Mostra a quattro mani a San Miniato con le foto di Alberto Borghesi e Aurelio Cupelli

Il prossimo fine settimana, in occasione del primo weekend dell’annuale mostra mercato del tartufo di San Miniato, alla Torre degli Stipendiari, sede dell’officina culturale “L’Orcio d’Oro”, sarà presente una mostra fotografica di Aurelio Cupelli e Alberto Borghesi, dal titolo “Realtà Diverse, Diverse Realtà”. Il vernissage ci sarà venerdì 11 novembre alle ore 18:00.

Il progetto fotografico messo in mostra è da considerarsi senza dubbio originale. Lo è innanzi tutto perché rappresenta un vero e proprio lavoro a “quattromani”. Dove entrambi gli autori affrontano i soggetti e li restituiscono ai visitatori ricomponendo in più immagini un’opera da più punti di vista. Con l’obiettivo di sviluppare il rapporto che l’uomo ha con la realtà, complementare e/o conflittuale in relazione alla diversità che caratterizza l’uomo stesso.

La realtà e la sua percezione è ciò che Aurelio e Alberto, zio e nipote, tentano di affrontare e sviluppato in questo progetto espositivo. Ma è anche sulla percezione della fotografia come mezzo di espressione artistica, concetto spesso messo in discussione da chi usa con superficialità lo strumento della macchina fotografica, come anche i suoi vari surrogati tra essi anche gli smartphone, che gli autori cercano di solleticare la sensibilità dei visitatori.

Alberto Borghesi, uno dei due autori, diversamente da molti, ha le sue difficoltà a relazionarsi con la realtà perché la natura non gli ha dato la completa padronanza dei suoi movimenti e una non completa funzionalità delle sue capacità cognitive ed espressive.

Per molti anni, in passato, sostenuto dai genitori, ha sviluppato e messo a frutto la sua passione per lo sport, arrivando ad eccellere a livello nazionale nel gioco delle bocce, tanto che adesso ha modo di confrontarsi con soddisfazione anche in competizioni con i cosiddetti normodotati.

Alberto con “il fotografare” si cimenta solo da pochi anni. Per lui la fotografia è stata una sorta di conseguenza di una evoluzione sostenuta da nuovi stimoli accompagnati dalla maturazione di nuove consapevolezze.

In questi ultimi anni sta vivendo un’esperienza formativa molto importante, con la partecipazione ai progetti dell’Associazione GAM. Grazie all’attività del GAM, Alberto e i suoi amici, hanno potuto maturare una nuova consapevolezza dei propri mezzi, con l’obiettivo di una sempre maggiore autonomia e capacità cognitiva. Passando dal gioco e dal semplice svago al confronto con vere e proprie attività lavorative.

E sempre in questi ultimi anni, accompagnato dalla mamma Marisa, Alberto è diventato un viaggiatore. Come aiuto per raccogliere ricordi per costruire il “suo” racconto dei suoi viaggi, ha ricevuto in dono una macchina fotografica. Adesso è la prima cosa che prepara nel mettere insieme le sue cose per ogni volta che parte per qualche posto.

L’idea di mettere in mostra la sua capacità di raccogliere immagini Alberto l’ha maturata e chiesta parlando con Aurelio. Tra mettere in mostra una selezione di immagini dei suoi viaggi, ne ha moltissimi di scatti interessanti: Ma è stato durante la visita alle sale di grafica e fotografia del museo di arte moderna Reyna Sofia di Madrid è nata l’idea di un progetto che Aurelio e Alberto lo hanno subito chiamato “artistico”. E’ scattata soprattutto in Alberto la voglia di fare qualcosa di originale, di veramente suo. Come a voler mostrare la sua capacità/diversità.

L’idea di creare il progetto con immagini realizzate nel Sacro Bosco di Bomarzo, meglio conosciuto come il Parco dei Mostri, è stata invece di Aurelio, che ha pensato che lavorare in una realtà surreale come il parco della Villa delle Meraviglie di Bomarzo, poteva essere il luogo ideale per stimolare la curiosità e le emozioni di Alberto, da un lato, e sviluppare il tema dell’originalità e dell’irripetibilità dello scatto fotografico di un autore.

Ogni soggetto, ovvero una precisa realtà, è stata fotografata da entrambi gli autori. A volte uno di fianco all’altro, più spesso da altri punti di ripresa, magari cercando ciascuno il particolare che ne ha rapito l’attenzione per poi riportarlo all’osservatore dell’immagine.

Su ciascuno dei 18 pannelli utilizzati per l’allestimento della mostra è stata composta un’opera che ha un unico soggetto, costituita da 5/6 immagini, di varia dimensione, di entrambi gli autori. Le immagini tendono a fondersi in un unico elemento composto da più visioni della realtà, che può apparire unica, ma che poi non si può non notare che è diversa.

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