Sicurezza centrali nucleari: al via progetto europeo con l’Università di Pisa

Aumentare la sicurezza dei reattori nucleari e diminuire le conseguenze radiologiche di indicenti severi come quello di Fukushima. E’ questo uno degli obiettivi SEAKNOT, un progetto europeo quadriennale appena partito che per l’Italia coinvolge l’Università di Pisa e l’Enea insieme ad altri quindici partner di nove diversi paesi.

Finanziato con circa 2,8 milioni di euro, 300mila dei quali al solo Ateneo pisano, SEAKNOT, acronimo che sta per SEvere Accident Research and Knowledge Management, si svilupperà secondo due direttive. Da un lato verrà delineata una “tabella di marcia” per la ricerca sugli incidenti severi (con danneggiamento del combustibile nucleare) nei reattori ad acqua leggera, compresi i nuovi reattori modulari e i combustibili tecnologicamente avanzati, con l’obiettivo di arrivare ad una sostanziale riduzione delle possibili conseguenze radiologiche. Dall’altro l’obiettivo è scongiurare la perdita di conoscenze in questo settore in cui l’Europa è attualmente leader e quindi gestire in modo efficiente il trasferimento di sapere e know-how alle giovani generazioni di scienziati e ingegneri nucleari.

“Gli incidenti come quello avvenuto nell’impianto di Fukushima sono fra i principali rischi associati alla produzione commerciale di energia elettrica da fonte nucleare – spiega il professore Sandro Paci dell’Università di Pisa - Per decenni, al fine di azzerare questa tipologia di eventi e ridurre i potenziali rilasci di sostanze radioattive verso l’ambiente esterno, in Europa sono state condotte molteplici attività di ricerca che rischiano di andare perdute”.

“L'idea fondamentale – conclude Paci – è che l'Europa continui ad essere leader nella ricerca sugli incidenti severi, come è stato negli ultimi due decenni, senza dipendere da terze parti, sebbene aperta alla collaborazione, per continuare a progredire nell'ottimizzazione della sicurezza nucleare”.

Il lancio ufficiale di SEAKNOT si è svolto a Madrid, dal 3 al 5 ottobre 2022. Il progetto è finanziato dal programma Horizon Europe EURATOM 2027. I partner sono: CIEMAT (coordinatore) e UPM (Spagna); IRSN, CEA e LGI (Francia); ENEA e UNIPI (Italia), KIT, BECKER, FZJ Technologies e FRAMATOME GmbH (Germania); JSI (Slovenia); KTH (Svezia); UJV (Repubblica Ceca); VTT (Finlandia); TRACTEBEL (Belgio); e PSI (Svizzera, come partner associato).

Fonte: Università di Pisa - Ufficio stampa

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