Dopo le due sospensive, impugnate dal Comitato per la tutela e la difesa della Val d'Elsa e respinte prima dal Tar poi dal Consiglio di Stato, un’altra battaglia legale si risolve a favore del Comune di Barberino Tavarnelle. È il Tar Toscana a respingere il ricorso presentato da Italia nostra Onlus e dal Comitato per la tutela e la difesa della Val d’Elsa, presieduto da Antonella D’Isanto, nonché a confermare la correttezza e la bontà dei procedimenti assunti dall'amministrazione comunale sul caso dello stabilimento Deta. Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Toscana si pronuncia definitivamente sul ricorso e sui motivi aggiunti estromettendo dal processo il Comitato per la tutela e la difesa della Val d'Elsa, respingendo il ricorso principale e dichiarando inammissibile il ricorso per motivi aggiunti. E’ quanto si evince dalla sentenza emessa dal Tar che tra i primi elementi osserva la scarsa rappresentatività degli interessi della collettività da parte del comitato, motivo per cui è stata disposta l'estromissione dal processo del comitato “per difetto di legittimazione attiva”. Nella sentenza si legge: “la recentissima costituzione del comitato lascia facilmente presumere, come correttamente eccepito dalle resistenti, che si sia costituito proprio in funzione della, e avverso la, emanazione degli atti di cui è causa senza presentare quel lasso temporale minimo di operatività che possa qualificarlo come rappresentativo degli interessi della collettività che pretende di rappresentare”.
Altro aspetto preso in esame e contestato al Comitato è la questione relativa al titolo edilizio rilasciato per l’innalzamento del camino. “La distanza fisico spaziale dei fondi dei ricorrenti - dichiara il Tar - da quello interessato alla sopraelevazione del camino esclude la loro legittimazione ad agire sotto i profili urbanistico-edilizi poiché la loro posizione non si distingue da quella dell’interesse, non differenziato né qualificato, al rispetto della legalità da parte di pubblica amministrazione”.
La posizione del Tar rispetto agli scopi dell'associazione Italia nostra emerge chiaramente. “Esulano invece dai suoi scopi sociali - riporta la sentenza - le controversie nelle quali vengono in rilievo problematiche specificatamente edilizie prive di risvolti e conseguenze ambientali”. Sull'innalzamento del camino Il Tar dichiara che tale misura “non costituisce una soluzione assunta in luogo di altre per il contenimento delle missioni; si tratta invece di un’opzione che bilancia in modo ragionevole ed equanime gli interessi in gioco nel rispetto dei principi di precauzione e proporzionalità”. E ancora in conclusione, per quanto riguarda la legittimazione della controparte, la sentenza recita: “da tali considerazioni segue che il ricorso per motivi aggiunti deve essere dichiarato inammissibile per carenza di legittimazione di tutti i ricorrenti”. La sentenza esamina e giudica infondati i motivi che accusano la qualità dell’operato dell’amministrazione comunale e degli enti preposti. “I limiti della logicità e della ragionevolezza delle valutazioni tecniche effettuate dalle amministrazioni intimate - si legge - non risultano superati”. “Non emergono elementi - si specifica - i quali evidenzino vizi di manifesta illogicità o travisamento negli atti tecnici istruttori”. Nella parte finale la sentenza condanna Italia nostra e il Comitato per la tutela e la difesa della Val d'Elsa al pagamento delle spese processuali.
Nel commentare l’esito della sentenza del Tar il sindaco David Baroncelli sottolinea che “l'amministrazione comunale nell’interesse della collettività agisce e continuerà a lavorare per garantire il miglioramento ambientale progressivo e complessivo di tutta l'area industriale, siamo convinti che il nostro lavoro, che segue norme, procedure e modalità specifiche, stia percorrendo la giusta direzione ossia quella di una gestione ambientale elevata e qualitativamente alta che tiene conto sia di quelli che sono i necessari interventi di miglioramento delle prestazioni ambientali del nostro territorio sia della salute e della qualità della vita di tutta la cittadinanza”. “Sono in corso – aggiunge - i lavori di monitoraggio della zona attraverso l’attivazione delle centraline per il controllo della qualità dell’aria, l’adesione e la formazione per il piano d'azione per l’energia sostenibile, il lavoro sulle comunità energetiche, la transizione alle fonti di energia rinnovabili e alla certificazione Emas”. “Gli strumenti e i progetti trasversali - continua il primo cittadino - che abbiamo messo in campo con l'obiettivo di promuovere la sostenibilità della zona produttiva e di tutto il territorio comunale sono in larga parte operazioni di tutela ambientale che portiamo avanti e condividiamo con i comuni confinanti di Certaldo, Poggibonsi e San Gimignano”.
Fonte: Comune di Barberino Tavarnelle - Ufficio stampa
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