Ce n’era bisogno come l’aria, non tanto e non solo di una vittoria ma di un qualcosa di bello, di particolare, un qualcosa capace di riaccendere l’amore dopo un’annata segnata dalla retrocessione e da tutto quello che di negativo porta inevitabilmente. Mugugni, rabbia, polemiche spazzati via da una vittoria che l’Use Rosa Scotti ed il suo pubblico ricorderanno a lungo. Il 62-61 col quale la squadra di coach Cioni ribalta il derby ha il sapore dell’impresa, è una di quelle cose che ti fanno capire perché molti chiamano il basket lo sport più bello del mondo. Dal meno 22 al più 1 finale in poco più di dieci minuti non profuma solo d’impresa, profuma tanto di Use, di valori, di una società che ha tagliato i cento anni di storia in salute grazie proprio a valori che sembrano essere immuni al trascorrere del tempo. E poco conta che siano Peresson o Manetti o chi volete voi a diventare protagoniste, alla Lazzeri queste cose sono già successe e succederanno ancora perché qui funziona così, non ci si arrende mai né in campo dove Stoichkova è la prima a crederci, né in tribuna dove un pubblico ritrovato fa in pieno la sua parte alzando il livello dell’adrenalina fino a picchi altissimi, perché senza quella i miracoli non si fanno.
E dire che per oltre due quarti la squadra soffre maledettamente la precisione del gioco delle fiorentine che usano col contagocce la nuova arrivata Fegue ma che riescono comunque a dettare legge. Una volta le triple di Reani, un’altra quella di Capra che nel finale suggella un parziale di 0-10 che manda le squadre al primo riposo sul 9-19, un’altra le penetrazioni al ferro delle esterne con le biancorosse versione belle statuine rendono monotono un derby che piano piano scivola sempre più verso Firenze. Patanè e Bambini sembrano le sole che si raccapezzano un po’, lasciando poi che sia Stoichkova a piantare un paio di triple che non fanno male più di tanto alle ragazze di Corsini che, non a caso, vanno al riposo sul 25-39. Le mani della Scotti sembrano quelle delle mamme che all’intervallo provano a fare canestro per vincere una felpa (10/30 dal campo, 8/24 dalla lunga dicono i numeri) e così è fino a quando Stoichkova, sempre lei (non a caso la sola confermata della scorsa stagione oltre alle empolesi), continua ad urlare al cielo che c’è ancora vita, che ci si può fare. Le sue due triple non valgono solo il 41-56, ma in un amen svegliano, tanto per dire un nome, Antonia Peresson che decide che è ora di far vedere al Pala Sammontana perché coach Cioni l’ha voluta a Empoli. Il suo 46-56 non solo manda le squadre all’ultimo intervallo su un parziale più accettabile ma è un segnale, quello tanto atteso. Manetti sotto diventa una vera capitana, Stoichkova continua a martellare, Cvijanovic capisce che ci si comincia a divertire ed anche le altre portano il proprio contributo alla festa. Ma, soprattutto, Firenze segna il primo canestro dopo 7 minuti, secondo più secondo meno. Siamo al meglio, il finale: Peresson mette la tripla del 62-61 senza sapere che, da quel momento, nessuno segnerà più. Da lì alla sirena ci sono infatti un rimbalzone offensivo di Manetti, un’infrazione di 24 secondi dell’Use Rosa a 14 dalla sirena, un time out di Corsini, i passi di Rossini e pochi secondi da far trascorrere con le avversarie che nemmeno ti possono mandare in lunetta perché hanno ancora due falli da spendere e manca il tempo. La palla circola, l’adrenalina anche, il tempo passa, il pubblico impazzisce sulla sirena del 62-61. Ci voleva, eccome se ci voleva.
62-61
USE ROSA SCOTTI
Peresson 10, Cvijanovic 8, Ruffini 3, Patanè 1, Stoichkova 14, Merisio, Manetti 10, Antonini ne, Melita ne, Casini, Fiaschi ne, Bambini 6. All. Cioni (ass. Ferradini/Toccafondi)
IL PALAGIACCIO FIRENZE
Rossini M. 14, Cremona 15, Amato ne, Fegue 1, Rossini S. 5, Nidiaci ne, Galfano ne, Poggio 2, Polini ne, Reani 14, Capra 5, De Cassan 5. All. Corsini (ass. Locchi/Pilli/Goretti)
Arbitri: Chiarugi di Pontedera e Mariotti di Cascina
Parziali: 9-19 (9-19), 25-39 (16-20), 46-56 (21-17), 62-61 (16-5)
Fonte: Use Basket - Ufficio stampa
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