E’ approdata in aula per il voto definitivo la proposta di legge che prevede l’istituzione del Piano regionale per la transizione ecologica (Prte). A illustrare l’atto in aula è stata la presidente della commissione Territorio e Ambiente Lucia de Robertis (Pd).
Come ha spiegato de Robertis, Il Prte costituisce attuazione del programma regionale di sviluppo e persegue le finalità di tutela, valorizzazione e conservazione delle risorse ambientali “in una prospettiva di transizione ecologica verso la completa neutralità climatica, la circolarità dell’economia e lo sviluppo ambientale sostenibile”. Il piano ha l’ambizione di diventare uno strumento programmatico strategico per le politiche regionali in materia di sviluppo sostenibile e contrasto ai cambiamenti climatici, sia in termini di riduzione delle emissioni che di adattamento, e la previsione della sua istituzione è coerente con l’analogo Piano recentemente adottato dal Comitato Interministeriale per la Transizione Ecologica.
L’intervento legislativo si è reso necessario anche per aggiornare la programmazione regionale in materia ambientale ed energetica ai nuovi indirizzi internazionali, comunitari, nazionali e statutari. In tale contesto si ricorda l’abrogazione della legge che istituiva il Piano regionale di azione ambientale, sostituito proprio dal nuovo Prte.
L’atto arriva in Consiglio dopo un lungo lavoro delle commissioni competenti, che hanno riformulato il testo introducendo modifiche a quasi tutti gli articoli.
Lucia de Robertis ha inoltre spiegato che si prevede che la Giunta regionale si avvalga del “Comitato Scientifico per la transizione ecologica della Regione Toscana” al fine di assicurare il coordinamento tra il Prte con l’evoluzione del contesto scientifico internazionale nel campo della transizione ecologica. Ad approvare il Prte sarà il Consiglio regionale, a cui spetta la competenza sugli atti della programmazione regionale generale e di settore.
La proposta non richiede nuovi o maggiori oneri finanziari a carico del bilancio regionale, considerato che gli interventi e le azioni, previsti dal piano, hanno già avuto il relativo stanziamento di risorse finanziarie.
De Robertis ha fatto presente che alla proposta di legge è collegato un ordine del giorno, del gruppo Lega, “In merito alle energie rinnovabili senza consumo di suolo agricolo”. L’atto impegna il Presidente e la Giunta regionale, “in sede di Conferenza unificata a farsi portavoce affinché siano identificate nelle aree da bonificare, nei terreni abbandonati, nelle zone industriali obsolete e nei tetti delle strutture produttive anche agricole, i luoghi idonei all’installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, evitando che il suolo vocato all’agricoltura venga destinato principalmente a tale scopo”. “Il Pd è d’accordo – ha commentato – e riteniamo anche che la Giunta debba approvare un piano di mappatura”. (testo a cura di Cecilia Meli e Paola Scuffi)
Il dibattito in aula
Il dibattito in aula sul Piano regionale per la transizione ecologica è iniziato con l’intervento di Alessandro Capecchi (Fratelli d’Italia), primo firmatario di un emendamento al testo di legge. “Apprezziamo lo sforzo della maggioranza che ha chiarito nel testo la piena competenza del Consiglio regionale sull’approvazione del Piano stesso – ha detto – . Tuttavia riteniamo opportuno che, proprio per questa sua funzione, il Consiglio regionale si possa avvalere del supporto del Comitato scientifico nella fase di elaborazione delle proposte di indirizzo politico e programmatico. Chiediamo dunque che il Consiglio possa nominare cinque membri del Comitato”. Altro punto critico evidenziato da Capecchi riguarda le urgenze: “Trattandosi di un piano di programmazione – ha continuato – esso dovrebbe dettare tempi certi per gli altri Piani, come quelli sull’aria e sull’amianto, che devono affrontare questioni urgenti. Quindi se oggi licenziamo la legge, il Piano deve essere attuato in tempi rapidissimi”.
Capecchi ha poi parlato del coinvolgimento del territorio: “Si fa riferimento alla partecipazione – ha aggiunto – ma non abbiamo colto nella comunicazione istituzionale riferimenti chiari e continui che possano stimolare la partecipazione dei cittadini in questi percorsi. Su questo tema c’è il parere delle Autonomie locali che auspica un coinvolgimento molto più stretto con enti locali, comuni, province, città metropolitane”. “Se si vuole che il Prte funzioni – ha concluso Capecchi – è necessario inoltre costituire una sorta di segreteria e un database a cui possano accedere i consiglieri che vogliono interessarsi a questi temi, altrimenti ci si limiterà a fare due riunioni all’anno e resterà uno spot. Aspettiamo quindi misure concrete attraverso un regolamento di funzionamento che sarà demandato alla Giunta”.
Intervenuta poi la capogruppo del Movimento 5 Stelle, Irene Galletti: “La prima evidente anomalia che presenta il Piano – ha affermato – è che esso arriva in discussione prima del Programma regionale di sviluppo, che è l’atto fondamentale della programmazione regionale toscana e che stabilisce le priorità delle azioni di governo e gli interventi che dovranno essere realizzati nei 5 anni successivi. Esso comprende una panoramica di tutti gli interventi previsti dalle leggi principali, di cui è parte anche il Prte. Il Prs dovrebbe essere fatto a inizio legislatura, ma oggi sembra spartito dai radar”.
“Altra anomalia – ha continuato Galletti – riguarda il fatto che il Piano nasce da strumenti di per sé non vincolanti per gli Stati, come l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Inoltre il Prte non detta misure, ma si limita a raccogliere sotto di sé strumenti regionali in materia di sviluppo sostenibile, non fissa obbiettivi precisi e ha un cronoprogramma aleatorio sotto vari punti di vista. Allo stesso tempo fa cessare uno strumento come il Paer (Piano ambientale energetico regionale) che era già innestato nelle politiche regionali”. Infine Galletti ha parlato del sistema di partecipazione dei cittadini: “Non è chiaro in che modo essa possa essere fatta valere all’interno di questo percorso e se si intenderà dargli concretezza”. A questo proposito Galletti ha citato il caso di “altre opere calate dall’alto” come quella del rigassificatore di Piombino: “la Conferenza dei servizi finirà il 21 ottobre – ha concluso – ma Snam in queste ore sta già allestendo il cantiere”.
Elisa Montemagni (Lega) ha evidenziato come il Prte “sia una norma transitoria perché mancano i decreti attuativi”. “Andiamo quindi a istituire una scatola vuota che dovrà essere riempita – ha affermato – Oltretutto si parla di abrogazione del Paer quando sarà in vigore il Prte: ma su questo bisognava aver già lavorato, così come sul Piano regionale di sviluppo che risale al 2015, e sugli altri che sono ormai datati come il Piano rifiuti, che è del 2014, il piano sulla qualità dell’aria, del 2018, e quello sulla qualità dell’acqua, del 2015 aggiornato al 2018. Inoltre la paura è che questo Piano, non avendo valenza territoriale, possa andare a minare il processo di partecipazione dei territori”.
Anche Elena Meini (Lega) ha evidenziato la mancanza del Piano di sviluppo regionale. “Ci troviamo ad approvare una legge regionale, il Prte, sulla base di un Psr che oggi non c’è – ha detto – . Vorrei capire perché esso non arriva in Consiglio regionale e quando arriverà anche il Piano dei rifiuti. Trovo inoltre che il Prte sia pericoloso proprio perché con esso si potranno bypassare i Piani regionali sull’acqua e sull’aria”. La consigliera ha poi parlato della geotermia: “Il petrolio della Toscana è la risorsa geotermica – ha affermato – In un periodo di crisi come questo, avrebbe potuto almeno in parte salvare situazione critiche. Vorrei capire come abbiamo intenzione di sfruttarla”. (testo a cura di Angela Feo)
L’approvazione del Piano regionale per la transizione ecologica
L’Aula ha approvato a maggioranza (22 i voti favore e 11 quelli contrari) il Piano regionale per la transizione ecologica. Respinti emendamenti all’articolato presentati uno da Fratelli d’Italia e Gruppo misto-Toscana Domani, uno dalla Lega.
“Oggi siamo a creare uno strumento nuovo, più moderno per la programmazione in materia di sviluppo sostenibile”, dichiara l’assessora Monia Monni in conclusione del dibattito sul Prte. “Il Prte va a sostituire il vecchio Piano ambientale ed energetico regionale aggiornandone gli obiettivi e coinvolgendo direttamente i cittadini e il mondo scientifico. A due anni dall’inizio della nuova legislatura, con una pandemia nel mezzo, non credo che sia un tempo troppo lungo. Il fine è lo stesso – prosegue l’assessora –: rendere la Toscana all’avanguardia nel panorama nazionale e in linea con gli indirizzi nazionali e comunitari”. Il nuovo Piano “è uno strumento programmatico strategico unico, in cui concentrare tutte le politiche regionali. Le finalità sono individuate in materia molto netta. Sarà coordinato con l’Agenda 2030, per monitorare stato di avanzamento, prevederemo sistema contabilizzazione emissione gas climalteranti, con l’obiettivo di rendere la Toscana ‘carbon neutral’”. Altro elemento, aggiunge Monia Monni, “è rendere caratterizzante la transizione ecologica attraverso lo strumento della partecipazione: se non si rendono i cittadini protagonisti, difficilmente si riuscirà a raggiungere gli obiettivi ambiziosi che ci siamo dati. La nostra Regione è l’unica in Italia ad avere una legge sulla partecipazione”.
L’Aula ha approvato all’unanimità un ordine del giorno per in merito alle energie rinnovabili senza consumo di suolo agricolo. L’odg, prima firmataria Elena Meini, impegna la Giunta regionale “a farsi portavoce affinché siano identificate nelle aree da bonificare, nei terreni abbandonati, nelle zone industriali obsolete e nei tetti delle strutture produttive anche agricole, i luoghi idonei all’installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, evitando che il suolo vocato all’agricoltura venga destinato principalmente a tale scopo”. (testo a cura di Sandro Bartoli)
Fonte: Regione Toscana
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