Export Toscana, +15% nel secondo trimestre 2022. Rialzo per cuoio e moda

Le esportazioni di beni della Toscana sono cresciute del 15,3% a prezzi correnti nel corso del secondo trimestre 2022 rispetto allo stesso periodo del 2021. La crescita si è mantenuta sostanzialmente stabile rispetto a quanto osservato nei primi tre mesi dell’anno.

Considerando assieme i due periodi, emerge così che nel corso della prima metà dell’anno le vendite estere della regione sono cresciute del 15,0% su base tendenziale; un andamento questo che risulta peggiore rispetto alla media italiana (21,0%) e alla traiettoria delle principali regioni esportatrici: Lombardia (21,5%), Veneto (18,6%) ed Emilia-Romagna (19,7%), su tutte.

Nel primo semestre 2022 le esportazioni di beni della Toscana sono cresciute del 7,7% rispetto allo stesso periodo del 2021. La Toscana ha fatto peggio della media italiana (+10,9%) e delle altre principali regioni esportatrici: Emilia-Romagna (+10,4%) e Lombardia (+10,0%) su tutte (Figura 2). Se prendiamo il periodo pre-Covid come termine di paragone (primo semestre  2019), la Toscana fa registrare un +9,8%, leggermente al di sotto della media nazionale (+10,4%).

Rispetto alla prima parte del 2021, il calo più vistoso riguarda i macchinari e le loro componenti (-9,2%). Sostanzialmente stazionarie le vendite estere dei prodotti farmaceutici (-0,7%). In calo le esportazioni di mezzi di trasporto (-2,0%) che hanno scontato forti ritardi nelle forniture di componenti. In leggero rialzo, invece, i prodotti in cuoio e pelle (+2,9%), con l’esclusione delle calzature che invece crescono in modo più accentuato (+25,3%).

All’interno del comparto moda crescono tutti gli altri comparti: dai gioielli (+37,2%), ai filati e tessuti (+19,8%) ai capi di abbigliamento (+17,7%). Tra le produzioni tipiche osserviamo anche la crescita dei prodotti agroalimentari (+10,3%) e dei minerali non metalliferi (marmo). In forte crescita anche le esportazioni di prodotti dell’industria cartaria (+30,0%) e di quelli della metallurgia di base (+15,1%). I dati relativi a queste produzioni, fortemente energivore, vanno però letti con cautela alla luce della dinamica dei prezzi delle materie prime energetiche.

Considerando il periodo pre-pandemico come termine di paragone, le produzioni che ancora si mantengono al di sotto dei livelli precedenti al Covid-19 rimangono, nella moda, i prodotti dell’industria tessile e quelli in cuoio e pelle (con l’eccezione delle calzature) e, tra le altre principali produzioni della regione, i macchinari e le loro componenti.

A prezzi costanti, le esportazioni aggregate della Toscana si mantengono ancora su un +9,0%, con alcune produzioni, come i prodotti farmaceutici (+55,6%), la maglieria (+38,6%) e quelli dell’industria agro-alimentare (+23,5%) ben al di sopra dei livelli pre-pandemici.

L’apprezzamento del dollaro nel corso della prima parte dell’anno ha favorito la crescita dell’export verso gli Stati Uniti di molte delle produzioni tradizionali toscane, dalla moda ai prodotti agro-alimentari e al marmo. Sono cresciuti meno rispetto a quanto hanno fatto su altri mercati i prodotti farmaceutici e i macchinari. In questo caso ha pesato il calo della domanda di queste produzioni a livello globale. Domanda che ha, per via dei rapporti interni a grandi gruppi multinazionali attivi nel territorio regionale, nell’interscambio Toscana-Stati Uniti un rilevante momento di passaggio. Sono anche cresciute meno della media regionale le importazioni di beni intermedi dagli Stati Uniti. E tuttavia il ruolo giocato da questi ultimi come fornitori di input intermedi per il sistema produttivo regionale appare relativamente marginale, se non tramite, ancora, relazioni produttive interne alle multinazionali del farmaco e della meccanica. Il drastico calo di importazioni di componentistica di macchine per impieghi generali nel corso della prima parte del 2022 va letto proprio all’interno di un quadro di generale rallentamento della produzione della meccanica toscana nel corso dell’anno.

L’eterogeneità riscontrata nella dinamica delle principali produzioni della regione si è poi ripercossa a livello territoriale. Rispetto alla prima parte del 2021, arretrano pesantemente le vendite estere di Massa-Carrara (-24,9%). Il risultato, frutto della dinamica dell’industria dei macchinari va in parte attribuito anche a Firenze (+3,0%) che nei suoi risultati sconta anche la brusca frenata dei prodotti farmaceutici. Questi ultimi hanno invece continuato a correre nella provincia di Siena, assieme ai prodotti dell’industria agro-alimentare, a fronte del crollo delle esportazioni di camper. In forte crescita le esportazioni di Prato, grazie ai prodotti della moda e Arezzo, per via della gioielleria. Sopra la media regionale anche i tassi di crescita delle esportazioni di Lucca, Livorno e Pisa. Su quest’ultima, oltre alla buona performance dell’industria dei mezzi di trasporto, va registrata l’inversione di tendenza delle vendite estere dei prodotti dell’industria conciaria. Riguardo alla dinamica delle vendite estere di Lucca, forte è stata la spinta dell’export di prodotti della carta, anche quando valutato a prezzi costanti.

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