Bando su innovazione digitale in aree interne, montane e insulari: arrivano le domande

Leonardo Marras

Per presentare le domande c'è ancora molto tempo, e i fondi verranno concessi fino ad esaurimento del budget a disposizione, che è pari a 1,8 milioni di euro. Ma intanto si registra un primo significativo, successo, che ne testimonia il gradimento: gli uffici regionali hanno ricevuto le prime sei domande di partecipazione.

Si tratta del bando per l’innovazione digitale nelle aree interne, montane e insulari che prevede contributi a fondo perduto da un minino di 20.000 ad un massimo di 150.000 euro, a copertura del 60% degli investimenti.

Il bando rientra nella misura che ha l'obiettivo di promuovere la competitività delle Piccole e medie imprese, e sostenere le cooperative di comunità e i progetti di economia collaborativa, inizialmente destinata a sostenere i progetti delle cooperative di comunità e successivamente rivista nella denominazione includendo anche i progetti di “economia collaborativa”.

"Lo stiamo presentando - ha spiegato a Pisa l'assessore regionale alle attività produttive, Leonardo Marras - per cercare di diffondere la cultura digitale nelle aree interne e per invitare imprese e professionisti a promuovere stili di vita più agili e ad avere nuove opportunità come sono quelle cui si accede con gli investimenti in connettività. Crediamo nella possibilità di integrare le aree più lontane con quelle più consolidate. Vogliamo fornire opportunità laddove ci siano interesse e vivacità ad approntare progetti di sviluppo di impresa. Insomma siamo ben disponibili a finanziare la volontà di innovare".

Il finanziamento serve anche a risollevare le attività economiche ed i territori dalla crisi causata dalla pandemia e si rivolge specificatamente a territori fragili: quelli montani, le aree interne e insulari, vale a dire quei territori in cui proprio a seguito della pandemia è emersa l’urgente necessità di servizi, accanto a nuovi bisogni ma anche a nuove opportunità e nuove progettualità.

Si colloca in questo ambito la riscoperta delle aree interne e della necessità di offrire servizi per consentire un loro ripopolamento.

Proprio in ragione di queste premesse il bando pone il focus non sul tipo di impresa potenzialmente beneficiaria ma sui contenuti dei progetti che si intendono sostenere, che devono dare l’opportunità di fruire di servizi di cui beneficia la comunità tutta, al tempo stesso utilizzando soluzioni innovative e digitali.

I progetti devono inoltre contribuire a raggiungere gli obiettivi di ripopolamento per attrazione di nomadi digitali e smart workers; di ripopolamento per insediamento di nuove imprese; di incremento del livello e contenuto di innovazione della attività economiche nel Comune interessato dal progetto.

Si tratta di elementi presenti nell’accordo di collaborazione che la Regione ha firmato lo scorso anno con le Università di Firenze, Pisa e Siena avente ad oggetto la “Realizzazione di una ricerca congiunta finalizzata all’emersione di progettualità diffusa sui borghi smart”.

Il bando rappresenta una delle modalità attuative di questo accordo, una sorta di verifica dello stato dell’arte della progettualità attiva o attivabile nei territori tanto che i docenti universitari referenti dell’Accordo collaboreranno fattivamente all’attuazione del bando partecipando alla commissione di Valutazione dei progetti.

I territori eleggibili sono i comuni montani e le aree interne, in tutto 174.

Tra i soggetti ammissibili a bando figurano gli organismi gestori dei Centri Commerciali Naturali in quanto ricondotti alle forme di aggregazione di imprese per i quali potrebbero esserci opportunità di sviluppare servizi innovativi e digitali.

È possibile presentare domanda a valere sul bando che attua la legge “I custodi della Montagna”, disponibile sul sito di Sviluppo Toscana e per la cui diffusione è attiva una collaborazione con Anci Toscana.

Le risorse destinate all’economia collaborativa nel POR 2014-2020 ammontano ad un totale di 4 milioni, di cui quasi 2,2 destinati ai bandi per le cooperative di comunità.

Fonte: Regione Toscana - Ufficio Stampa

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