero, “una riflessione sulle politiche pubbliche di sostegno alle aree interne: nel mese di luglio, uno studio dell’Istat ha messo in evidenza che spesso, dove non è presente lo sportello bancario, mancano anche presidi di sicurezza pubblica e servizi di sanità pubblica territoriale”.
“I dati ci fanno capire che la Toscana, anche rispetto all’Italia centrale, ha visto una minore diminuzione del numero degli sportelli negli ultimi anni – ha spiegato Giancarlo Barbieri, presidente della commissione regionale dell’Abi –. Nel 2000 i Comuni rappresentati erano 276, oggi sono 254. Oggi gli sportelli ogni 100mila abitanti sono 44, mentre sono 38 nelle altre Regioni dell’Italia centrale”. E la Toscana “si è comportata particolarmente bene nell’assommare domande che poi si sono tradotte in erogazioni nelle misure prese post pandemia in termini di aiuti alle imprese. L’andamento del credito è molto difficile che possa essere ricollegato al fenomeno della desertificazione bancaria”. Altro aspetto peculiare della Toscana, ha aggiunto Barbieri, “è quello della concentrazione bancaria, con centri decisionali non più presenti sul territorio toscano”.
Roberto Frosini, direttore della Federazione Toscana BCC Credito Cooperativo ha spiegato che “il livello della nostra presenza sul territorio è rimasto inalterato: i nostri sportelli sono 299 nel giugno 2022, mentre erano 302 nel giugno 2015; di questi, 115, circa il 39 per cento, si trovano nelle cosiddette aree interne; la quota di mercato delle Bcc è salita dal 14,7 al 18,6 per cento. Per le nostre piccola banche di comunità, tipiche banche di relazione, il rapporto fisico con il territorio e la propria comunità di riferimento è essenziale. Non ci possiamo permetterci di allontanarci dal territorio, nonostante la pressione che deriva dall’innovazione tecnologica e anche dalle pressioni della vigilanza, in particolare della Banca centrale europea. Il nostro supporto – ha concluso Frosini – creditizio non è mancato, anzi è aumentato: gli impieghi alle piccole e medie imprese sono aumentati dal 2015 al 2022 di circa il 12 per cento”.
La consigliera Elena Rosignoli (Pd) ha ringraziato i rappresentanti di Abi e Bcc “per la loro relazione. In termini assoluti il problema sembra essere poco consistente, però abbiamo visto la decimazione di piccoli sportelli bancari, che seppur poco utilizzati erano riferimento per gli abitanti”.
“È necessaria un’azione congiunta – ha concluso il presidente Niccolai –, riteniamo strategici i servizi bancari, che svolgono funzione pubblica, anche se sono soggetti privati. È importante quello che fa il pubblico, ma anche quanto il settore privato nel suo complesso è capace di scommettere su questi territori. Sulla base del confronto che si è svolto oggi, ci riserveremo ulteriori approfondimenti”.
Fonte: Consiglio regionale della Toscana - Ufficio stampa
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