Donna travolta da auto a Montopoli, restituita patente al guidatore

Accolta la tesi difensiva, secondo la quale il santacrocese, al momento del sinistro, fosse privo di conoscenza perché colto da un malore


Un malore alla guida, l'auto urta una donna, Rosaria Pometti, 88 anni, che muore dopo tre giorni in ospedale. L'incidente risale alla mattinata del 4 marzo scorso, a Montopoli, in via Nazionale. La patente del guidatore, un 68enne di Santa Croce sull'Arno, era stata ritirata e sospesa per due anni come da prassi laddove vi sia una ipotesi di reato. Dopo circa 7 mesi, però, il Giudice di Pace di San Miniato ha accolto la richiesta di restituzione del documento di guida.

Stando alle carte della sentenza, infatti, è stata accolta la tesi difensiva dell'avvocato Domenico Di Giuseppe in quanto sarebbe stato riconosciuto che l'uomo, al momento del sinistro, fosse "privo di conoscenza poiché colto da un malore ovvero da una sincope" e quindi non cosciente: "Ciò - si legge nella sentenza - determina la sussistenza di un caso fortuito o di forza maggiore, se non di capacità di intendere e di volere idoneo ad escludere i fondati elementi di un'evidente responsabilità nella commissione del fatto-reato ascrittogli". Lo stato di incoscienza, quindi, escluderebbe la responsabilità giuridica del guidatore, che potrà quindi riottenere la patente. La decisione è stata presa sulla base delle testimonianze raccolte e sulla base della "copiosa documentazione medica" che determinerebbe la sussistenza di un "caso fortuito", si legge ancora nella sentenza. "Risulta evidente - scrive l'avvocato Di Giuseppe nel ricorso accolto - come alcuna responsabilità sia addebitabile in quanto tutti gli esami diagnostici hanno confermato che lo stesso è stato colto da un malore improvviso ed imprevedibile che gli ha causato la perdita di conoscenza durante la guida"

Respinta, quindi, la tesi della Prefettura secondo cui la sospensione è dovuta in quanto la morte della donna sarebbe "comunque ricollegabile al suo comportamento", come indicato sul verbale di polizia municipale. Va ricordato che si tratta di un procedimento amministrativo, che riguarda esclusivamente il guidatore e la Prefettura in merito alla restituzione o meno della patente di guida. La stessa Prefettura non tralascia di ricordare nella memoria depositata in giudizio che la sospensione è una "misura provvisoria volta a impedire che il conducente costituisca fonte di pericolo" da rivalutare "in sede penale". L'uomo è in attesa del rinvio a giudizio per omicidio colposo in un processo che deve ancora iniziare, oltre che in un processo civile per risarcimento danni. L'avvocato Di Giuseppe, però, ha già spiegato che la difesa porterà "i medesimi argomenti", ossia l'irresponsabilità dell'uomo dovuta ad un malore improvviso, e potrà certamente impugnare la sentenza del Giudice di Pace come ulteriore avvaloramento alla tesi.

È chiaro che la questione di fondo resta quindi quella della 'carenza di responsabilità' dell'uomo e il conseguente quadro clinico, sia per quel che riguarda il reato penale che il risarcimento. Così commentano i legali della vittima, gli avvocati Lisa Carloni e Filippo Frangioni: "Al di là della sentenza ogni accertamento sulla responsabilità del conducente e dunque sulla sua idoneità alla guida in ragione delle condizioni generali di salute dello stesso, anche sulla base delle risultante istruttorie presenti nel fascicolo del pm, dovrà essere necessariamente oggetto del relativo processo penale che ancora deve iniziare".

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