"Dopo l'incontro di ieri, richiesto dalla Rsu durato 12 ore, anche oggi da QF registriamo la continua incapacità a presentare un piano industriale e soluzioni condivise.
QF continua a girare attorno alla problematica dell'agibilità del sito, che essa stessa sa di essere inesistente. Anche la proposta del Mise di nominare una nuova governance, in discontinuità con l’attuale e individuare un nuovo Advisor in condivisione con il sindacato, è stata respinta.
Il Mise deve quindi prendere atto che l’azienda è incapace di fare ciò che è previsto dall’accordo di gennaio, firmato da tutte le parti. Il Mise ed Invitalia devono intervenire, valutando ogni azione straordinaria compresa l’entrata in equity. Occorre trovare una soluzione che passi anche per la messa a disposizione a QF di progetti pubblici o privati che possono arrivare anche dalla Regione Toscana, che su questo deve svolgere un ruolo.
L'obiettivo della Fiom rimane la reindustrializzazione del sito e la salvaguardia della sicurezza
economica delle lavoratrici e dei lavoratori".
Lo dichiarano in una nota congiunta Simone Marinelli, coordinatore nazionale automotive per Fiom-Cgil, e Stefano Angelini della Fiom-Cgil di Firenze.
"Io sono fra i reduci della riunione fiume di 12 ore che si è svolta ieri nello stabilimento a Campi; e sono anche fra quelli che non si sono sottratti a nessun incontro. Continuo ad essere assolutamente convinto che ci debba essere un futuro industriale per quel sito, e per questo ho ritenuto di tentare tutte le strade possibili per arrivare a una mediazione che ci aiuti a fare i conti con la realta'. Proviamo a fare un passo in avanti".
Così Valerio Fabiani, consigliere di Eugenio Giani per lavoro e crisi aziendali, questa mattina al tavolo del ministero dello Sviluppo economico sulla vicenda ex Gkn. Fabiani nella riunione di ieri ha tentato una mediazione in preparazione del tavolo Mise di stamani.
"Per stessa ammissione dell'azienda, il piano industriale non può essere messo sul tavolo. L'assenza di questo elemento impedisce al momento il possibile intervento di Invitalia e al contempo non consente il confronto necessario per l'ammortizzatore. In queste settimane poi abbiamo anche saputo che Qf è uscita dal Consorzio Iris Lab".
Secondo Fabiani si tratta di fatti nuovi, oggettivi, che concorrono a determinare una "fase diversa". Il consigliere ricorda che ieri, in riunione con sindacati, RSU, istituzioni, l'azienda ha comunicato che c'è bisogno di intervenire sull' accordo di gennaio, per prolungare la cosiddetta 'fase ponte'. "Noi, nel tentativo di mediazione, ci siamo detti disponibili a portare questa richiesta qui oggi, al tavolo Mise, ma abbiamo detto che la fase ponte oltre a cambiare nei tempi deve cambiare anche nel metodo". Ovvero " l’azienda si deve mettere realmente a disposizione di un progetto collettivo, con la regia delle istituzioni, anche relativamente a un'attività di advisoring di supporto e scouting finalizzata all'individuazione di ulteriori possibili investitori". È uno dei passaggi chiave che verrà recepito anche al tavolo, tanto che a conclusione della riunione il Mise chiederà a Qf la disponibilità a individuare un advisor indipendente condiviso e anche un cambio di governance.
"Stamani mi sarei aspettato degli sforzi per provare a ripartire da lì - continua Fabiani riferendosi alla riunione in azienda di ieri - non servono strappi, azioni unilaterali o velate minacce".
Per il consigliere di Giani bisognerebbe "recuperare uno spirito diverso: certo si tratta di capire se c'è effettivamente la volontà, che da parte nostra non è mai mancata. Nel confronto di ieri non ci siamo limitati a esprimere richieste, abbiamo anche provato ad assumerci le nostre responsabilità e perfino quelle che poi, in fondo, tutte nostre non sono. Ci attendiamo che lo facciano anche l'azienda e naturalmente il Mise. La situazione è preoccupante".
La risposta di QF
"L'E-Drive è un progetto di straordinaria prospettiva, noi continuiamo a sperare di poterlo realizzare a Firenze. Abbiamo urgenza di partire con le attività propedeutiche al progetto, e quindi serve la piena agibilità dello stabilimento". Lo ha affermato Qf Spa dopo il tavolo di oggi al Mise. "Dietro la foglia di fico dell'assemblea permanente però si nasconde una vera e propria occupazione della fabbrica che rischia di vanificare il tentativo di continuità industriale di Campi Bisenzio".
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