"Evitare che la riorganizzazione complessiva del servizio di guardia medica produca conseguenze incalcolabili sulla sicurezza sanitaria dei cittadini toscani e comporti il depotenziamento del ruolo della professione medica, pericolosi ritardi diagnostici e l’inevitabile intasamento del pronto soccorso e del 118 così come l’avvilimento dell’attività del volontariato". Era questo l’impegno chiesto alla Giunta regionale nella mozione presentata dal consigliere regionale di Italia Viva Stefano Scaramelli, che questa mattina è stata respinta dall’Aula dopo una discussione molto partecipata.
Il testo dell’atto consiliare ricordava come la riorganizzazione del servizio di guardia medica, “così come appreso dalla stampa”, prevedesse una sospensione del servizio nella fascia oraria dalle 24 alle 8 in circa 60 postazioni della regione sottolineando come il paziente si dovrà rivolgersi al centralino unico delle Asl e, successivamente, a un numero unico. “In base alle necessità – spiega la mozione - la centrale filtrerà poi le chiamate dei cittadini, che saranno inviati alle postazioni con medico o dirottati al 188 per le urgenze”.
“L’ipotesi di sostituire la continuità assistenziale con una sorta di call center – ha detto in aula Scaramelli - svilisce la professione medica e mortifica nel contempo il contributo del volontariato”.
“Condividiamo la preoccupazione espressa dalla mozione”, ha affermato Irene Galletti (Movimento Cinque Stelle) ricordando che da molti anni le guardie mediche si trovano in difficoltà nel loro lavoro e nel loro ruolo fondamentale di alleggerire i pronti soccorsi da pazienti che presentano patologie minori o che possono essere curati a livello domiciliare. “Per questo - ha detto - la guardia medica di copertura sulle 24 ore è fondamentale”. La consigliera ha dunque presentato un emendamento rafforzativo, recepito nella mozione “chiedendo di mantenere pienamente operativo il servizio sull’intero territorio regionale, il mantenimento degli orari notturni e dei giorni festivi, potenziandolo con le adeguate strumentazioni locali e personali, in modo da permettere ai cittadini che abitano in zone periferiche di avere un presidio a cui rivolgersi e una persona a cui fare riferimento”.
Enrico Sostegni (Pd), ha ricordato come la commissione Sanità, di cui è presidente, abbia avviato un lavoro sulla riforma dell’emergenza-urgenza e sul tema della continuità assistenziale. “Abbiamo chiamato l’assessore alla Sanità e il direttore generale a illustrare i dati sui servizi e le ipotesi sulle quali l’assessorato sta lavorando - ha spiegato - . Al momento è in corso un iter di consultazione con i soggetti e gli ordini professionali che la Giunta sta portando avanti sul progetto di riorganizzazione della guardia medica. L’istituzione del numero unico 116117 è un tema di carattere europeo che la Regione Toscana deve affrontare, ed è un servizio in più per il cittadino. Come tutto il Paese, stiamo affrontando il tema della riorganizzazione della medicina del territorio attraverso la riforma delle case di comunità: le case “hub” sono luoghi in cui è prevista la presenza del medico 24 ore su 24. Quindi c’è una nuova rete di riferimento per il cittadino nell’ambito delle case di comunità che dovranno essere ricostruite. E’ chiaro che il sistema di guardia medica va ripensato all’interno della medicina del territorio. I dati ci dicono che la media toscana di questo servizio è di due telefonate a notte. Non abbiamo ancora visto il piano di dislocazione, ma non tutti i punti di guardia medica verranno tolti dalle 24 alle 8. Nei posti lontani dai presidi ospedalieri la guardia medica non verrà toccata”.
“Uno dei problemi più gravi di questo settore è la situazione dei pronto soccorsi, collo di bottiglia della sanità toscana”, ha detto nel corso del suo intervento Diego Petrucci (Fratelli d’Italia), ricordando che durante il weekend o dopo l’orario di chiusura degli ambulatori dei medici di famiglia, il pronto soccorso “è l’unica riposta alla persona che sta male”. “Chiudere la guardia medica – ha continuato - vuole dire che il cittadino non ha altra soluzione che chiamare il 118 o andare al pronto soccorso. Si riducono così le risposte a chi ha bisogno di sanità”.
Intervenuto anche Andrea Ulmi (Lega) che si è detto d’accordo con la mozione. “Secondo la legge nazionale – ha affermato – le case hub devono essere aperte 24 ore su 24. Se si tolgono le 8 ore notturne di guardia medica la legge regionale va a confliggere con quella nazionale”. Inoltre secondo Ulmi questa scelta porterebbe a un “depotenziamento del ruolo della professione medica”.
Elisa Tozzi (gruppo Misto – Toscana domani), dichiarandosi favorevole alla mozione, ha sottolineato come “siamo di fronte a un approccio che non fa che penalizzare tanti territori”. Tozzi ha fatto riferimento alla petizione di 9.000 firme raccolte nel Chianti contro l’eliminazione del medico a bordo del 118, iniziativa che ha visto in prima fila tanti sindaci. “Si continua a sacrificare la sanità territoriale – ha detto – alla quale a parole si dice di tenere. Non credo che si possa giustificare questo tentativo di riorganizzazione fortemente penalizzante dei territori con la riorganizzazione della casa della salute che al momento è ancora sulla carta. Quello che percepiscono i cittadini sono tagli e penalizzazioni dei territori periferici”.
Intervenuto anche Maurizio Sguanci (Italia Viva) che, premettendo che la sanità pubblica toscana è una delle migliori in Italia e nel mondo, ha evidenziato come la regione sia caratterizzata da vasti territori montani e collinari lontani da distretti e da presidi sanitari, in larga misura popolati da una fascia anziana e spesso isolata. “Riorganizzare è un conto – ha concluso - ma ridurre o pensare di sospendere i presidi di guardie mediche rischia di mettere in difficoltà la parte più fragile della popolazione. Le guardie mediche in alcuni territori sono indispensabili soprattutto negli orari in cui si ha più difficoltà a muoversi”.
Fonte: Consiglio regionale della Toscana - Ufficio stampa
Notizie correlate
Tutte le notizie di Toscana
<< Indietro