Diabete giovanile, al Meyer 100 diagnosi ogni anno

Oggi è la Giornata Mondiale del Diabete: il Meyer, come ogni anno, si è tinto di blu, illuminando il suo Family Center e, per l’occasione, un nutrito gruppo di piccoli pazienti ha preso parte a un campo scuola a Genova, accompagnato da genitori e personale sanitario dell’ospedale. Trenta bambini che, grazie al progetto sostenuto dalla Regione Toscana e dall’Associazione Toscana Bambini e Giovani con diabete, hanno trascorso con le loro famiglie e con gli operatori del Meyer una due giorni che è stata anche una piccola, grande, “palestra”. Oltre all’aspetto ludico infatti – la visita all’Acquario - hanno affrontato insieme la gestione della malattia, che ogni giorno richiede scelte terapeutiche importanti, e sfide che l’essere in gruppo ha fatto apprendere e vivere con maggior leggerezza.

“La nostra Giornata Mondiale del Diabete è dedicata alle famiglie, e quale miglior sfondo se non il nostro Family Center Anna Meyer per ricordare che il diabete c’è, ma che possiamo imparare a gestirlo”, ha spiegato la dottoressa Sonia Toni, responsabile della Diabetologia pediatrica del Meyer, di ritorno da Genova.

Il diabete giovanile. “Al Meyer, agli oltre 1000 bambini e giovani che seguiamo, ogni anno si aggiungono 100 nuove diagnosi di diabete: circa la metà di questi bambini purtroppo arrivano in chetoacidosi. Purtroppo la pandemia COVID-19 ha causato un aumento di chetoacidosi e un aumento di incidenza di diabete tipo 1 in età pediatrica”, ha spiegato la dottoressa.
Negli ultimi anni si è registrato un aumento costante dell’incidenza di diabete tipo 1 al di sotto dei 15 anni di età, quantificabile in circa il 3.6% per anno.

Il diabete mellito di tipo 1, “ il diabete giovanile”, è una malattia autoimmune causata dalla distruzione delle cellule del pancreas che producono l’insulina. Insorge tipicamente in età pediatrica, anche se si hanno esordi in età adulta.

La chetoacidosi è una grave complicanza del diabete che può comportare danni neurologici, aumenta i giorni di ricovero e può rendere più difficile il controllo glicemico nel lungo periodo.
Il diabete mellito di tipo 2, noto anche come “il diabete dell’adulto”, è causato invece da un difetto nell’azione dell’insulina. Tipicamente insorge negli adulti, anche se l’età si sta progressivamente abbassando, con diagnosi sempre più numerose in età pediatrica, legate al forte aumento dell’obesità e all’immigrazione di popolazioni ad alto rischio di obesità e diabete.

IL DIABETE DI TIPO 1

Il diabete è una delle malattie croniche più complesse dell’età pediatrica, oltre al minore, coinvolge infatti tutto il nucleo familiare, la scuola, i gruppi sportivi, la comunità. Nel mondo oltre 1.2 milioni di bambini e adolescenti hanno il diabete tipo 1, di cui oltre la metà ha un’età inferiore ai 15 anni e ogni anno più di 185.000 bambini si ammalano di diabete.

Campanelli d’allarme. Il bambino all’esordio del diabete urina spesso (poliuria), beve più del solito (polidipsia), si sveglia di notte per bere ed urinare, riprende a bagnare il letto (enuresi), ha più fame del solito (polifagia) ma dimagrisce, è stanco ed ha meno energia (astenia). Nel bambino piccolo un segno caratteristico è la scarsa tenuta del pannolino per la poliuria, ma anche la voracità nel prendere il biberon (sete) e l’arresto della crescita. In presenza di questi sintomi è importante intervenire subito, anche un giorno di attesa può essere troppo: se non possiamo contattare immediatamente il pediatra, rivolgiamoci al Pronto Soccorso.

A questo quadro iniziale si aggiungono poi vomito, dolori addominali, respiro difficoltoso: è l’evoluzione verso la chetoacidosi: una complicanza grave che può comportare danni neurologici, aumenta i giorni di ricovero e può rendere più difficile il controllo glicemico nel lungo periodo.

La gestione della malattia. La diagnosi di malattia cronica è sempre devastante per una famiglia, anche per le implicazioni pratiche che la diagnosi di diabete comporta (4-5 iniezioni al giorno, controlli della glicemia, alimentazione controllata, correzioni dell’ipoglicemia e dell’iperglicemia). L’utilizzazione della tecnologia applicata alla cura del diabete ha migliorato la qualità della vita e la qualità delle cure permettendo di raggiungere obiettivi glicemici significativamente più ambiziosi e riducendo contemporaneamente il rischio di ipoglicemia. La formazione terapeutica qualificata e continua insieme agli altri strumenti terapeutici consente di garantire un futuro senza le complicanze a cui un diabete non adeguatamente controllato inevitabilmente esporrebbe il paziente che ha una diagnosi di diabete in età pediatrica.

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