Un profondo mea culpa. È quello che il senatore Dario Parrini fa durante la conferenza stampa di oggi, martedì 27 settembre, nella sede del Pd empolese di Via Fabiani, accompagnato da Jacopo Mazzantini, segretario del Partito Democratico dell'Empolese Valdelsa, a commento dei risultati elettorali che hanno visto vincere la coalizione di centrodestra alle elezioni politiche di due giorni fa.
"Innanzitutto mi preme ringraziare i volontari per il lavoro fatto durante questa campagna elettorale - esordisce Mazzantini - e poi è chiaro che il risultato ottenuto domenica è al di sotto delle peggiori aspettative".
Mazzantini parla di un giudizio negativo sull'operato del proprio partito, che rappresenta sul territorio e fa mente locale sugli errori macroscopici fatti in questa campagna elettorale, quasi tutti ascrivibili alla comunicazione: dei propri intenti, della propria identità, del dualismo con la destra portato avanti mettendo in evidenza sempre il pericolo che sarebbe arrivato dagli altri e mai i vantaggi delle proprie proposte.
Un'analisi lucida e senza fronzoli, quella di Mazzantini, che aggiunge anche il sempreverde astensionismo e una considerazione: si riduce il voto di appartenenza. "La fiamma tricolore non ha più senso per chi le dà il voto", proprio perché viene a mancare l'identità della base, quella su cui i militanti fondano il proprio operato all'interno del partito. I militanti ci sono a destra e a sinistra, ma la maggior parte della gente sembra votare per insoddisfazione piuttosto che per il fatto di immedesimarsi in un'ideologia anziché in un'altra. Gli fa eco Parrini (rieletto al Senato fra i collegi plurinominali): "Il trend si ripete: alle elezioni vince chi si fregia di non aver partecipato al governo precedente. Ciò denota un desiderio di cambiamento nell'elettorato".
"Da dove ricominciare? - si chiede Parrini - Da un'opposizione seria, intransigente e costruttiva. E poi da noi stessi, da tutto il centrosinistra, che messo insieme prende 4 punti percentuali in più della destra, ma continua a scannarsi e anche a causa di questa legge elettorale non riesce a governare, perché gli altri si scannano, ma governano". Non si nasconde, Parrini, come non nasconde il proprio pronostico sulla tenuta della coalizione che andrà al Governo, che "nel tempo mostrerà le proprie contraddizioni".
"Bisogna ripensare tutto - riflette Parrini - dal modo di rapportarsi con i cittadini e con le loro speranze a come farsi carico di rappresentarli nelle sedi istituzionali".
Infine uno sguardo, inevitabile alla dimensione locale, dove il centrosinistra ha sì mantenuto la maggioranza, ma dove sente il fiato sul collo della coalizione vincente. E lo sguardo va alle amministrative, che qui arriveranno nella primavera del 2024 e per le quali c'è una guardinga sicurezza, laddove per Mazzantini il Pd parte forte della propri rete di amministratori locali "competenti e con grande esperienza" e di volontari organizzati per la campagna elettorale. "Ma non bisogna tralasciare nulla - ammonisce Parrini, che amministratore lo è stato a capo della giunta comunale che ha guidato a Vinci dal 2004 al 2013 -, benché non esista un legame tra elezioni politiche e amministrative. Cionostante non dobbiamo assolutamente abbassare la guardia e mai sottovalutare i dati e quello che succede".
Christian Santini
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