Controlli nel 90% degli impianti di depurazione di reflui urbani: evidenziate 90 irregolarità in 57 impianti, la maggior parte a Lucca (60%) e Pistoia (63%)
ARPAT nel 2021 ha controllato la qualità dello scarico finale di 180 impianti di depurazione di reflui urbani con potenzialità maggiore di 2.000 AE (abitanti equivalenti) recapitanti in acque superficiali, o maggiori di 10.000 AE se recapitanti in acque marino costiere, su un totale di 201 impianti censiti in Toscana (90%).
Il controllo allo scarico degli impianti di depurazione "ha l’obiettivo - spiega Arpat - di verificare l’adeguatezza e l’efficienza dei trattamenti depurativi impiegati e l’impatto dello scarico sul corpo idrico, al fine di non pregiudicarne lo stato di qualità".
L’Agenzia ha analizzato 485 campioni prelevati nei 180 impianti controllati che trattano reflui per circa 8.600.000 AE. I controlli "consistono in ispezioni complete sull’impianto con controllo documentale, verificando il rispetto delle prescrizioni inserite nell’atto autorizzativo allo scarico, oltre alla verifica dell’adeguata e corretta gestione".
Nel corso di tali controlli sono emerse 90 irregolarità accertate da ARPAT che hanno interessato 57 impianti, pari a circa il 32% del totale depuratori controllati.Le violazioni contestate hanno portato a rilevare 81 sanzioni amministrative e 9 di tipo penale con comunicazioni di notizie di reato.
"Rispetto al 2020 - spiega nella nota l'Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana - si osserva un lieve incremento nel numero di impianti controllati (circa 10 in più) e un aumento delle sanzioni amministrative (17 sanzioni in più); rimangono pressoché stabili le notizie di reato (una in più). I depuratori oggetto di sanzione amministrativa sono 13 in più rispetto alla scorso anno (da 42 si passa quest’anno a 55 impianti) mentre rimane stabile il numero di impianti su cui è stato eseguita una comunicazione di reato.
I motivi di queste violazioni sono nella maggior parte riferibili a superamenti dei limiti di legge di alcuni parametri ricercati (sia di tab. 1 e tab. 3, All. 5 parte III del D.Lgs. 152/06) e altre irregolarità dovute al mancato rispetto di prescrizioni presenti negli atti autorizzativi".
I parametri per i quali si riscontrano più frequentemente superamenti sono solidi sospesi e BOD5 , seguiti da Escherichia coli. Più limitati i superamenti di COD, azoto ammoniacale, nitroso e nitrico, seguiti da parametri appartenenti alla tabella 3, tra cui zinco (3 casi), rame, alluminio e ferro (un superamento ognuno).
Gli impianti di depurazione controllati nel 2021 sono distribuiti tra i 15 Gestori compresi quelli fuori dal servizio idrico integrato (Aquapur, Aquarno, CuoioDepur, Gida). Gli impianti di dimensioni maggiori di 100.000 AE hanno registrato le percentuali più alte di irregolarità sia amministrative (SA) (70%) che penali (CNR) (30%).
La maggior parte delle irregolarità si riscontra su impianti nelle province di Lucca (60%) e Pistoia (63%).
La provincia di Lucca registra il numero più alto di irregolarità amministrative (24) della regione, la maggior parte riferibile al superamento del parametro microbiologico Escherichia coli.
Nella provincia di Pistoia le violazioni amministrative registrate riguardano il superamento di alcuni parametri come azoto ammoniacale, ferro, azoto nitroso, Escherichia coli. Seppure persistono scarichi in deroga per alcuni parametri negli impianti gestiti da Acque SpA nella Val di Nievole (autorizzate nelle more della realizzazione dell’accordo di programma del 2004 per la Valdinievole - Accordo Tubone e confermate nei rinnovi di autorizzazione rilasciate dalla Regione Toscana) i depuratori in questione sono stati potenziati migliorando in maniera evidente le proprie “performance” e di fatto non utilizzano le deroghe concesse.
Per la provincia di Pisa, in cui sono presenti depuratori prevalentemente a servizio dell’industria conciaria gestiti dal Consorzio Cuiodepur e Consorzio Aquarno, si rimanda ai seguenti approfondimenti di Arpat: esiti controllo 2021 allo scarico finale del depuratore Aquarno, attività di monitoraggio delle acque del canale Usciana nel 2021.
Fonte: Arpat
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