Il caro prezzi taglia del 3,3% le quantità di prodotti alimentari acquistate dai toscani nel 2022 che sono però costretti a spendere il 4,3% in più a causa dei rincari determinati dalla crisi energetica. È quanto emerge dall’analisi Coldiretti Toscana nei primi nove mesi del 2022 su dati Istat relativi al commercio al dettaglio a settembre che rispetto allo stesso periodo dell’anno precedete fanno registrare una diminuzione di beni alimentari acquistati. L’impatto dell’inflazione è evidente dal fatto che – sottolinea Coldiretti Toscana – volano gli acquisti di cibo low cost con i discount alimentari che fanno segnare nei primi nove mesi un balzo del + 9,7% nelle vendite in valore, il più elevato nel dettaglio.
Il risultato dei discount – precisa Coldiretti Toscana – evidenzia la difficoltà in cui si trovano le famiglie che, spinte dai rincari, orientano le proprie spese su canali a basso prezzo rinunciando anche alla qualità. I consumatori – sottolinea Coldiretti Toscana – vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount alla ricerca di promozioni per i diversi prodotti. Accanto alla formula tradizionale del 3×2 ed ai punti a premio – precisa Coldiretti Toscana – si sono moltiplicate e differenziate le proposte delle diverse catene per renderle meno confrontabili tra loro e più appetibili ai clienti: dalle vendite sottocosto che devono seguire regole precise ai buoni spesa. Tra i prodotti che hanno subito i maggiori rincari, secondo l’Osservatorio dei Prezzi del Mise sulla base dei prezzi medi della provincia di Firenze sulla base dell’analisi di Coldiretti Toscana, c’è l’olio di semi di girasole che da gennaio a settembre ha subito una impennata del 118% passando da un prezzo medio di 1,55 euro a 3,39 euro a litro. Rincari a doppie cifre hanno interessato molti dei prodotti alimentari come la farina di frumento (+54%), la passata di pomodoro (+46%), i pomodori pelati (+46%), la pasta di semola di grano duro (+42%), il riso (+33%), il burro (+31%) ma anche il pane (+23%) e lo yogurt (+22%) che costringeranno le famiglie toscane a spendere 650 euro in più per mangiare durante l’anno.
L’intera filiera agroalimentare è sotto pressione a partire dall’agricoltura dove si registrano infatti aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio fino al +500% delle bollette per pompare l’acqua per l’irrigazione dei raccolti. Ma aumenti riguardano anche l’alimentare con il vetro che costa oltre il 50% in più rispetto allo scorso anno, il 15% il tetrapack, il 35% le etichette, il 45% il cartone, il 60% i barattoli di banda stagnata, fino ad arrivare al +70% per la plastica, secondo l’analisi Coldiretti.
“Nell’immediato bisogna intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con misure immediate per salvare aziende e stalle e strutturali per programmare il futuro. – spiega Fabrizio Filippi, Presidente Coldiretti Toscana - Occorre inoltre lavorare per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni da noi sostenuta a tutela delle imprese agricole e della dignità del settore.”
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